giovedì 30 ottobre 2008

Il cane e la famiglia

Cani e uomini si organizzano socialmente e spesso il termine gerarchia viene usato per spiegare le interazioni sociali in un gruppo o, come nel caso dei lupi (antenati dei nostri cani), in un branco. L'ordine gerarchico è fatto di relazioni di dominanza e sottomissione. Essere dominante significa avere il controllo Essere sottomesso significa piegarsi alla volontà di qualcun altro. Ogni membro del branco, dominante o sottomesso, è prezioso per difendere il territorio, partecipare alla caccia, avvertire dell'arrivo di possibili nemici. Questi concetti di struttura sociale sono parte dell'essere cane esattamente come altre caratteristiche quali avere un apparato digerente da carnivoro e avere quattro zampe ma va anche considerato che tra cani e lupi ci sono migliaia di anni di domesticazione e che, pur appartenendo alla stessa specie, il cane ha subito delle modificazioni riguardo ai comportamenti innati che a tutt'oggi ancora non sono state definite completamente e che variano razza per razza, se non addirittura individuo per individuo. Più che parlare di dominanza e sottomissione di un cane in una famiglia umana è utile riflettere sulla capacità di controllo dei padroni nei riguardi delle risorse più importanti per il cane: il cibo, lo spazio, i giochi ma anche e soprattutto la possibilità di interagire con i padroni stessi. Un padrone che riesce a comunicare in maniera chiara e coerente al suo cane di avere il controllo di tutte le cose importanti riuscirà anche a gestirlo in ogni situazione e instaurerà con lui un rapporto all'insegna della fiducia e del rispetto. Non tutti i problemi che insorgono nel rapporto cani-padroni sono causati dall'assenza di controllo da parte dei proprietari. Ciò detto bisogna tenere presente che un corretto rapporto con l'animale, che non dia adito a fraintendimenti e insicurezze, è fondamentale in tutte le situazioni. Molto spesso le persone provano un senso di disagio all'idea di dover dimostrare al loro cane di essere in grado di controllare le varie situazioni. Questo perché il concetto di controllo richiama alla mente la durezza e l'imposizione . Bisogna ricordare l'importanza dei rapporti sociali e della loro chiarezza per la serenità e l'equilibrio del cane. Il nostro cane ha bisogno di sapere che è parte della nostra famiglia e che in essa ha un ruolo. Il concetto di libertà, così importante per noi esseri umani, sembra in contrasto con il concetto di controllo completo da parte dei padroni. Questa riflessione, applicata agli animali, porta spesso a situazioni di sofferenza per gli animali stessi e per l'uomo. Se vediamo la libertà come diritto ad esprimere le proprie attitudini e a soddisfare i propri bisogni, ancora una volta dobbiamo riflettere sul bisogno dei cani di vivere in un gruppo con regole sociali precise. La situazione emotiva di un cane in una famiglia non è probabilmente molto diversa da quella di un bambino: bambini che ricevono messaggi contraddittori dai genitori o vedono soddisfatti tutti i loro capricci crescono ansiosi e insicuri. Il paragone cane-bambino non deve scandalizzare perché anche il bambino ha bisogno di sapere dai genitori cosa è giusto e cosa è sbagliato in modo chiaro e coerente. A differenza del bambino, il cane rimane nella posizione di "controllato" per tutta la vita, ma questo non è da lui percepito come una cosa negativa. Un cane non è un essere umano e, riguardo alla sua posizione nel gruppo familiare, è e deve rimanere per sempre una specie di bambino. Noi esseri umani dobbiamo essere al tempo stesso genitori e "capi" e dobbiamo dare e ricevere affetto, rispetto e fiducia.

Educare un cucciolo

Educare un cucciolo è un po' come educare un bambino piccolo e bisogna farlo in ogni momento in cui si interagisce con lui. IL cucciolo presenta tanti comportamenti, alcuni graditi e alcuni sgraditi : sta al padrone selezionare quelli graditi e premiarli e stare ben attento a non premiare quelli sgraditi. L'unico importante segreto per crescere un cucciolo equilibrato, che rispetti il padrone e abbia fiducia in lui (o lei) è attenersi a questa regola ogni momento della giornata e cercare di essere coerenti.
Se il cane è adulto e ha già sviluppato comportamenti sgraditi bisogna soffermarsi a riflettere su ognuno di questi comportamenti e chiedersi qual è il premio che li ha rinforzati. Un esempio classico è quello del cane che salta addosso. Perché non smette di farlo nemmeno se viene sgridato? Il saltare addosso è un modo di attirare l'attenzione del padrone e anche sgridare e agitarsi è un modo di dare attenzione. La strategia per far estinguere questo comportamento è non dare al cane nessun tipo di attenzione e quindi non guardarlo, non parlargli e tenere le braccia conserte per evitare movimenti delle mani che potrebbero eccitarlo. Accanto a questo "non premio" per il comportamento sgradito bisogna però anche trovare il modo di dire al cane che cosa vogliamo da lui e quindi dovremo premiarlo se non salta addosso o meglio ancora se si siede per avere le carezze invece di saltare addosso.
Questo è un tipico esempio di come si educa un cane, insegnandogli quello che è gradito e non solo cercando di reprimere quello che è sgradito. E' evidente che per controllare il saltare addosso bisogna prima arrivare alla conclusione che il premio per il saltare addosso è l'attenzione del padrone e di conseguenza la punizione più efficace è non dare questa attenzione. Altro esempio tipico è il cane che tira al guinzaglio; è evidente che lo scopo del cane che tira è andare avanti, annusare nuovi odori, arrivare al parco… Il cane che tira ottiene il suo scopo: lui tira e il padrone, pur cercando di opporsi con tutte le sue forze, va avanti. Il di tirare viene premiato e quindi si rinforza sempre di più. Esclusi i mezzi di coercizione fisica non accettabili dal punto di vista etico l'unico modo di far smettere al cane di tirare è non andare avanti quando tira. Cambiare continuamente direzione ogni volta che il guinzaglio si tende è una strategia efficace, così come concentrarsi nel procedere in avanti solo se il guinzaglio non è teso avendo cura di lodare il cane quando non tira. Come nel caso precedente la cosa importante è capire cosa premia il comportamento sgradito e agire di conseguenza.
La maggior parte dei cani "maleducati" hanno ricevuto dai padroni messaggi confusi e contraddittori e si sono in qualche modo "educati da soli", col risultato che i padroni non ne hanno il controllo. La rieducazione di un cane adulto è certamente più difficile dell'educazione di un cucciolo perché le esperienze fatte interferiscono nel nuovo processo di apprendimento: l'intervento di un buon educatore che possa dimostrare in pratica quello che è necessario fare costituisce certamente un valido aiuto. Se il cane da rieducare presenta anche problemi comportamentali e non solo difficoltà nell'addestramento di base, per esempio è aggressivo o eccessivamente pauroso, l'intervento di un terapista comportamentale è indispensabile.

Autore: Lorella Notari

sabato 25 ottobre 2008

Per il mio PET......

La fedeltà di un cane è un dono prezioso che impone obblighi morali non meno impegnativi dell'amicizia con una creatura umana.
- K. LORENZ -

Si confida in Dio come il cane confida nel padrone. Basta un fischio, e il cane accorre. Dovunque vada, ti segue allegro, senza chiedere, senza pensare. In capo al mondo.
- ANDREJ SISJAVSKIJ -

Un cane è l'unico essere al mondo che ama voi più che se stesso.
- JOSH BILLINGS -

O filosofi, abbiate tutti un cane. E prima di affermare qualsiasi cosa, guardate il vostro cane. Forse più di una vostra affermazione vi resterà allora nella penna.
- LUIGI PIRANDELLO -

Iddio creò l'uomo, poi, vedendolo così debole, creò il cane.
- ALPHONSE TOUSSENEL -

Dio si fermò un momento dopo aver creato il cane per guardarlo...e seppe che era buono, che non aveva tralasciato nulla, che non avrebbe potuto fare meglio.
- RAINER MARIA RILKE -

I cani sono il nostro tramite con il paradiso... sedersi con un cane su di una collina in uno splendido pomeriggio è come tornare all'Eden, dove non fare nulla non era noioso - era la pace.
- MILAN KUNDERA -

I cani non sono tutto nella vita, ma riempiono la nostra esistenza.
- ROGER CARAS -

Possiamo giudicare il cuore di un uomo dal modo in cui tratta gli animali.
- EMANUEL KANT

Se la Provvidenza vi farà trovare un cane abbandonato, bisognoso, come voi, di affetto, dovrete trattarlo da amico.
Il cuore dell'animale batterà sempre col vostro fino al giorno in cui il sacerdote di Cristo vi benedirà per l'ultima volta, mentre il cane piangerà per voi, nel nome della natura.
- PADRE LACORDAIRE -

Guarda quel povero cane di nessuno. Chiamalo, dagli un po' della tua merenda, fagli una carezza. E' il Signore che te lo manda perchè tu possa fare una buona azione verso una sua creatura così abbandonata.
- SAN GIOVANNI BOSCO -

Compra un cucciolo ed il tuo denaro comprerà amore eterno.
- RUDYARD KIPLING -

Non dobbiamo guadagnarci la sua fiducia o la sua amicizia: è nato per essere nostro amico; quando i suoi occhi sono ancora chiusi, lui già crede in noi: prima ancora di nascere, ha già dato se stesso all'uomo
- MAURICE MAETERLINCK -

Il Suo soffio.....


“ La Genesi ci mostra Dio che soffia nell'uomo il Suo alito di vita. C'è dunque nell'uomo un soffio, uno spirito che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio.

Gli animali non ne sono privi.”

- servo di Dio

Papa Giovanni Paolo II -

venerdì 24 ottobre 2008

E' arrivato il momento ....Esposizione Internazionale Kennel Club Palermo

Adesso è UFFICIALE......il momento tanto sospirato è arrivato....il 23-11-2008 a Palermo la mia prima ESPOSIZIONE!!! E' vero, dovevo partecipare giorno 9/11 al raduno dei Cane Corso di Napoli ma insieme al mio MANAGER, per problemi legati alla vendita della mia immagine e per problematiche legate al mio SPONSOR abbiamo purtroppo dovuto rinunciare a presentarmi a Napoli (dicono che avrei vinto molto facilmente e questo sarebbe stato deleterio per l'immagine e di conseguenza per gli introiti) così abbiamo deciso di presentarci all'esposizione Internazionale organizzata dal Kennel Club di Palermo che si terrà il 23 Novembre. Questa esposizione sarà il trampolino di lancio definitivo verso la celebrità e la consacrazione definitiva di una nuova STAR nel mondo cinofilo e cinotelevisivo (abbiamo già diverse richieste di partecipazione a vari film e al collare d'oro... ma di questo parleremo un'altra volta) e ovviamente nell'ambiente d'elitè del mondo dello spettacolo (vedi Hollywood, CineCittà ecc. ecc.)...considerate che stiamo valutando se accettare o meno l'offerta di Maria De Filippi per sostituire il pet di C'è Posta Per Te...anche se siamo orientati a declinare l'offerta, abbiamo idea che sia una partecipazione che nuoce all'immagine...poco spazio, qualche minuto alla fine della trasmissione non è sufficiente, l'unica possibilità che accettiamo è, se possiamo stare stabilmente al suo fianco nella conduzione della trasmissione...vedremo cosa accadrà, se vogliono aumentare il loro share questa è la condizione!!
Adesso vado a riposare, devo avere cura del fisico, della mente e del mantello, lo stress potrebbe nuocermi...Vi auguro un sereno pomeriggio e vi mando tante leccatine...a dopo, by.
P.S. SIETE TUTTI INVITATI, L'INGRESSO E' LIBERO E AVRÒ TEMPO DA DEDICARVI PER GLI AUTOGRAFI, NON POSSO DELUDERE I MIEI FANS!!
Lucio Licinio

P.S.2 RICORDATEVI CHE SONO UN CAGNOLINO MOLTO SPIRITOSO E A "VOLTE " DICO E SCRIVO QUALCHE BUGIA, AH AH AH AH

mercoledì 22 ottobre 2008

La cura del mantello

Spesso durante la pratica professionale il medico veterinario si sente chiedere se i cani vanno lavati e quando e se il mantello abbia bisogno di cure particolari. Molti sono i dubbi e le false credenze che emergono dal colloquio con i padroni degli animali, pertanto sarà bene fare il punto della situazione. Spazzolare regolarmente il mantello del cane è pratica molto utile, sia per dare al nostro beniamino un aspetto estetico gradevole sia, cosa assai importante, per mantenerlo in salute. Avere cura del mantello ci mette in contatto 'tattile' con il nostro amico, facilitando l’instaurarsi del legame affettivo con esso.

Tra l’altro, la spazzolatura frequentemente ci consente di monitorare lo stato della pelo e della cute, di individuare la presenza di parassiti e patologie a carico dell’apparato tegumentario. Quante volte durante la cura del mantello percepiamo la presenza di insidiosi noduli cutanei, altrimenti passati inosservati, e quindi possiamo correre precocemente ai ripari, sulla base di ciò che ci consiglia il veterinario? Spazzolando il dorso, è facile trovare la forfora, spesso un segno di alterazione cutanea che è indice di squilibri metabolici.

Spazzolare il mantello significa eliminare i peli morti, fare respirare la cute consentendo ai nuovi peli di crescere regolarmente, riducendo nodi e matasse di pelo morto e di rimuovere in tempo spighe e corpi estranei. Quanto spesso devo spazzolare il mio cane? Dipende dalla razza, quelle a pelo corto richiedono meno manutenzione, una volta ogni due settimane può bastare, le razze a pelo lungo e con doppio mantello richiedono più attenzione, ed è buona norma spazzolarle prima con un raschietto a denti ben separati per portare via i nodi e cardare il pelo, poi con una spazzola a base quadrangolare a setole fini e fitte si raccolgono i peli morti in quantità. Successivamente con una spazzola tradizionale a setole dure più rade si pettina il pelo dalla riga del dorso verso il basso, per rifinire i lavoro.

In primavera ed autunno, quando il normale avvicendarsi del pelo vecchio e quello nuovo è maggiore, questa pratica andrebbe fatta quotidianamente. Anche fare il bagno al cane è molto utile, avendo l’accortezza di usare shampoo specifici e di non eccedere con la frequenza. Una volta al mese può bastare. Soprattutto d’inverno, ma sarebbe utile sempre, bisogna asciugare bene il mantello dopo averlo sciacquato, per evitare raffreddamenti o al contrario creare un ambiente caldo umido che favorisce le piodermiti. Proteggere sempre il padiglione auricolare dall’ingresso accidentale di acqua, pena l’aumento di incidenza di otiti. La tosatura va riservata a personale qualificato, e le numerose toelette presenti sul territorio potranno fare al caso vostro e fornire i consigli migliori in base alla razza..

Cura delle unghie

Tronchessina per taglio unghie.

La maggior parte dei cani, camminando su terreno ruvido e accidentato, consuma regolarmente le unghie e ben di rado occorre accorciarle. Se però il cane cammina poco o soltanto su tappeti erbosi morbidi, allora le unghie assumeranno dimensioni notevoli e pericolose. L'unghia lunga spinge in alto e all'indietro il dito, scosta le dita le une dalle altre, induce un andatura a "gambe larghe", ostacola una corretta stazione quadrupedale, provoca dolore e zoppicature. Ne consegue l'importanza e la validità di tenere curate le unghie del vostro PET usando per accorciarle l'apposito tagliaunghie per cani. Non tutti i cani si sottopongono volentieri a questa operazione, ma con un pò di pratica, e soprattutto con lo strumento adatto, la cosa non è ne difficile ne pericolosa. Basta porre attenzione a non tagliare troppo: così non si susciterà dolore ne si provocherà emorragia da offesa del vivo dell'unghia. Portando dal medico veterinario il cane per altri motivi, per una delle periodiche visite di controllo, fategli esaminare anche le unghie. Se occorre, il medico provvederà ad accorciarle e vi insegnerà come farlo da voi. D'altra parte si può ricorrere all'uso relativamente frequente della lima: così non occorrerà tagliarle. La lima va usata in una sola direzione e non con movimento di vai e vieni. I primi colpi richiederanno una certa energia per scalfire la superficie dura e liscia dell'unghia, poi il lavoro sarà più agevole. Ricordate che è importante evitare di far camminare il cucciolo su pavimenti lucidati a cera o comunque scivolosi, perchè ciò può danneggiare irrimediabilmente il corretto appiombo delle zampe.

La muta stagionale

Proprio come noi umani facciamo il cambio del guardaroba, ogni cane cambia il pelo due volte l'anno per affrontare al meglio la temperatura e le situazioni climatiche stagionali.
Proprio in questo periodo i nostri amici cominciano a perdere ciocche dal mantello, ebbene noi dobbiamo prestare attenzione a questa modificazione fisiologica in quanto
è fondamentale agevolare tale separazione con l'ausilio di pettini e spazzole.
I lupi selvatici facilitano la muta con il passaggio tra i rovi e rotolandosi sul terreno, queste sono le loro spazzole!!
Una grave conseguenza nel lasciare sottopelo e pelo morto addosso all'animale è quella di facilitare l'accumulo di condensa tra il pelo e la pelle, inoltre non passando più aria tra i peli possono insorgere dermatosi.
Armiamoci di pettini e subito al lavoro!
Non bisogna aspettare troppo tempo ma è meglio effettuare più passate per rendere meno fastidiosa l'operazione.
Per i cani a pelo duro consiglio di munirsi di un semplice attrezzo in commercio: è una lama dentellata ricurva su se stessa con un manico di plastica (simile all'attrezzo con il quale tolgono il sudore ai cavalli), si passa partendo dalla testa "a pelo" su tutto il corpo.
Per cani a pelo raso utilizziamo un guanto in gomma con i dentini conici di circa 5 mm., non mi piacciono tante versioni con setole o spazzole morbide.
Questo è anche il periodo dello stripping per i Terriers, Schnauzer e Bassotti.
Non indugiate al pensiero di avere un cane con il pelo più corto, è la tessitura e l'infoltimento di quest'ultimo che protegge l'animale, non la lunghezza totale.
Possiamo ben comprendere questo concetto pensando al mantello di copertura di un Boxer o Dobermann e quello di un Brie o Terranova, non vi pare?In mancanza di tempo o per effettuare un lavoro più completo dovreste rivolgervi ad un centro di toelettatura esponendo la necessità da svolgere; non prendete appuntamento "solo per un bagnetto" siate chiari ed espliciti, vi assicuro che si rimane di cattivo umore quando ci si aspetta un cane da lavare in un'oretta e poi si vede che necessita di un'altra buona mezzora per la cardatura, questione di organizzazione del lavoro!!!!
Nel Centro di toelettatura utilizzo un turbo che mediante un getto di aria molto forte mi aiuta ad eliminare parecchio pelo senza intervenire con attrezzi quali spazzole, pettini, cardatori; è molto meno traumatica l'azione sul cane ed anche più veloce. In casa è difficile utilizzare tali apparecchi in quanto lanciano peli ovunque, bisognerebbe avere una stanza apposta!
Effettuando sul cane queste operazioni per la muta, ricordatevi di dare una controllatina al canale uditivo ed estirpare eventuali peli, accertavi che non ci sia cerume, anche le unghie vanno esaminate in special modo lo sperone, guardate in bocca per accertarsi che non ci sia tartaro a livello del colletto dei denti……insomma un bel check up per il nostro amico. Anche a livello comportamentale tutto ciò serve ad instaurare quel feeling necessario tra padrone ed animale, altrimenti capita che s'invertano i ruoli…..come spesso si vede in giro!!!

martedì 21 ottobre 2008

CANI PERICOLOSI: VETERINARIO, NO BLACK LIST MA FORMAZIONE


Non esistono razze canine pericolose, la violenza non e’ genetica nel cane come non lo è nell’uomo. Lo afferma Raimondo Colangeli, Presidente della Societa’ Italiana di Scienze Comportamentali Applicate (Sisca-Federata Associazione nazionale medici veterinari italiani) e medico veterinario comportamentalista, tra gli esperti che hanno partecipato oggi al tavolo per il benessere animale voluto dal Sottosegretario Francesca Martini.
Per Colangeli quattro i motivi per abbandonare la black lista. Ecco i punti: - MANCANO NUMERI REALI DELLE AGGRESSIONI: ’’In Italia manca una panoramica reale delle aggressioni’’, afferma l’esperto. ’’Nonostante ciò - aggiunge - se si controllassero le aggressioni legate ai soggetti delle razze in questione se ne potrebbe facilmente dedurre che il numero di aggressioni legate ai suddetti soggetti risultano molto meno importanti rispetto a soggetti di razze che neanche figurano nelle varie ordinanze ministeriali’’; - VIOLENZA NON E’ GENETICA: ’’Una causa socio-culturale porta a scegliere alcuni tipi di razze per esaltare una violenza sociale di alcuni individui, ma qui non vi e’ nulla di genetico (nei cani come negli umani). La formazione dei proprietari e di tutti gli attori della filiera dell’animale da compagnia e’ la soluzione del problema’’; - PROTOCOLLI ALLEVAMENTO SBAGLIATI: ’’Razze canine considerate mansuete hanno dei comportamenti di aggressione legate a delle patologie comportamentali legate a protocolli di allevamento che non sono attenti ad uno sviluppo comportamentale’’ socievole; la razza non ha la minima importanza ai fini del rilevamento epidemiologico’’; - CONTRASTARE ADDESTRAMENTO ALL’ATTACCO: ’’Va contrastato qualunque addestramento che tenda ad aumentare o modificare sequenzialmente il comportamento di aggressione di un cane’’. Come in altri paesi europei ’’l’addestramento all’attacco deve essere strettamente regolamentato. I cani morsicatori devono essere valutati ed in caso aiutati attraverso una terapia mirata’’.

DATA: 08-07-2008 FONTE: ANSA

ANCORA TANTI ABBANDONI AL SUD!!!

Le stime sono ancora parziali ma il tasso di abbandono del migliore amico dell’uomo sembra essere sceso del 20% rispetto all’estate 2007. Sono i dati forniti dall’Aidaa, che il 31 agosto ha concluso le ronde anti-abbandono alle quali hanno partecipato complessivamente 408 volontari che hanno operato su 77 provincie italiane. Rispetto allo scorso anno è andata molto bene a Milano, dove a parte l’emergenza ferragostana si è registrato un calo complessivo del 22% sul dato 2007, che aggiunto a quello dello scorso anno porta la stima degli abbandoni a una straordinaria diminuzione del 47% rispetto al dato 2006. Bene anche Venezia,Torino e Genova. In calo significativo anche gli abbandoni nelle altre località del Nord Italia. Maglia nera invece per Sicilia, Puglia, Sardegna e Campania dove i dati sugli abbandoni sono invece aumentati mediamente del 5% rispetto allo scorso anno. A Prontofido sono arrivati fino al 31 agosto 870 sms completi arrivati, 200 le chiamate alle ronde Aidaa, 290 gli interventi portati a buon fine su tutto il territorio nazionale.

venerdì 17 ottobre 2008

Perchè tira che vuol tornare a casa?

Può accadere che un cane portato a passeggio, non appena capisce che si sta per tornare verso casa, si metta a tirare al guinzaglio come se volesse arrivare al più presto possibile. Le ragioni possono essere molte, ma tutte sono riconducibili al fatto che si trova meglio a casa, nel suo ambiente abituale, che non fuori.

Le cause principali:

  • il cane non è in buona salute
  • il cane è obeso o in sovrappeso
  • viene portato in luoghi che non sono di suo gradimento
  • viene portato dove ci sono odori, rumori o altri agenti esterni che lo disturbano
  • uscendo incontra animali, persone o altro che lo spaventano
  • portandolo fuori viene distolto e allontanato da qualcosa o da qualcuno che lo stimolava particolarmente
  • l'accompagnatore del momento non gli da sufficiente sicurezza
  • le condizioni meteorologiche non sono favorevoli (vento, sole, pioggia, gelo, neve)
  • passeggiate troppo lunghe che lo stancano
  • è stata superata l'ora del pasto

cosa fare:

  • elimina le cause principali
  • se già non lo è, educa il cane alla condotta al guinzaglio
  • se già non lo sa fare, insegnagli molto bene il torna
  • cerca un luogo sicuro dove lasciarlo libero dal guinzaglio
  • portati qualche gioco conosciuto per farlo giocare
  • lasciagli scegliere il gioco ed accetta di giocare con lui
  • sosta più a lungo nei luoghi di suo gradimento
  • lascialo annusare più spesso e più a lungo, a patto che non diventi morboso
  • con le dovute precauzioni lascialo giocare con altri cani conosciuti
  • con il giusto controllo, lasciagli scegliere il percorso della passeggiata

interventi correttivi:

  • se possibile, cambia spesso percorso
  • se possibile cambia spesso luogo dove giocare
  • se possibile, al ritorno, non fare la stessa strada dell'andata
  • controlla bene la condotta al guinzaglio
  • eventualmente, raggiunto l'ingresso di casa, prosegui oltre rimandando il rientro
  • raggiunto l'ingresso di casa, sosta per qualche minuto prima di rientrare

I condroprotettori

L'artrosi o MDA (malattia degenerativa articolare) è un processo patologico che può interessare le diartrosi (esempio: spalla, anca, gomito, ginocchio) come le anfiartrosi (articolazioni intervertebrali).
L'origine è prevalentemente secondaria, cioè si manifesta come conseguenza di una preesistente artropatia di natura infiammatoria o degenerativa, sia nel cane giovane, sia nel cane anziano.
E' importante sottolineare, in ogni caso, che i tratti flogistico-ossidativi e quelli degenerativi spesso coesistono e risultano essere fonte di danno per la cartilagine, a causa dell'effetto distruttivo rispettivamente dei radicali liberi, delle citochine infiammatorie e di tutte quelle sostanze MMP (metalloproteinasi) che in corso di artrosi vengono prodotte in eccesso dalle cellule articolari causando un sistematico degrado della matrice ossea e cartilaginea.
Nel cane, a differenza di quel che accade nell'uomo, l'artrosi non è una malattia tipica dell'invecchiamento, ma può manifestarsi anche in età assai giovane, come conseguenza degenerativa di patologie tipiche dello sviluppo, prime fra tutte le displasie.
La novità apportata dal concetto condroprotettivo è rappresentata dal considerare la possibilità di arrestare o, perlomeno, rallentare l'iter patogenico della malattia, ovvero opporsi alla progressione dei fenomeni degenerativi cartilaginei e, quindi, al danno articolare indotto dall'artrosi.
A svolgere questo compito entrano in gioco sostanze quali il Condroitin solfato (CS), la Glucosamina solfato (GS) e l'Acido ialuronico (HA), tutte sostanze precursori/costituenti dei Glicosaminoglicani (termine che viene abbreviato con la sigla convenzionale GAGs) i quali, in pratica, inibiscono in maniera efficace gli enzimi di degenerazione presenti nella cartilagine e nel liquido sinoviale. Oltre a ciò favoriscono la sintesi (produzione) di proteoglicani, sostanze basilari del tessuto cartilagineo-articolare, aumentano la viscosità sinoviale e la produzione di collagene normale, riducono l'infiammazione e la produzione di prostaglandine ed allontanano i radicali liberi.
Riassumendo, i GAGs sono integratori alimentari che si ritiene abbiano effetto positivo sulla salute della cartilagine, fornendo ad essa i precursori necessari per la sua manutenzione e riparazione.
Per questo motivo sono indicati in tutti quei cani di razza grande e gigante in cui la patologia articolare è spesso frequente; inserendo i GAGs nell'alimentazione del cucciolone è possibile sfruttare a pieno l'azione principalmente preventiva. Possono essere usati come monoterapia oppure essere associati, nel caso di evidente zoppia, a veri e propri antinfiammatori, sia steroidei che non-steroidei (FANS), ma ritengo che la scelta di utilizzare antinfiammatori debba essere preceduta da una visita ortopedica specialistica poiché sotto l'effetto di tali farmaci potrebbero rimanere celate, magari per troppo tempo, patologie molto serie come la displasia dell'anca e del gomito.
I GAGs sono considerati dal punto di vista farmacologico degli integratori alimentari, un supporto nutrizionale, e possono essere utilizzati per circa 4-6 settimane a cicli di 3-4 volte l'anno; pur non esistendo controindicazioni specifiche, in soggetti diabetici o affetti da intolleranza al glucosio, devono essere somministrati sotto diretto controllo medico.
Non sono stati registrati effetti di sovradosaggio, ma consiglio sempre di attenersi alle indicazioni fornite dalle aziende produttrici, oltre che da quelle del proprio medico curante.
Nella mia modesta esperienza ho potuto valutare l'efficacia di questi prodotti su molti soggetti sia giovani che anziani e per questo motivo sono solita prescrivere a cuccioli di taglia maxi, condroprotettori più o meno concentrati secondo le singole necessità, ma, allo stesso tempo, ritengo necessario insistere sull'importanza di una corretta alimentazione, basata sull'utilizzo di cibi completi e soprattutto dosati correttamente (non eccedere nelle razioni!), sulla limitazione dell'esercizio fisico nei cuccioli per evitare un dannoso stress articolare, mentre l’esercizio fisico dovrà essere costante (fatto di camminate ma non di corse) per quanto riguarda i cani adulti ed anziani.
Purtroppo non posso fornire dati sull'efficacia di prodotti naturali ad azione condroprotettrice come quelli ricavati da molluschi, pinne di squalo ecc., poiché preferisco affidarmi ad integratori di sintesi, che ritengo essere il risultato di anni di ricerca e di studio da parte di aziende farmaceutiche, le quali sono in grado di fornirci dei dati precisi, non aleatori, sulle quantità di principi attivi presenti in ogni singola somministrazione, sugli eventuali effetti collaterali, sull'appetibilità ed infine sui costi.

La displasia del gomito nel cane

Il gomito del cane è costituito da un’articolazione di tipo mobile, formata da una cavità articolare interposta a superfici lisce e rivestite di cartilagine. Questa cavità è riempita da un liquido lubrificante, la sinovia.

I capi ossei presenti nell’articolazione del gomito sono rappresentati dalla porzione distale dell’omero e dalla porzioni prossimali di radio e ulna.
I segmenti ossei hanno una capsula articolare comune, rinforzata anteriormente da un legamento membranoso.
Vi sono poi due legamenti collaterali, uno mediale (faccia interna) e uno laterale (faccia esterna), il legamento anulare del radio e il legamento obliquo.
I muscoli ei tendini: i tendini del brachiale e del bicipite e i muscoli flessori ed estensori di carpo ed avambraccio.

Cosa comporta e che cosa è la displasia del gomito

E' una malformazione articolare che può essere causata da un'incongruenza articolare (a causa di una crescita asincrona di radio ed ulna) e/o da una alterazione dell’incisura semilunare dell’ulna.
L’incongruenza articolare comporta un sovraccarico ed un’eccessiva sollecitazione:
- del processo coronoideo mediale dell’ulna e del condilo mediale dell’omero nella frammentazione del processo coronoideo dell’ulna, o FCP.
- del condilo mediale dell’omero quando la crescita del radio è inferiore a quella dell’ulna, con conseguente osteocondrite dissecante, o OCD.
- del processo anconeo dell’ulna quando la crescita del radio è superiore a quella dell’ulna con conseguente mancata unione del processo anconeo dell’ulna, o UAP.
- dell’incisura semilunare dell’ulna quando questa assume una forma ellittica

L’aspetto fondamentale della displasia del gomito è rappresentato dall’osteocondrosi, ovvero da una carenza dell’ossificazione encondrale a livello di cartilagine di coniugazione e articolare, tipica del periodo di rapido accrescimento.
Si tratta di un processo degenerativo a carico della cartilagine e dell’osso.
Le regioni ossee interessate sono le fisi (zone di accrescimento) e le cartilagini articolari.
L’eziologia dell’osteocondrosi non è ancora stata del tutto chiarita, sebbene siano stati evidenziati alcuni fattori quasi sicuramente scatenanti.

I fattori che possono influire sulla displasia del gomito

- Fattori genetici : sono importanti soprattutto in relazione al rapido accrescimento osservato in cani con rapido e grande sviluppo scheletrico e muscolare (infatti è difficile riscontrare osteocondrosi in soggetti con peso inferiore ai 25 kg). Inoltre nei soggetti di sesso maschile l’incidenza è doppia o tripla rispetto a quella riscontrata nelle femmine, le quali hanno una velocità di crescita inferiore.

- Fattori alimentari : l’iperalimentazione e la sovra-integrazione promuovono un rapido accrescimento con conseguente aumento del carico meccanico su superfici scheletriche ancora immature.

- Fattori ormonali : causato da disfunzioni ormonali, o per causa di ormoni.

Si tratta di una patologia multifattoriale in cui diverse cause interagiscono portando un aumento del ritmo di crescita e dell’incremento ponderale.
Questo, a sua volta, determina dei traumi e delle alterazioni sui processi di ossificazione encondrale a livello di cartilagini di accrescimento e articolari, e quindi l’instaurarsi di processi osteocondrosici degenerativi.
I soggetti più colpiti sono quindi i cani di grossa taglia in accrescimento.
Oltre al peso anche il grado di attività può rappresentare un fattore scatenante la patologia.
Per finire, a seconda della regione scheletrica in cui l’osteocondrosi si manifesta, il cane presenterà delle patologie differenti con differenti sintomatologie cliniche.

Le patologie che concorrono nella displasia del gomito:

OCD – Osteocondrite dissecante

Consiste infatti in un processo di osteocondrosi localizzato alla cartilagine articolare della superficie distale e mediale del condilo omerale.
La ritardata ossificazione determinata dall’osteocondrosi provoca un ispessimento della cartilagine che, a sua volta, può determinare la sofferenza e la morte dei condrociti (cellule cartilaginee) più distanti, in quanto non ricevono il nutrimento necessario.
Il lembo cartilagineo morto si stacca dall’osso subcondrale in seguito anche ai microtraumi e al carico ponderale.
L’osso subcondrale così esposto scatena una serie di meccanismi reattivi che portano all’infiammazione e all’artrosi.
Sintomi: zoppia, risparmio dell’arto ed atteggiamento antalgico, con carpo valgo, in stazione.
Il sospetto di displasia del gomito nasce ogni qual volta un cucciolo di razza predisposta presenti una zoppia a carico dell’arto anteriore e la visita clinica evidenzi dolore alla palpazione profonda ed ai movimenti passivi del gomito.
La diagnosi viene raggiunta con esame radiografico.
L’unica terapia che da risultati validi è rappresentata dall’intervento chirurgico con asportazione del frammento cartilagineo e pulizia della lesione.
I risultati sono buoni se l’intervento è precoce.

UAP - Mancata fusione del processo anconeo

Il processo anconeo è una porzione dell’ulna che delimita la grande incisura semilunare, la quale a sua volta si articola con l’omero.
Nelle razze pesanti il processo anconeo presenta un centro di ossificazione autonomo: una cartilagine di accrescimento lo “collega” con il resto dell’ulna.
La fusione con l’ulna avviene tra gli 84 e i 164 giorni, circa nel 4° mese di età.
Per la mancata fusione esistono diverse teorie: una di tipo meccanico, con traumi di diversa entità che agiscono sul processo anconeo non ancora totalmente calcificato; ciò determina una frattura a livello della fisi.
Una seconda teoria parla della chiusura precoce della cartilagine di accrescimento distale dell’ulna; il radio cresce in misura maggiore e più rapidamente rispetto all’ulna e crescendo forza sul condilo mediale dell’omero, che a sua volta trasmette la spinta al processo anconeo. Questo, non essendo ancora fuso con l’ulna, se ne distacca.
La terza teoria ritiene che un ritardo nel processo di ossificazione encondrale (osteocondrosi) della fisi di accrescimento del processo anconeo possa contribuire alla debolezza strutturale del processo e al suo distacco in seguito alle sollecitazioni meccaniche articolari.
Anche in caso di UAP, l’insorgere della malattia determina un risentimento algico con una zoppia di 1° o 2° grado, di solito intorno ai 5 mesi.
La diagnosi che avviene mediante esame radiografico
Quando la patologia è bilaterale la sintomatologia è meno appariscente e spesso porta a diagnosi tardive, con artrosi ormai avanzata.
Anche in questo caso è necessario ricorrere all’intervento chirurgico, mediante il quale si provvederà all’asportazione del frammento o alla sua fissazione tramite vite.

FCP Frammentazione del processo coronoideo mediale dell’ulna

Colpisce prevalentemente cani appartenenti a razze di grossa taglia, con incidenza maggiore nei maschi.
Spesso la lesione interessa entrambi gli arti e si può verificare contemporaneamente a OCD del condilo omerale.
Anche il processo coronoideo ha un proprio nucleo di ossificazione, con una fisi di accrescimento che si fonde con l’ulna dopo quella dell’anconeo, a 6 mesi.
Se la cartilagine di accrescimento risulta interessata da osteocondrosi il processo coronoideo può staccarsi o frammentarsi.
Un'altra teoria presuppone una precoce chiusura della cartilagine di accrescimento del radio; l’ulna quindi cresce di più e più in fretta, determinando una maggior sollecitazione e una sofferenza a carico del processo coronoideo mediale, che si può staccare o frammentare.
Sintomi: zoppia, andatura rigida e innaturale accompagnata da sollevamento della testa quando c’è avanzamento dell’arto interessato.
Il cane prova dolore nei movimenti di flessione ed estensione.
La diagnosi è sempre radiografica, la terapia è di tipo chirurgico con asportazione dei frammenti e pulizia articolare.

Componente genetica

La componente genetica è importantissima come fattore predisponente, quindi è indispensabile un'attenta selezione dei riproduttori.
Fondamentale, però, anche la corretta alimentazione, specie per i soggetti di taglia grande e gigante in cui non si deve ricercare una crescita troppo veloce: l'eccessivo incremento del peso corporeo, determina una forza di carico che va a gravare su articolazioni e strutture muscolo-scheletriche ancora inadeguate ed immature; come diretta conseguenza avremo uno stato di sofferenza dell’intera articolazione e una predisposizione ai fenomeni degenerativi che sono alla base della displasia del gomito.

Sigle di classificazione

0 - Normale
I - Quasi normale
II - Artrosi media
III - Grave artrosi

Come per l'anca anche per la displasia del gomito, in Italia i controlli sono fortemente raccomandati ma non sono al momento obbligatori per la maggior parte delle razze.

La displasia dell'anca nel cane

La displasia dell'anca è una patologia che interessa l'articolazione coxo-femorale: il termine, infatti, indica uno sviluppo alterato, una malformazione della testa del femore, che non si adatta in modo adeguato alla cavità del bacino preposta a contenerla (acetabolo). Ne consegue l'usura e l'erosione delle cartilagini articolari rendendo instabile la stessa articolazione e riportando un movimento scorretto del bacino, più o meno grave, da parte dell'animale. In seguito a questa condizione potrà verificarsi l'insorgere di artrosi deformante.

Questa patologia colpisce cani di qualsiasi razza, indipendentemente dal sesso, ma con un'incidenza maggiore per i cani di taglia grande. Le razze considerate più a rischio sono il Pastore Tedesco, il San. Bernardo, il Labrador, il Golden Retriever, il Rottweiler, i Bovari, i Mastiff e molti altri, senza escludere tutti i cani incrociati con razze predisposte.

Le cause di questa malattia sembrano essere diverse ma la sua componente ereditaria pare costituire, ancora oggi, quella più influente: secondo alcuni studi pare ormai assodato che la displasia abbia carattere poligenico, cioè che dipenda dall'intervento di più geni e da diverse cause esterne quali ambientali, alimentari e traumatiche. Inoltre è una patologia con andamento recessivo, ciò conferma il fatto che non è sempre vero quando si dice che una coppia di cani non displasici potrà generare soltanto cuccioli sani, potrà saltare una generazione e ripresentarsi a quella successiva e la malattia potrà quindi manifestarsi anche in figli di genitori sanissimi, e viceversa.

SINTOMI: la displasia ha esordio con una zoppia più o meno evidente a causa dell'attrito fra le due superfici articolari che provocano dolore. Prima di tutto il cane accuserà una zoppia saltuaria in particolar modo all'inizio dell'attività fisica, che andrà poi migliorando con il movimento. Nel tempo, con l'aggravarsi della situazione, la zoppia tenderà ad aumentare fin quando il cane sarà costretto a movimenti macchinosi e accompagnati da immensi sforzi per alzarsi e sdraiarsi a terra.

DIAGNOSI: a parte la sintomatologia, alle volte fin troppo evidente, è necessario un esame radiologico delle articolazioni coxo-femorali per redigere una diagnosi certa. Il tutto va eseguito con il cane in anestesia generale per via della posizione scomoda e dolorosa (a causa della malattia) che dovrà assumere. La lastra, per avere validità legale (ovvero, per far si che il responso venga trascritto sul pedigree dell'animale), deve essere eseguita da un veterinario autorizzato che invierà, in seguito, le lastre alla centrale di lettura specializzata in questa patologia.

TERAPIA: la terapia può essere di tipo medico – conservativo, basata cioè sulla somministrazione di antinfiammatori, condroprotettori, agopuntura ecc. mirata a ridurre il dolore oppure di tipo chirurgico.

I procedimenti chirurgici che possono essere eseguiti sono 3:

  1. La protesi d'anca: può essere di diversi materiali (es. ceramica) ed è un intervento che richiede bravura, capacità suprema e un'attrezzatura all'avanguardia; ha un costo molto elevato, prevede un periodo post – operatorio molto lungo e le possibilità di riuscita purtroppo sono molto variabili. Possono verificarsi casi di rigetto ma se l'esito dell'intervento risulta positivo il cane tornerà a vivere una vita più che normale.
  2. Triplice osteotomia del bacino: questo secondo intervento consiste nel ruotare la parte acetabolare del bacino quanto basta per ricoprire la testa del femore. Ciò necessita di un acetabolo in buone condizioni e comunque va eseguito in età precoce, non appena viene scoperta la malattia. Anche in questo caso occorre bravura ed esperienza.
  3. Ostectomia della testa del femore: questo tipo di operazione si prefigge di intervenire sulla testa del femore, asportandola completamente; con il tempo si verrà a formare una nuova articolazione che pur essendo meno funzionale permetterà al cane una vita normale, senza costringerlo a sentir dolore ad ogni passo. Anche questo tipo di intervento va eseguito prima che il cane manifesti un eccessivo calo delle masse muscolari ma i costi sono nettamente inferiori rispetto alle altre operazioni. Il tempo di recupero va dai 2 ai 4 mesi ed i risultati sono più che buoni.

Detto questo, è opportuno ribadire ancora una volta l'importanza genetica di questa malattia: è fondamentale eliminare dalla riproduzione cani displasici, maschi o femmine che siano, ed anche cani sani ma che hanno generato figli malati. In via preventiva, l'importanza della selezione ha un'enorme significato perché ci permette di tenere sotto controllo, per quanto purtroppo possibile, la displasia. Diffidiamo inoltre degli allevamenti che accoppiano troppo spesso consanguinei e pretendiamo che ci venga mostrato l'esito della radiografia di entrambi i genitori del cucciolo che stiamo per acquistare. Non dimentichiamoci infine l'obbligatorietà di far eseguire la lastra a tutti i cani a rischio che dovrebbero essere avviati alla riproduzione o ad attività agonistiche.

RIPORTIAMO QUI DI SEGUITO LA TABELLA RIGUARDANTE I VARI GRADI DI DISPLASIA APPROVATI DALLA F.C.I.

HD.A NORMALE
HD.B QUASI NORMALE
HD.C LEGGERA DISPLASIA
HD.D MEDIA DISPLASIA
HD.E GRAVE DISPLASIA

Il decalogo per l'acquisto del vostro PET

Arrivo al volooooo

Avete deciso di dividere la vostra vita con un amico fidato? Avete deciso di regalarvi un sogno a quattro zampe? Avete deciso di portare una ventata di buono nella vostra vita?
Allora leggete questo decalogo e via alla nuova VITA........

Attenzione alle possibili truffe di tipo economico nelle quali si può incorrere: non sempre i soggetti ceduti come appartenenti ad una determinata linea di sangue lo sono, e si corre quindi il rischio di pagare a caro prezzo un animale che ha in realtà un valore decisamente inferiore. Non è raro che lo stesso soggetto sia proposto a cifre ben diverse, anche con 300,00 € di differenza, se si desidera o meno il pedigree, che è invece un documento richiesto dall'allevatore alla nascita della cucciolata e non può quindi gravare sul costo in maniera così rilevante.

Suggeriamo quindi a coloro che desiderano acquistare un cucciolo di attenersi alle seguenti indicazioni:

1. Preferibilmente acquistare cuccioli di età compresa tra 55 e 60 giorni per permettere il loro corretto sviluppo psicofisico. Animali più giovani sono estremamente delicati e si evita in questo modo di favorire il commercio di animali troppo piccoli e non in grado di sopportare trasporti e manipolazioni eccessive.
2. Verificare lo stato vaccinale sull'apposito libretto sanitario fornito con il cane. Le vaccinazioni devono recare il nominativo e il timbro leggibile di un medico veterinario. Vaccinazioni non certificate da medici veterinari sono da ritenersi nulle e quindi devono essere ripetute.
3. Sottoporre al più presto l'animale ad una visita di controllo dal proprio veterinario di fiducia.
4. Tenere presente che le vaccinazioni non garantiscono nei primi tempi l'effettiva protezione dell'animale molto giovane e che devono essere ripetute (richiami) a scadenze fisse per i primi mesi di vita per proteggere adeguatamente il cucciolo. Un cane di due mesi non può avere già terminato il programma vaccinale.
5. Limitare per i primi giorni i contatti del cucciolo con cani non ben conosciuti e non frequentare con animali molto piccoli e non vaccinati le aree normalmente riservate ai cani.
6. Ad animali molto giovani non somministrare farmaci di nessun genere (antielmintici, antibiotici, antiparassitari esterni) se non prescritti dal medico veterinario. Ogni farmaco ha indicazioni precise e va utilizzato solo in seguito a visita clinica o ad esami particolari. Errori di dosaggio o farmaci inutili possono causare danni gravissimi ed anche la morte del cucciolo.
7. Non utilizzare farmaci a caso o provenienti da confezioni aperte perché suggeriti da amici o forniti dal venditore insieme all'animale. Se il cucciolo presenta segni di malessere consultare immediatamente il proprio veterinario.
8. Se l'animale è di razza e munito di pedigree deve recare un numero di tatuaggio impresso sull'orecchio o sulla coscia destra che indichi la reale identità del cane acquistato. Se di età inferiore ai 4 mesi il tatuaggio può non essere già effettuato, ma il numero deve essere già attribuito. Deve necessariamente per legge avere il microchip e l'iscrizione all'anagrafe canina. Non devono esserci discrepanze tra la data di nascita riportata dal pedigree e quella del libretto sanitario: se ciò avviene il libretto o il pedigree probabilmente appartengono ad un altro animale e quindi il proprio cane deve essere considerato privo delle vaccinazioni.
9. L'animale regolarmente iscritto ai libri genealogici lo è dalla nascita, non deve quindi essere richiesto dal venditore un supplemento del costo del soggetto per procurare il pedigree già attribuito (ad esclusione delle spese di spedizione). Per ulteriori informazioni circa il costo reale del pedigree rivolgersi alla sede ENCI (Ente Nazionale Cinologia Italiana) più vicina.
10. Verificare attentamente le condizioni di vendita del cane (contratto) e richiedere al venditore informazioni in caso di indicazioni poco chiare. Non fidarsi di "promesse verbali", ma richiedere garanzie scritte.

Richiedere in ogni caso al proprio medico veterinario ulteriori consigli PRIMA di effettuare l'acquisto di animali di qualsiasi tipo.
Ricordarsi inoltre che il reato di maltrattamento degli animali richiede denuncia alla Magistratura in base alla modifica dell'articolo 727 della legge 473 del 22-11-93 del CODICE PENALE.

Tribunale degli animali


FINALMENTE!!!
Il tribunale degli animali di Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) nei prossimi giorni aprirà i battenti anche a Firenze, oltre che a Napoli, Foggia, Ancona e Palermo.
Entro la fine di ottobre saranno dieci le sezioni attive del tribunale degli animali, una camera arbitrale gratuita che si occupa di dirimere le controversie che hanno come oggetto gli animali.

Aidaa spiega che sono oramai un centinaio gli avvocati ed i giudici onorari che a livello nazionale stanno aderendo a titolo assolutamente gratuito all'iniziativa messa a punto dall'associazione. Per chiedere l'intervento del tribunale degli animali basta inviare una mail con la storia per la quale si vuole istruire una causa di camera arbitrale o la richiesta di accordo stragiudiziale all'e-mail tribunaleanimali@libero.it.
Il tribunale degli animali è già presente a Milano, Parma, Roma e Genova.

giovedì 16 ottobre 2008

Cosa dice lo sbadiglio??

Tutti sarebbero pronti a giurare che il cane che sbadiglia è un cane annoiato, o, al limite affamato o stanco, senza fermarsi a pensare che è un cane che sbadiglia e non un uomo.

Il più delle volte infatti lo sbadiglio del nostro amico nasce da ragioni ben diverse specie se lo si osserva in contesti in cui sembra fuori luogo: un cane seduto sulle zampe posteriori , con i muscoli in tensione pronti a scattare e lo sguardo eccitato puntato sul padrone, quasi a chiedere qualcosa, sbadiglia ripetutamente, pur non essendo affamato, magari accompagnando la fase finale dello sbadiglio con un uggiolo acuto e un movimento rapido della testa. Una scena del genere ci può far pensare più ad un cane stanco o annoiato ad un cane nervoso o in tensione per qualcosa. In questi casi lo sbadiglio diventa un segnale di stress.

Sono tanti i modi in cui il cane ci comunica il suo malessere, basta imparare a riconoscerli e certo all'inizio non è facile. Si tratta di azioni che il cane compie sempre in stato di agitazione e in momenti della giornata casuali, senza un nesso di coerenza e funzionalità. Le chiamano "attività dislocate" (Valerie O'Farrel) perché sono al di fuori del loro ambito e significato originario.

Facciamo un esempio. Ci sarà capitato qualche volta di rimanere sconcertati e impotenti davanti al nostro cane che cammina ansioso per tutta la casa e si acquatta in ogni angolo della casa a scavare con una smania insolita e irrefrenabile. E' il suo modo di dirci che ha un problema, che è in preda ad un conflittoo ad una frustrazione, che insomma è stressato.

Un messaggio simile ci viene trasmesso da un cane intento a spulciarsi nervosamente e ripetutamente o impegnato con foga a montare oggetti inanimati o comunque teso ad un'azione che per il modo in cui vive e per il modo in cui si svolge è svuotata dal suo significato originario.

Una volta che il padrone ha imparato a capire il messaggio può cominciare a trovare le cause di questa sovraeccitazione che potrebbero essere addebitate a lui stesso, se si tratta di un padrone incoerente e nevrotico, o al cane, quando é particolarmente emotivo e predisposto all'ansia.

Cosa dice la mia coda?

E' vero che i cani non parlano, nel senso stretto del termine, ma la loro capacità di comunicare messaggi sociali, stati emotivi, desideri e bisogni, rende addirittura inessenziale il linguaggio parlato.

E' infatti così ricca e articolata la loro gamma di espressioni mimico, gestuali, posturali e vocali da lasciarci a volte senza parole!

Possiamo partire anche dal più semplice frà i segnali che il cane ci invia e scoprirvi nuove sfumature di complessità.

Lo scodinzolio, per esempio, che tutti , fin da bambini, impariamo ad interpretare come segno di contentezza, può avere un livello di lettura un po' più complesso. Il cane è contento ed eccitato in misura diversa a seconda dei momenti e questo lui ce lo vuol far sapere tramite la coda.

Se la osserviamo bene, nelle diverse situazioni di eccitazione, scopriamo che il movimento non è sempre uguale a se stesso: cambia la velocità e cambia anche l'ampiezza e queste variazioni più o meno evidenti ci danno informazioni sul diverso grado di eccitazione e sul motivo dell'eccitazione.

Lo scodinzolio leggero all'arrivo del padrone sarà dunque un saluto di routin, mentre quello più rapido e frenetico, magari accompagnato da abbai e balzi, è un'esplosione di gioia per dire "ho sentito la tua mancanza!"

Poi c'è lo scodinzolio che accompagna il gioco, quello ampio e veloce del divertimento, che dà messaggi di approvazione e incitamento al compagno e lo assicura che tutto quello che sta accadendoin quel momento, abbai, ringhi e attacchi, fa parte di una finzione.

Lo scodinzolio lento "con la coda a mezz'asta" è stato invece interpretato (Stanley Coren) come tipico di una fase preliminare al gioco o ad esercizio di addestramento, in cui alla gioia di ricevere attenzione dal padrone si unisce la tensione verso l'apprendimento di un nuovo gioco.

Lo scodinzolio allora è un sorriso o, a seconda dei casi, una bella risata, un urlo di gioia o un'esplosione di entusiasmo, cui partecipa tutto il corpo. e, ci sembrerà strano, anche la "faccia" del cane in quel momento ride a guardarla bene!

Questo ci dà la misura della forte connotazione sociale di questo segnale e ci spiega il motivo per cui un cane scodinzola solo in presenza del padrone o in genere di esseri animali: non accade spesso neanche agli uomini di ridere da soli.

Il Temperamento del cane

Ogni cane, proprio come ogni essere umano, ha un proprio “carattere”, che in psicologia canina viene individuato con il “temperamento”. Ogni cane ha quindi un proprio temperamento, che lo rende unico e diverso da tutti gli altri membri della propria specie.

I tratti temperamentali derivano sia dalle esperienze di vita vissute dall’animale (es. se è stato allevato dalla propria madre o se è stato inserito presto nella famiglia umana, se è stato ben socializzato con altri cani, se vive da solo o con altri animali, se ha potuto essere ben stimolato ecc…), sia da tratti tipici della propria razza (fissità della razza), o da quelli delle razze incrociate nell’animale. Non va dimenticato infatti che per anni alcuni cani sono stati (o lo sono tuttora) selezionati per varie attività di utilità dell’uomo (es. i cani da caccia, da lavoro, da guardia ecc….), la fissità di certe caratteristiche, protratta per un tempo ragionevolmente lungo, ha dato luogo ha soggetti con peculiarità temperamentali diverse. Non va sottovalutata poi un certa attitudine temperamentali del tutto personale che ogni cane ha. Attraverso numerosi studi intuitivi (come l’osservazione) e scientifici (come l’uso delle scale quantitative) si è giunti alla formulazione di alcuni profili temperamentali.

GIOCOSO:fanno parte di questa categoria cani con carattere festoso, esplorativi, molto giocosi, ben socializzati, con attaccamento positivo al padrone. Di solito non timorosi, poco aggressivi, capaci di far uso di molti segnali calmati. Possono diventare morbosi nell’attaccamento e nella richiesta del gioco.

CURIOSO/IMPAVIDO: sono cani molto esplorativi, curiosi verso gli altri animali e verso gli altri umani. Possono sviluppare iperattività se non adeguatamente stimolati. Poco paurosi, mettono in atto pochi segnali calmanti rivolti verso gli altri cani.

PROPENSO ALLA CACCIA: sono cani molto esplorativi ma anche molto attaccati al padrone, con un senso spiccato verso l’inclinazioni naturali del cane (es. l’abbaio, lo scavare ecc…..). Possono risultare timidi e riservati verso gli estranei umani.

SOCIEVOLE: sono cani che amano soprattutto la presenza di altri esseri della propria specie, sono ben socializzati, poco timorosi. Si affidano molto anche a altri umani che poco conoscono e sembrano poter instaurare attaccamenti parentali multipli.

AGGRESSIVO: cani di solito poco socievoli soprattutto con gli estranei, ma attaccati alla propria famiglia. Possono avere una spiccato senso territoriale. Di solito equilibrati, tendono all’aggressività quando sentono minacciati se stessi o il proprio branco.

mercoledì 15 ottobre 2008

La scelta dell'educatore addestratore

AFFIDARSI ALLA PERSONA SBAGLIATA POTREBBE NUOCERE ALL’EQUILIBRIO PSICOLOGICO DEL NOSTRO CANE.

Sempre più numerose sono le persone che intendono affidare ad un professionista l’educazione del proprio amico a quattro zampe. E’ importante sapere, però, che nel nostro Paese non esiste nessun documento ufficiale, quali possono essere un diploma o una laurea in altri ambiti, né tantomeno un albo, che attestino la reale preparazione dell’uno o dell’altro addestratore.
ATTENTI ALLE “TRUFFE”! Paradossalmente chiunque potrebbe improvvisarsi un esperto educatore, anche se totalmente privo delle più basilari nozioni di psicologia canina. Non bisogna sottovalutare il “pericolo” che si corre affidando il proprio cane a tali individui. Un approccio scorretto e un’educazione “improvvisata” potrebbero infatti compromettere l’equilibrio caratteriale del cane.
ALCUNI SUGGERIMENTI… E’ bene, quindi, tenere presente alcuni “parametri” che possono servire come primo metro di giudizio nel momento in cui iniziamo ad avvicinarci ai campi di addestramento.
  • Diffidate di chi vi propone di affidargli il vostro cane per un determinato periodo, assicurandovi che ve lo riconsegnerà in tal data perfettamente addestrato. Il cane deve lavorare con voi sotto la guida dell’addestratore, che vi aiuterà a stabilire con l'animale un corretto rapporto e vi indicherà in che modo svolgere gli esercizi per ottenere un determinato risultato.
  • Diffidate di chi vi propone corsi solo individuali e/o solo di gruppo. L’ideale è alternarli, in modo da avere il controllo del vostro cane sia quando siete soli, sia in presenza di altre persone e, soprattutto, di altri cani.
  • Tenete presente che ogni cane è un individuo a sé, con caratteristiche proprie al di là della razza, del sesso e dell’età (fattori senz’altro importanti, ma non unici). E’ quindi impensabile prevedere la durata del corso a priori. Un cane può impiegare mezz’ora a svolgere un esercizio, un altro una settimana.

Per la stessa ragione i metodi di approccio potranno, o meglio dovranno, essere valutati caso per caso dall’addestratore, che saprà intuire i bisogni e le esigenze di cane e proprietario.

  • Ricordate che il rinforzo positivo è, in genere, più efficace di qualsiasi metodo coercitivo. Osservate in che modo l’addestratore si pone nei confronti dei cani con cui lavora e quali metodi usa.
  • Informatevi, se possibile, sul passato professionale dell’addestratore che intendete scegliere e parlate con persone che si sono già rivolte a lui in precedenza.

LA SCELTA GIUSTA Sempre più numerose sono le persone che intendono affidare ad un professionista l’educazione del proprio amico a quattro zampe. E’ importante sapere, però, che nel nostro Paese non esiste nessun documento ufficiale, quali possono essere un diploma o una laurea in altri ambiti, né tantomeno un albo, che attestino la reale preparazione dell’uno o dell’altro addestratore. Fortunatamente, oltre ai numerosi impostori cui si accennava prima, esiste un numero più modesto di persone serie, valide, motivate e con un’adeguata preparazione, che potranno aiutarvi ad instaurare col vostro cane un buon rapporto basato sul rispetto, sulla conoscenza e sulla comprensione reciproca. Non dimenticate, inoltre, che il tempo trascorso al campo col vostro cane, oltre a rafforzare il vostro rapporto, costituirà un’ottima occasione di svago per entrambi.

Istinto e Imprinting

A qualsiasi proprietario di un animale domestico sarà capitato almeno una volta di parlare di istinto e imprinting. Ma sappiamo davvero cosa indicano questi due termini, o ne confondiamo erroneamente il significato? Vediamo cosa sono e che ruolo giocano nella vita dei nostri amici a quattro zampe.

ISTINTO La parola istinto racchiude una serie di comportamenti innati che non dipendono da esperienze precedenti, ma sono scritti nel codice genetico. Sono generalmente comportamenti utili alla conservazione della specie. Ad esempio, una cagna sa come prendersi cura dei suoi piccoli, anche se si tratta della sua prima cucciolata. E ancora, un cucciolo appena nato cerca immediatamente la mammella della madre per la suzione del latte. La predazione, o la ricerca del cibo in genere, il comportamento sessuale, le cure materne e così via, sono quindi tutti comportamenti istintivi che i nostri cani “conoscono” e trasmettono geneticamente ai propri discendenti. In alcuni casi un comportamento istintivo può essere “raffinato” da uno o più comportamenti appresi, adeguandolo così alle circostanze o ad un determinato bisogno in quel momento. L’istinto è quindi, come abbiamo già detto, garante della conservazione della specie e della sopravvivenza individuale.

IMPRINTING L’imprinting non ha nulla a che vedere con i comportamenti innati (come spesso erroneamente si crede) e costituisce la prima fase di apprendimento dei giovani cuccioli. E’ il periodo che va dalla quarta alla settima settimana di vita (il cosiddetto periodo sensibile) e non va confuso col periodo della socializzazione, che avverrà solo successivamente. Durante questo arco di tempo i cuccioli imparano a riconoscere la propria specie e l'uomo. Inoltre si trovano, per la prima volta, faccia a faccia col mondo esterno e con tutto ciò che si trova fuori la “tana”. Iniziano così a vivere le loro prime esperienze, l’esito delle quali li condizionerà per tutta la vita. Per questo è importante che i cuccioli vengano a contatto, in questo periodo, con altri cani adulti equilibrati e col maggior numero possibile di persone che li toccheranno e giocheranno con loro, mostrando così che l’uomo è un “amico” e che possono fidarsi di lui. L’imprinting è forse la fase più importante di tutta la vita del cane, in quanto condizionerà il successivo periodo di socializzazione e tutta una serie di comportamenti inter- e intraspecifici. Una mancanza totale, o anche solo parziale di imprinting può provocare seri danni caratteriali. Vediamo come.
CONSEGUENZE DI UN IMPRINTING ERRATO L’imprinting è un processo irreversibile che, se dato correttamente, contribuirà al sano sviluppo psichico del futuro cane adulto. Un cucciolo tenuto in isolamento durante il periodo sensibile maturerà un atteggiamento di terrore nei confronti di altri cani e delle persone, e potrebbe diventare aggressivo e difficile da gestire. Non vivrebbe serenamente e nel modo corretto il successivo periodo della socializzazione, in quanto incapace di riconoscere gli individui della propria specie. Stesso discorso vale per un cucciolo improntato solo sull’uomo o solo sui cani. Riconoscerebbe come cospecifici solamente gli appartenenti alla specie su cui è stato imprintato, mentre sarebbe terrorizzato dagli altri. Il riconoscimento della propria specie è importante non solo dal punto di vista della socializzazione, ma anche per il corretto sviluppo dei futuri atteggiamenti sessuali. Esistono casi di cani che hanno rivolto le loro attenzioni sessuali alla proprietario. E’ facilmente intuibile come possa essere difficile, perfino per il professionista preparato, correggere un simile atteggiamento. Perciò, come dice il proverbio, prevenire è meglio che curare (anche perché, nel caso di un imprinting errato, curare diventa quasi, se non del tutto, impossibile).

Guida alla scelta


NON FARSI TENTARE

Ogni famiglia, come ogni proprietario, ha delle caratteristiche diverse; non è detto quindi che il tenerissimo cucciolone di labrador che hanno appena preso i vostri vicini di casa sia giusto per condividere i ritmi e la routine della vostra vita quotidiana.


LA RAZZA NON E’ ACQUA

Ogni cucciolo di razza raccoglie in sé un patrimonio, non solo genetico, ma anche temperamentale. Il suo carattere sarà quindi un mix tra i tratti temperamentali, ereditati della razza e le sue disposizioni caratteriali, frutto del suo vissuto. La conoscenza delle specificità delle varie razze, vi aiuterà nella scelta del cucciolo più adatto a voi.


LA TAGLIA INGANNA

Non pensate che taglia piccola sia sempre sinonimo di ubbidienza, tranquillità e resa incondizionata al padrone. Proprio come per il genere umano: l’altezza non è correlata al carattere. Potreste scoprire quindi come i piccoli terrier siano indomiti cuori e i grandi molossi sornioni compagni.


SE E’ LA VOSTRA PRIMA VOLTA

Se siete alla prima vostra esperienza cinofila sarebbe utile farsi consigliare da un esperto del settore, uno psicologo canino magari, e non lasciarsi tentare dal cuore, che vi spinge a prendere con voi il primo cucciolo che si avvicina scodinzolando. La scelta deve essere ponderata e ragionevole, se risultasse sbagliata potrebbe procurare molti guai, specialmente al cane.


APRITEVI ALLE NOVITÀ

Non esistono solo Lassie e RinTinTin, il panorama canino è molto grande e sono molte le razze che, poco conosciute, potrebbero fare al caso vostro. Quindi se siete preda della massima “il pastore tedesco è il cane per eccellenza”, siate pronti a ricredervi e ad aprire la mente a mille possibilità.

NON E’ SEMPRE UNA QUESTIONE DI PREZZO

Spesso siamo portati a pensare che prendere un cane in un allevamento comporterà una grossa spesa, ma non è sempre così che vanno le cose. Sicuramente adottare un cane di razza sarà più costoso che comprarlo in un negozio o prenderlo dal canile, allo stesso tempo rappresenta anche una maggiore garanzia. Il buon nome dell’allevatore fa da garante per ciò che riguarda la salute fisica e mentale del cucciolo stesso e questo ovviamente ha un prezzo; ma se la vostra esigenza è quella di avere un buon amico peloso con cui condividere un tratto della vostra vita e non avete intenzione di passare le domeniche tra una mostra cinofila e l’altra, in allevamento potrete trovare ottimi esemplari, magari con uno di quei piccoli difetti che non li rendono cani da esposizione, ma che per voi sono assolutamente inesistenti. In sostanza: se non sarà per voi una tragedia avere un cagnolino che non porta la coda perfettamente alta o che ha una minuta macchiolina nera su di un manto bianco, il prezzo sarà solo una rassicurazione sulla buona salute del vostro amico.

NON SOLO DI PURA RAZZA

Se poi vi sentite pronti per prendere un cane dal rifugio comunale, farete sicuramente una buona azione. A maggior ragione però rivolgetevi ad uno psicologo canino che vi guidi nella scelta giusta. Questi cani hanno infatti bisogno di maggiori attenzioni; spesso abbandonati da precedenti padroni o nati nei rifugi stessi, la vita gli ha già messi a dura prova, per questo saranno ancora più grati se li saprete amare e capire.

Cresciamo bene il cucciolo

Per educare bene il cucciolo non bisogna né costringerlo alla sottomissione né tantomeno, sottoporlo a punizioni fisiche.

Se si comprende il suo carattere pieno di ardore e di premurose attenzioni, se si riesce a capire il suo linguaggio, è molto semplice ottenere l'obbedienza.

Il cucciolo ha bisogno di vivere qualche ora del giorno all'aria aperta e fare movimento, senza essere costretto a estenuanti passeggiate al guinzaglio.

E' consigliabile incoraggiare il suo desiderio di gioco, in particolare con i bambini, per avere a fianco un cane sempre disponibile, gioioso e allegro.

Se lasciato a lungo solo in casa, il cucciolo soffre.
La dieta giornaliera deve essere suddivisa in più pasti, tre dai due agli otto mesi, per evitare le possibili digestioni difficoltose.

E' consigliabile, dopo ogni pasto, pulire la bocca tanto al cucciolo quanto all'adulto, per evitare che si annidino fra le labbra rimasugli di cibo, che fermentando provocano cattivo odore e possono essere fonte di infiammazione.

NON DISTURBATE!!!....sto sognando

Il sonno REM è caratterizzato da contrazioni del muso e degli arti e da uggiolii. L’uomo sogna durante questa fase del sonno ed è probabile, anche se non si hanno ancora certezze, che avvenga lo stesso negli animali. I cani dormono spesso sdraiati in una postura caratteristica, con gli arti raccolti e gli occhi aperti o chiusi. Mentre i cani che vivono in condizioni naturali hanno periodi di attività intervallati da fasi di riposo, i cani domestici sembrano seguire i ritmi dei loro proprietari: dormono di notte e sono attivi di giorno. Inoltre quest’ultimi dedicano molto più tempo al riposo rispetto ai soggetti che vivono liberi.

Conosciamoli meglio.

Molti padroni sostengono di aver visto i loro cani assumere un atteggiamento colpevole quando si erano comportati male, come a voler chiedere scusa per i guai combinati. Dobbiamo ritenere che queste persone attribuiscano al proprio cane un'emozione che è esclusivamente umana oppure i cani sono veramente in grado di provare rimorso? Entrambe le cose. Se il vostro cane ha "infranto le regole" e si comporta in modo stranamente sottomesso la spiegazione più ovvia è che stia reagendo alla vostra rabbia. I cani, infatti, sono bravissimi ad individuare i vostri "movimenti intenzionali", cioè quei primi indizi rivelatori di qualcosa che sta per succedere. Se la vostra rabbia sta per scoppiare, probabilmente prima di iniziare ad urlare vi irrigidirete e l'animale riesce a captare questa vostra tensione, comportandosi di conseguenza. Una reazione di questo genere non può essere spiegata con il rimorso; si tratta più semplicemente di paura. Alcuni padroni, però, insistono nel dire di aver visto i loro cani assumere un atteggiamento colpevole ancor prima che fosse scoperto il crimine.Per esempio, un cane che rinchiuso troppo a lungo da solo in una stanza faccia i suoi bisogni sul tappeto o riduca a brandelli una ciabatta. Se in passato l'animale ha appreso che comportamenti del genere sono proibiti, probabilmente accoglierà il suo padrone con un atteggiamento stranamente affettuoso e al tempo stesso colpevole. Se, dal canto suo, il proprietario del cane non ha ancora avuto la possibilità di vedere il danno commesso, dal suo comportamento il cane non trarrà alcun indizio sul "pericolo imminente". Da ciò si deduce che il comportamento del cane è derivato dalla consapevolezza di aver fatto qualcosa di sbagliato e che quindi l'animale si dimostra pentito. Anche i lupi si pentono Un atteggiamento del genere si è osservato anche nei lupi. Nel corso di un esperimento, fu distribuito un grosso pezzo di carne ad un gruppo di lupi affamati in cattività, in modo però che fosse preso da uno degli animali più deboli. L'esemplare di rango inferiore afferrò il pezzo di carne e si rintanò in un angolo, ringhiando e mostrando i denti ogni volta che gli avvicinava qualche lupo d'alto rango. In una comunità di lupi, una delle regole comportamentali e sociali stabilisce che il possesso di un pezzo di cibo annulla qualunque gerarchia. In altre parole quando un lupo ha un pezzo di carne in bocca, indipendentemente dalle gerarchie, quel pezzo di carne è suo. A quel punto nemmeno il capobranco può toglierglielo. Infatti, esiste quella che è chiamata"zona di possesso", un'area che si estende per circa 25 cm intorno alla bocca dell'animale che si sta alimentando e che è proibito invadere (e la stessa cosa avviene anche per i cani). Nel caso di questo branco di lupi affamati, gli elementi dominanti morivano dalla voglia di portare via il pezzo di carne all'animale più debole, ma si trattennero dal farlo. Poi, dopo che il lupo ebbe mangiato metà della carne e non stava guardando, gli altri gli rubarono ciò che rimaneva. A conclusione dell'episodio, l'animale più debole si avvicinò agli altri lupi strisciando con aria sottomessa e ad ognuno di essi riservò lo stesso trattamento, nonostante non si mostrassero assolutamente minacciosi o aggressivi nei suoi confronti. Era come se il lupo di "rango inferiore" si sentisse costretto a chiedere scusa per l'atteggiamento dimostrato e volesse mettere in chiaro che non aveva alcuna intenzione di occupare una posizione di grado superiore.