giovedì 27 novembre 2008

Per la DOLCISSIMA Sofia......

Buon pomeriggio a tutti cari amici, da tempo non scrivo di me e forse anche il mio paparino si lascia prendere dalla noia e non effettua alcuna narrazione del mio quotidiano! In verità sto ancora riprendendomi dal freddo e dalla fatica di domenica mattina quando alla mostra attendevo il mio turno per sfoggiare la mia un pò esile, ma assolutamente elegante figura! Ma di questo vi ha già parlato Marcellino.
Allora che dire: ho imparato definitivamente i comandi che mi hanno insegnato all'addestramento e quindi basta farmi sentire un "seduto" o un "terra" o un "op" o ancora "piede" che io subito obbedisco, d'altronde sono un cane intelligente io!!!
La mia sorellina umana con due zampe, che a volte ne usa anche lei quattro, gattona ah ah ah, domenica compie il suo I° anno di vita e non posso che augurarle un mondo di bene e mandarle tanti bacini leccosi e dato che io non sarò alla sua festa con gli umani, festeggeremo a casa nostra con me medesimo, Marcellino, Mitica Barbara e Sofi ovviamente!
Tanti auguri leccosi alla mia Sofi e leccatina per tutti!!!!

domenica 23 novembre 2008

Oggi la PRIMA......





Ebbene sì, cari miei fans, OGGI è stata la mia prima esposizione Internazionale e con molta sincerità devo dire che è andata bene ma non benissimo, non sono ancora al TOP....Vi spiego meglio....Il Sig. Giudice Dondina mi ha valutato PROMETTENTE anziché MOLTO PROMETTENTE a causa del problemino che mi porto sin dalla nascita come eredità del mio caro PAPARINO Conan dei Dauni cioè...devo correggere il portamento delle zampe anteriori, perché sono un poco a paperella o per meglio dire e per usare il gergo cinofilo, sono leggermente MANCINO. Altro problemino da correggere, anche se questo è ovvio visto la mia età, è che devo leggermente rinforzare la muscolatura e mi è stato consigliato di fare un poco di tapin roulant, per il resto sono stato valutato nella seguente maniera: Buono stato di salute, Chiusura corretta, Testa molto tipica e ancora in formazione con occhio nero, Tronco corretto, Giusta altezza e larghezza del torace, Altezza corretta, Angoli corretti. Tutto sommato, sono molto soddisfatto per come è andata e comunque vi prometto, che quei piccoli "NEI" che ho, saranno presto debellati.... Sono o non sono il migliore, ah ah ah....ops dimenticavo, ovviamente sono arrivato PRIMO!!!

P.S. Ringrazio Marcello, Barbara, Ciccio, Daniela, Alfio, Federico, Manfredi per aver fatto il tifo per me e per essersi presi una bella botta di freddo polare pur di essere presenti, GRAZIE.

P.S. 2 RINGRAZIO ROBERTA (DOVEVA ESSERE LA MIA FOTOGRAFA UFFICIALE), EUGENIO E QUANT'ALTRI MI AVEVANO PROMESSO CHE SAREBBERO VENUTI, INVECE HANNO AVUTO MEGLIO DA FARE, A BUON RENDERE!!

giovedì 20 novembre 2008

In Paradiso....

IN PARADISO

Ci sarà un paradiso anche per i cani?
Quei cani affamati, bastonati, abbandonati...
Ci sarà, certo un paradiso,
perché nell'inferno ci sono già stati;
qui sulla terra.
Ci deve essere il paradiso
per chi non ha mai incontrato
di un padrone il sorriso
ma anche per chi, fortunato,
nella vita è stato amato;
esisterà di certo il loro paradiso,
con tanti angeli a cui
donare un amore assoluto e infinito
come il mare;
un tesoro che l'uomo ha rifiutato.
Sarà bello quel paradiso dove correre
liberi da catene, su e giù nell'immensità.
E amare, senza essere mai più traditi,
da qui all'Eternità.

(Autrice: Cesarina Santoni)

mercoledì 19 novembre 2008

Anorchidismo


Indica il soggetto in cui uno od entrambi i testicoli non si sono proprio sviluppati, caso piu' raro. Quelle che sembrano funzionare (?) hanno una serie di effetti collaterali pesanti (ad es. saldatura precoce dei punti di accrescimento delle ossa, per cui deformita' piu' o meno accentuate).

Per l' eventuale pedigree se il testicolo non discende non servira' a nulla, Il cane senza uno od entrambi i testicoli non puo' partecipare ad esposizioni ne' si deve far riprodurre (la tara e' geneticamente trasmissibile).

L' indagine ecografica per rintracciare il testicolo criptico e' difficilissima e quasi sempre infruttuosa ( a detta di tutti gli ecografisti veterinari che sono stati nterpellati) vuoi perche' il testicolo e' molto piccolo vuoi perche' la sua ubicazione e' ampiamente variabile.

Cosiglio: Per i criptorchidi non orchidopessi, cioe' riportare il testicolo nello scroto, (non sempre possibile perche' il funicolo - insieme di deferente [il canalino che porta gli spermatozoi all' esterno] e vena ed arteria - spesso e' troppo corto e perche' l' anomalia e' ereditaria), ma asportazione del testicolo ritenuto che nel tempo (quanto e' una variabile imponderabile) tende a degenerare verso la forma neoplastica, ed anche di quello eventualmente presente nello scroto. Ai fini della riproduzione si e' gia' detto che il soggetto affetto da criptorchidismo, agenesia o ectopia testicolare non va usato come riproduttore, ma per i genitori e i fratelli?
Dipende:
A: Genitori, nonni, bisnonni ecc. esenti da criptorchidismo allora si possono usare come riproduttori (pero' il problema dell' alterazione genetica potrebbe essersi verificato nella mamma - che ovviamente non lo manifestava - in tal caso i fratelli sono "apparentemente a posto" ma in realta' il carattere "alterato" che porta alla tara potrebbe non essersi presentato anche in loro ma lo potrebbero trasmettere ai loro figli.
B: Lo "sfortunello" e solo il fratello criptorchide in quanto il "gene" difettoso si e' creato solo in lui e allora i fratelli sono OK. Da un punto di vista pratico: Il soggetto che presenta il "difetto" non si usa come riproduttore e deve essere sottoposto ad intervento chirurgico per asportare il/i testicolo/i "vagante/i" e ,suggerisco, anche quello eventualmente presente nello scroto.

Genitori ed antenati esenti:
I fratelli "sani" si usano come riproduttori "con riserva" (vale a dire che si escluderanno se nelle loro cucciolate compariranno dei soggetti con problemi). I genitori fanno altre cucciolate con cuccioli maschi esenti da criptorchidismo - il problema e' con ogni probabilita' esclusivo del cucciolo col difetto e quindi i fratelli sani lo sono veramente.

Quindi i primi da indagare sono genitori ed antenati, poi sperimentalmente si testano i genitori con altre cucciolate.

martedì 18 novembre 2008

Cosa pensa il nostro Cane?

Noi forse non siamo capaci di capirlo. Ma le ultime ricerche suggeriscono che i cani - tra di loro - sembrano riconoscere e capire il grado di distrazione.
Una buona fetta degli appassionati di cani sarebbe pronta a metterci la mano sul fuoco: i loro amici a quattro zampe riescono a capire i pensieri dei loro padroncini.
Al momento, però, non esistono ancora prove scientifiche che avvalori questa tesi. Ma una nuova ricerca, condotta da una delle principali esperte di cognizione degli animali, Alexandra Horowitz, sembra suggerire che i cani abbiano almeno una rudimentale versione della cosiddetta "teoria della mente", una capacità della mente di capire che le altre persone hanno credenze, interessi, intenzioni e pensieri diversi dai nostri.

Club elitario. Sebbene questa capacità sia cruciale nello sviluppo sociale e nei rapporti con gli altri, finora è stata riscontrata soltanto nell'uomo e - in una certa misura - anche negli scimpanzé. Per esempio una ricerca recente, soffermatasi sulla percezione che hanno le scimmie della loro immagine allo specchio, è giunta alla conclusione che i nostri "cugini" non riconoscono la loro immagine ma almeno si rendono conto che non è una scimmia vera e propria.

Per gioco. La Horowitz ha studiato il comportamento dei cani durante il gioco. In particolare ha osservato il modo con cui i cani attirano l'attenzione dei loro compagni distratti: quando infatti due cani stanno giocando e uno si distrae, l'altro usa uno o più stratagemmi - abbai, piccoli morsi o colpetti - per riguadagnarne l'attenzione. Il grado di questi richiami dipende dal livello di distrazione. Secondo la Horowitz i cani sarebbero dunque capaci di riconoscere e capire il grado di distrazione degli altri compagni di gioco e sarebbero pertanto dotati di una rudimentale teoria della mente.
L'ipotesi - affascinante per amanti di cani e no - andrebbe tuttavia messa alla prova in altre situazioni.

Il Cane e il Padrone


Molti dei problemi dei cani, sono dovuti al carattere del loro padrone che, involontariamente, influisce negativamente o positivamente sugli inevitabili condizionamenti dati dalla convivenza. Il padrone ideale, durante l'educazione del cane, dovrebbe essere caratterialmente neutro, dovrebbe quindi controllarsi evitando inutili spontanei atteggiamenti che potrebbero vanificare i metodi e gli sforzi per metterli in atto.


PADRONE TIPO

ATTEGGIAMENTO

Dispotico-manesco

pretende la totale sottomissione esagerando con le maniere forti infliggendo punizioni fisiche ripetute.

Dispotico-verbalepretende la totale sottomissione esagerando con il volume della voce usando un tono fastidioso al cane.
Permissivoper paura di perdere l'amore del proprio cane, gli permette qualunque cosa subendo le sue richieste.
Compiacenteallo scopo di ottenere risposte, vezzeggia il proprio cane fornendo premi, anche alimentari, a dismisura.
Paranoicoattribuisce al cane capacità intellettive a livello umano, si rivolge a lui come se fosse un suo pari in grado di capire.
Insicuro
ha sempre paura di sbagliare, passa da un metodo educativo all'altro con effetti disastrosi, non si fida di nessuno.
Ansioso
vorrebbe ottenere tutto e subito, non ha fiducia nel proprio cane e tanto meno nei sistemi che sta adottando.
Scientifico
esegue diligentemente le fasi educative prendendo tutto alla lettera senza intransigenze, privo di elasticità mentale.
Esibizionista
educa il proprio cane come un soldatino con l'unico scopo di dimostrare quanto è bravo come addestratore.
Coerente
sceglie e adotta i metodi educativi, tiene un atteggiamento paterno-dominante rispettando il giusto ruolo del cane.

Le Leishmaniosi

Le leishmaniosi sono malattie sostenute da parassiti appartenenti ai protozoi. L'agente principale della leishmaniosi nelle aree mediterranee è la Leishmania infantum un parassita in grado di colpire soprattutto il cane, ma spesso anche gli esseri umani. Negli ultimi anni purtroppo, si è registrata un altissima incidenza anche negli animali domestici e nonostante numerosi team stanno sperimentando nuovi prodotti in grado di prevenire e curare tale malattia, pare che la strada da fare sia ancora tanta.

VIE DI CONTAGIO

La leishmaniosi viene veicolata in Europa dalla puntura del Phlebotomus papatasi, comunemente chiamato pappatacio, insetto simile alla zanzara, mentre nel nuovo mondo è trasmessa da flebotomi del genere Lutzomyia. Il pappatacio colpisce principalmente da maggio ad ottobre e preferibilmente dal tramontoalba. È presente in tutto il mondo, tranne, a quanto pare, in Australia, ma principalmente si trova in aree vicino al mare o nelle zone tropicali. all'

Le numerose segnalazioni degli ultimi anni di casi di leishmaniosi canina provenienti da aree tradizionalmente ritenute indenni (anche dell'Italia settentrionale), debbono portare alla conclusione che - in pratica - non esistono zone, comunemente abitate, che possano essere considerate completamente sicure. Infatti se fino al 1989 il Nord Italia era considerato praticamente indenne dalla leishmaniosi canina, oggi esistono dei focolai accertati in Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte ed altri probabili in Trentino e Lombardia (Natale, 2004). In Piemonte sono state accertate tre differenti aree in cui la leishmaniosi canina è endemica (Torino, Ivrea, Casale Monferrato), con una sieroprevalenza che va dal 3,9% al 5,8%. È stato identificato anche un possibile focus instabile in Valle D'Aosta: in quest'area montuosa non erano mai stati segnalati flebotomi in precedenti stazioni di cattura. In queste aree la colonizzazione può essere avvenuta spontaneamente dalle zone costiere o in seguito agli aumentati movimenti di persone dalle aree mediterranee in cui abbondano i flebotomi. In queste aree del Piemonte e della Valle D'Aosta la presenza stagionale dei flebotomi va dalla seconda metà di maggio a settembre. In base ad analogie climatiche e caratteristiche ambientali si può anche prevedere che la diffusione della malattia s'estenderà nel prossimo futuro ad altre zone dell'Europa[1] centrale.

Questa malattia colpisce il cane punto dall'insetto infetto e porta a sintomi piuttosto gravi. Un cane risultato positivo al test può tuttavia vivere per molto tempo prima di manifestare sintomi, ma può comunque diffondere la malattia. La leishmaniosi, inoltre, è un'antropo-zoonosi, cioè una malattia trasmissibile, in alcune particolari condizioni, anche all’uomo (vedi leishmaniosi umana).
Molto importante è tenere presente che la leishmania non viene trasmessa direttamente da cane a cane o da cane a persona: il protozoo infatti, per diventare infettante, deve prima compiere nel flebotomo una parte del proprio ciclo biologico. La vicinanza o il possesso di un cane infetto comportano dunque un rischio epidemiologico per l'uomo del tutto risibile, visto che in una zona endemica saranno molti milioni i pappataci infetti potenzialmente in grado di pungere.

SINTOMI

La leishmaniosi può manifestarsi con una serie di sintomi che possono presentarsi assieme o singolarmente. Alcuni animali possono presentare prevalentemente la sintomatologia cutanea della malattia, in altri vengono colpiti gli organi interni, altri ancora manifestano sintomi di entrambi i tipi. La sintomatologia e i segni clinici possono pertanto essere, nei casi non conclamati, multiformi e talvolta difficili da inquadrare.

La sintomatologia "classica" della leishmaniosi comprende:

  • Dermatite secca esfoliativa tipo forfora
  • Perdita di peso in modo più o meno rapido.
  • Alopecia ovvero perdita di pelo intorno agli occhi, sulle zampe, sul dorso.
  • Lesioni alle orecchie le quali perdono pelo e manifestano vere e proprie ulcere sanguinolente.
  • Perdita di sangue dal naso (epistassi) dovuta a ulcere nella mucosa orale, in cui sono presenti i parassiti.
  • Crescita accelerata delle unghie (onicogrifosi).

a carico della pelle si può talora osservare una dermatite esfoliativa con forfora.

  • Dolori articolari compreso anche mal di schiena: il cane se ne sta spesso immobile in piedi, tenendo la testa bassa per cercare sollievo.
  • lesioni oculari, dovute a una uveite e iridociclite.
  • A livello viscerale si riscontrano danni renali, in correlazione ai quali compaiono, col procedere della malattia nei successivi gradi di disfunzione renale: polidipsia, poliuria, anoressia, vomito, diarrea, ulcere orali, sino ai segni neurologici e al coma uremico.

DIAGNOSI

La diagnosi viene effettuata sul sangue, sull'urina, su prelievi citologici di linfonodi, midollo osseo e milza. Il sangue viene valutato quali-quantitativamente nelle sue componenti cellulari (esame emocromocitometrico), in quelle proteiche plasmatiche (elettroforesi) e dal punto di vista immunologico, alla ricerca degli anticorpiimmunofluorescenza) o del parassita stesso (PCR); dall'esame del siero si ricavano informazioni sulla funzionalità degli organi interni, specie fegato e reni. indicanti il contatto col parassita (

L'urina dà informazioni sulla funzionalità renale, valutatone il peso specifico, il contenuto in proteine, le cellule presenti.

Sul midollo osseo, milza ed i linfonodi si ricerca la presenza del parassita tramite esame microscopico e PCR.

TERAPIA

Non esiste ancora una cura definitiva per la leishmaniosi, tuttavia la terapia riesce a rallentare il suo decorso, se non a bloccarlo. Cani che reagiscono molto bene alla cura possono continuare a vivere anni senza più manifestare i sintomi della malattia. Tuttavia sono possibili delle ricadute e per questo motivo in genere si effettuano esami periodici e si somministrano i medicinali in caso delle ricadute. I farmaci che hanno maggior successo sono quelli a base di antimoniali, come l'antimoniato di metil-glucamina, che è considerata la terapia d'elezione, ma sono attivi parzialmente anche il metronidazolo e alcuni chinoloni. Un nuovo farmaco, usato finora in medicina umana, è la Miltefosina. È il primo farmaco autorizzato in veterinaria per l'uso sulla Leishmaniosi somministrato per via orale nel cibo per 28 giorni. La sua tossicità renale è nulla e la sua efficacia - secondo la ditta produttrice - è sovrapponibile all'utilizzo degli antimoniali.

È fondamentale per un successo terapeutico, inquadrare il cane in una delle classi di malattia, in dipendenza del grado di coinvolgimento della funzionalità renale, dell'alterato rapporto tra albumine e globuline, e instaurare una terapia a dosi variabili e per periodi sufficientemente lunghi da permettere al sistema immunitario del cane di prevalere sul parassita.

PROFILASSI

Non essendo ancora stato prodotto un vaccino, la profilassi per il cane non può limitarsi ad altro che alla protezione dagli insetti con collari repellenti a base di piretroidi sintetici come la deltametrina e la permetrina e sostanze naturali (aglio) che hanno dimostrato in test e ricerche scientifiche un elevato potere antifeeding sul flebotomo vettore. Poiché il pappatacio vive tra l'erba e colpisce soprattutto di notte, è meglio non far dormire il cane in giardino almeno nelle aree geografiche più colpite dalla malattia. La lotta ai flebotomi può essere condotta principalmente attraverso due tipi d’intervento: il primo prevede misure di protezione contro la puntura dei flebotomi; il secondo, teso a ridurre significativamente la densità di questi insetti, implica l'uso di insetticidi e/o operazioni di bonifica ambientale atte ad eliminare le cause favorenti il loro sviluppo larvale, in particolare in aree urbane e peri-urbane. Misure da prendere per la protezione individuale e collettiva in zone endemiche per leishmaniosi, oltre l'uso di repellenti, sono l’utilizzo di zanzariere a maglie molto fitte applicate a finestre e porte e l'evitare di soggiornare all'aperto durante le ore notturne nella stagione calda.

LA LEISHMANIOSI NEI CANILI SANITARI E NEI RIFUGI

Le zoonosi veicolate da insetti di varie specie costituiscono uno dei maggiori problemi sanitari per la gestione di canili pubblici o privati; alcune di queste malattie, infatti, oltre a causare danni all’animale colpito con i conseguenti costi per le cure e la profilassi, possono essere veicolate anche all’uomo ed in alcuni casi con forme così virulente da causare il decesso dei soggetti colpiti.

Consegue la necessità nell'ambito del canile di proteggere, per quanto più possibile, i cani, ricoverandoli in modo automatizzato - nell'intervallo giornaliero favorevoli all'attacco dell'insetto - in ambienti abitabili nei quali però il pappataci, segnatamente le femmine, non possano entrare fisicamente, e/o che ne sia efficacemente scoraggiate, e qualora, per avventura, vi si fosse introdotto non possa assolutamente uscirne vivo. Occorre quindi realizzare nella "zona notte" del canile destinato ai cani ospiti del canile, nel lasso di tempo nel quale è in genere prevista l'attività' del pappataci, un ricovero di caratteristiche tali da assicurare le condizioni di cui sopra adottando inoltre, all'esterno di tale ricovero già protetto, soluzioni che già di per se scoraggino l'avvicinarsi dell'insetto.

Esistono in commercio appositi Box per cani " Box Brevettati per cani " e gatti attrezzati per la prevenzione e il controllo del veicolo di malattie infettive.

Il Cane e l'acqua

I cani sono carnivori facoltativi in quanto per opportunità si adattano anche a diversi altri alimenti. Del resto basta dare un’occhiata alla bocca dei nostri beniamini per capire quanto sia specializzata, adatta per mordere, prendere, strappare le porzioni muscolari delle prede. La masticazione, così importante in altre specie onnivore od erbivore, nei carnivori domestici ha scarso significato. Anche l’intestino si è adattato a questa dieta a base proteica.

Un’alimentazione equilibrata è alla base della salute e del benessere del cane.


L’ACQUA

Elemento essenziale nella dieta è in primo luogo l’acqua, di gran lunga il fattore più importante da tenere in considerazione.
Una perdita di grassi quasi totale e di metà del contenuto proteico dell’organismo è ancora compatibile con la sopravvivenza, mentre una disidratazione pari al 10% è già gravissima, oltre al 12-15% l’animale muore. Il fabbisogno di acqua in condizioni normali è in relazione alla perdita di liquidi con scorie metaboliche tramite l’urinazione ed ai meccanismi di termoregolazione. D’estate in particolare bisognerà prestare molta attenzione a lasciare sempre acqua fresca a disposizione! Per raffreddarsi gli animali perdono acqua con il meccanismo dell’evaporazione attraverso le prime vie aeree, molto meno con la sudorazione. Il fabbisogno di acqua medio si calcola in ml/kg al giorno con valori analoghi a quelli espressi per il fabbisogno energetico, calcolato in calorie al giorno.
L’energia

L’energia necessaria agli animali per svilupparsi e vivere è fornita dai carboidrati, i lipidi e le proteine presenti negli alimenti.
Il fabbisogno energetico di mantenimento si calcola in kilocalorie x kilo di peso vivo al dì, moltiplicato per eventuali fabbisogni energetici specifici quali la gravidanza, l’inattività, l’esercizio fisico prolungato, l’accrescimento, la malattia e le condizioni climatiche particolari. Semplificando, si parla generalmente di 50 kilocalorie/kg al di per cani di taglia grande fino a 90 per quelli piccoli in condizioni normali. Nel gatto un fabbisogno basale si aggira intorno alle 50 kilocalorie. Si tratta sempre di valori medi, suscettibili di aggiustamenti in base ai fattori summenzionati. Molti alimenti commerciali riportano il contenuto calorico del mangime, altri solamente una raccomandazione d’uso del produttore.
D’estate, quando le condizioni climatiche sono particolarmente sfavorevoli per via del caldo e dell’umidità, bisognerà correggere la dieta.

Con il caldo i fabbisogni energetici aumentano in quanto il dispendio calorico dell’organismo per raffreddarsi è notevole, mentre l’appetito generalmente diminuisce. Da questo ultimo fatto molti proprietari di cani e gatti ritengono erroneamente utile ridurre il fabbisogno energetico, anziché aumentarlo, razionando la dieta. Con il clima caldo ed afoso pertanto sarà necessario fornire ai nostri animali una dieta che abbia più calorie in meno grammi di alimento, possibilmente una dieta ricca di grassi ed a ridotto tenore proteico che determina anche un minore calore metabolico da lavoro digestivo. Tra l’altro, riducendo l’apporto proteico d’estate, sembrerebbe che si riduca la predisposizione a problemi cutanei fastidiosi che hanno come fattori predisponenti il caldo e l’allergia a determinate proteine.

Insufficienza Renale


L'insufficienza renale cronica è una degenerazione lenta, graduale e irreversibile della funzionalità renale. Se i reni, che hanno il compito principale di depurare il sangue dalle sostanze tossiche di rifiuto, non funzionano in maniera sufficiente, queste sostanze si accumulano nell'organismo dell’animale e provocano i sintomi tipici dell'insufficienza renale.

LA FUNZIONE DEI RENI

I reni svolgono importanti funzioni tra cui:
- la rimozione delle sostanze tossiche dal sangue;
- la regolazione del volume e della composizione chimica dei liquidi corporei;
- la produzione di ormoni che stimolano la produzione di globuli rossi (eritropoietina);
- il controllo della pressione sanguigna.

Dopo che i reni hanno compiuto il loro lavoro, le sostanze prodotte dai processi metabolici sono eliminate attraverso l’urina.


TIPOLOGIE DI INSUFFICIENZA RENALE

Insufficienza renale cronica (IRC): si verifica quando i reni sono compromessi oltre il 75%, non riuscendo più ad espellere i rifiuti tossici, a produrre ormoni e a regolare la composizione chimica dei liquidi corporei. La funzionalità renale diminuisce lentamente, in un periodo di tempo piuttosto lungo. I sintomi appaiono gradualmente.
Insufficienza renale acuta (IRA): è caratterizzata da un crollo improvviso della funzionalità renale, che causa variazioni di tipo biochimico, come l’alterazione degli equilibri minerali nei fluidi corporei. Proprio a causa di questo tempestivo declino, i sintomi sono molto più drammatici.


LE CAUSE

Per quanto riguarda l’IRC la più comune causa è l’età. Altre cause di danno renale possono essere l’ingestione di sostanze tossiche (per es. anti-gelo per il motore), la somministrazione di alcuni farmaci anti-infiammatori e di alcuni tipi di antibiotici. Inoltre, alcune malattie infettive possono portare ad un declino della funzione renale.


I SINTOMI

- Polidipsia (eccessiva assunzione di acqua)
- Poliuria (aumento della quantità di urine)
- Abbattimento e depressione
- Vomito
- Alitosi
- Mancanza di appetito
- Debolezza o mancanza di coordinazione
- Ulcere orali
- Perdita di peso o di massa muscolare


DIAGNOSI E TERAPIE

Le analisi di laboratorio sono fondamentali per determinare il tipo e lo stadio dell’insufficienza renale. Il veterinario effettuerà un prelievo di sangue e di urine per poter valutare i parametri relativi alla funzione renale (azotemia, creatinemia, creatinuria, proteinuria ecc…) e per escludere eventuali infezioni a carico del rene. A differenza dell’IRA, l’IRC è irreversibile; l’animale può non essere più in grado di rispondere ai trattamenti oppure può vivere ancora per mesi, o anni. È dunque importante osservare il proprio animale e riferire tempestivamente al veterinario ogni sintomo sospetto: più precoce sarà la diagnosi, più possibilità si avranno di prolungare e rendere qualitativamente migliore la vita dell’animale.


Le terapie adottabili sono:

- Reidratazione parenterale con fluidi
- Dieta speciale a basso contenuto di proteine, sale e fosforo
- Farmaci anti-ipertensivi ( ACE-inibitori)
- Controllo del vomito e dei problemi gastro-intestinali
- Controllo dell'anemia
- Ospedalizzazione e cure di supporto

Infezione da Zecche

Il batterio Ehrlichia ewingii, che si riteneva potesse colpire soltanto gli animali, ha causato l'ehrlichiosi in almeno quattro soggetti negli ultimi anni. Lo hanno reso noto i ricercatori Gregory Storch e Richard Buller della Washington University School of Medicine di Saint Louis. L'ehrlichiosi è un'infezione trasmessa dalle zecche, causata dal genere batterico Ehrlichia, che si manifesta con febbre e danni a carico del sangue: anemia, diminuzione del numero di globuli bianchi (leucopenìa) e di piastrine (trombocitopenìa), innalzamento della transaminasi. Nel periodo che va dal 1986 al 1993 furono individuati due ceppi di ehrlichia, endemici nello stato del Missouri, in grado d'infettare anche l'uomo. Il primo colpisce in particolar modo le cellule del sangue chiamate monociti - che costituiscono il 3-6 per cento dei globuli bianchi - e causa la forma nota come ehrlichiosi monocitica; il secondo ceppo produce l'ehrlichiosi granulocitica, poiché attacca soprattutto i granulociti, che svolgono la loro attività fagocitaria principalmente durante i processi infiammatori. Con gli anni novanta, i ricercatori sono riusciti a mettere a punto una procedura di diagnosi molto efficace, basata sulla tecnica di reazione a catena della polimerasi (PCR), con una prova generica per il batterio e due prove specifiche per individuare i singoli ceppi umani di ehrlichia. Il test, effettuato su un campione di 413 pazienti sospettati di aver contratto l'infezione, presentava un rompicapo: quattro soggetti, tra i sessanta risultati positivi alla prova generica, erano negativi a entrambe le prove specifiche. «Dopo alcuni studi capimmo che si trattava del ceppo Ehrlichia ewingii» ha spiegato Max Arens, assistente di Gregory Storch. «Lo stesso batterio che causa la malattia nei cani, nel bestiame e in altri animali.» La scoperta rappresenta un passo in avanti per la lotta contro un'infezione facilmente curabile con antibiotici, ma che può portare alla morte se trascurata. «L'ehrlichiosi è difficilmente diagnosticabile da medici che non hanno un'informazione specifica» ha commentato Storch. «Molti di loro non riconoscono la malattia anche in presenza dei sintomi classici. Una diagnosi appropriata può in questo caso fare la differenza tra la vita e la morte.»

La Parodontite


La malattia parodontale è determinata principalmente dall’accumulo di placca e tartaro sui denti. E’ causa di dolore durante la masticazione, alito cattivo, diminuzione dell’appetito e precoce perdita dei denti. Si previene con una corretta igiene orale da effettuare regolarmente a casa e presso il proprio veterinario. Noi raccomandiamo di effettuare frequenti controlli del cavo orale e detartrasi regolari per salvaguardare la salute dei vostri animali.

COS’E LA MALATTIA PARODONTALE?

Con il termine generico di malattia parodontale, o parodontopatia, si definiscono sia la gengivite, che è un’infiammazione localizzata alle gengive, sia la parodontite, che interessa il dente e tutte le sue strutture di supporto (parodonto). La causa principale di questa patologia è la placca, costituita da batteri e detriti alimentari, che si deposita sulla superficie dei denti, sulla gengiva e sul solco gengivale. La placca con il tempo va incontro ad un processo di mineralizzazione e si trasforma in tartaro, molto più duro e difficile da rimuovere. La presenza di placca e tartaro viene, inoltre, favorita da altri fattori, quali: quantità e composizione della saliva, malocclusioni, persistenza dei denti da latte (decidui), forme infiammatorie del cavo orale, alimentazione, età e disfunzioni ormonali.

EVOLUZIONE DELLA MALATTIA

Con l’avanzare della patologia si manifesta retrazione gengivale e formazione di tasche parodontali fino ad arrivare al riassorbimento dell’osso alveolare con successiva mobilità e perdita dei denti. Inoltre i batteri presenti a livello della placca dentale possono poi raggiungere attraverso il sangue altri distretti dell’organismo, quali il cuore, i reni ed il fegato, determinando patologie complesse.

PRINCIPALI SEGNI CLINICI

Cani e gatti difficilmente mostrano in maniera evidente i disagi provocati dalla patologia parodontale, possono però presentare alito cattivo (alitosi), una diminuzione dell’appetito, riluttanza ad assumere cibi duri e dolore durante la masticazione. Nei casi più gravi possono manifestarsi gonfiori o addirittura sanguinamento.

QUALI SOGGETTI SONO A RISCHIO?

La malattia parodontale è la patologia che più frequentemente si riscontra nei carnivori domestici, colpisce infatti l’80% dei cani ed è largamente diffusa anche nella popolazione felina.

Esiste una predisposizione individuale a sviluppare la malattia, ma è anche riconosciuta una predisposizione di razza e di taglia, infatti sono maggiormente colpite le razze toy (Bassotti, Yorkshire terriers, Maltesi e Barboncini) ed i soggetti brachicefali (Carlino e Bulldog francese).

PREVENZIONE DENTALE

Prevenire la malattia parodontale significa prevenire la formazione di placca, o almeno rallentarla, ed eliminare il deposito presente sui denti. Infatti, mentre il tartaro può essere eliminato solo mediante detartrasi (pulizia dei denti effettuata in anestesia generale con il paziente intubato), la placca può essere rimossa utilizzando lo spazzolino da denti. E’ quindi molto importante istituire un piano di igiene orale domiciliare appropriato, anche in seguito all’intervento del veterinario per mantenere i risultati ottenuti dalla detartrasi e prevenire lo sviluppo di nuove lesioni parodontali. La spazzolatura dei denti deve raggiungere tutti i denti, in particolar modo la superficie esterna, e deve essere effettuata una volta al giorno dopo l’ultimo pasto, preferibilmente con un dentifricio per uso veterinario. La spazzolatura può essere affiancata da un’alimentazione secca e di materiali e giochi che stimolino la masticazione.

Il Cane Corso e la sua CASA

Non appena avete deciso di acquistare un Cane Corso (o di qualsiasi altra razza), sia esso cucciolo e ancor più se adulto, dovete pensare, prima ancora di portarvelo a casa, alla sua sistemazione, ovvero al suo alloggio. In ogni caso tenete conto che la provvisorietà non è raccomandabile. Il vostro compagno si deve abituare subito al posto che gli è stato assegnato per il riposo; diversamente correreste il pericolo di farne un nomade e non dovreste poi sorprendervi trovandolo un giorno sul divano o sulla vostra poltrona preferita oppure sul migliore dei tappeti di casa, per non parlare del letto.

Nella maggioranza dei casi il Cane Corso (o comunque il cane di media o grande taglia) viene prescelto da chi dispone di un giardino, di un cortile, di una grande terrazza, ecc. Molti credono sia sufficiente un casotto di legno coperto da tetto impermeabile, sia pure sollevato da terra, ove il cane possa essere riparato dalle intemperie, ma questo sistema di ricovero è inefficace, a meno che non sia sistemato in un luogo coperto. Questo perché non si può pretendere che il cane se ne stia buono nella sua casetta per giornate intere quando piove o c’è il sole troppo cocente; il cane vi starà finché ne avrà voglia, poi uscirà a spasso, pioggia o sole che faccia.

Il Cane Corso – così come qualsiasi cane da guardia – è bene abbia un canile veramente idoneo. Oltre che per ragioni attinenti il carattere, il Cane Corso specialmente da cucciolo, teme l’umidità e il caldo. Bisogna quindi che il proprietario prepari un canile in cui i lati possono benissimo essere costituiti da una robusta rete metallica, ma che sia coperto e con il pavimento in legno. Anteriormente dovrà esservi una porta, non solo per l’accesso del cane (o delle persone) ma anche che poterlo chiudere quando piove. Pochi metri quadrati saranno sufficienti. Fuori dal canile coperto vi può essere una parte scoperta, senza problemi di pavimentazione (bene con erba o sabbia, per evitare fango e pozzanghere), dove il cane può vivere nelle giornate non piovose, accedendo dalla porta del reparto coperto, ovviamente riaperta. Aprendo una seconda porta, in questo secondo scomparto, il cane potrà girare libero nel giardino, nel terrazzo, nel cortile, quando lo gradisce il padrone e quando non vi siano estranei.


In tale recinto, in posizione orientata verso il sole, potrete disporre la cuccia vera e propria, con tetto facilmente apribile ai fini di una più agevole pulizia. L’ingresso dovrà essere adeguatamente ampio per la comodo entrata ed uscita del cane. Può esservi una lettiera – specialmente se il cane è molto giovane – costituita da una vecchia coperta, da paglia o trucioli, i quali tendono però ad ammucchiarsi e richiedono un cambio frequente. Indicati anche i cartocci di granoturco. Il pavimento deve essere lavato frequentemente, per evitare cattivi odori e per allontanare eventuali parassiti. L’assito del recinto dovrà essere soggetto a frequenti lavaggi di disinfezione e disinfestazione.

Se, per forza di cose, il cane alloggerà in casa, gli sia almeno concessa una certa libertà sul balcone, come già detto, per il necessario sfogo naturale in un ambiente di sole ed aria aperta. Nell’angolo che gli avrete destinato del vostro appartamento, approntategli una brandina di quelle comunemente in commercio, tenendo conto, nell’acquisto, che il Cane Corso fa presto a crescere e che, probabilmente, non avrete intenzione di cambiare il letto ogni due mesi fino a quando non sarà adulto. Il cane che vive in alloggio deve essere portato fuori il più possibile, specialmente dopo il pasto della sera. Lo si abitui, fin da cucciolo, anche per il caso che non potesse poi essere portato frequentemente in strada, a orinare in una cassetta, contenente o segatura o sabbia, posta sempre nel medesimo luogo.

L'Evoluzione Zootecnica del Cane Corso

Immeritatamente sono stato invitato a questo convegno per fare il punto sull’evoluzione della razza a ormai quasi 10 anni dalla stesura e dal riconoscimento dello standard, standard uscito dalla collaborazione tra il compianto dottor Antonio Morsiani e gli esponenti della SACC. Dico immeritatamente perché non ho partecipato alla stesura dello standard, non ho vissuto l’”Epoca dei Pionieri” ed oltre tutto è ormai un anno che non giudico questa razza per le note vicende che hanno portato la mia auto sospensione. Tuttavia credo di avere qualcosa da dire agli amici che da più parti e con diversi mezzi contestano lo standard faticosamente elaborato.

di Guido Vandoni

Come sempre avviene quando si “fonda” una razza a partire da soggetto fino allora allevati senza regole dai pochi appassionati esistenti, i Pionieri si sono trovati di fronte a un materiale molto eterogeneo nell’ambito del quale non è stato agevole individuare i soggetti considerabili prototipi ai fini della stesura di uno standard. Ciò ha autorizzato, taluni in passato e ancora oggi tal’altri, a dubitare che il Cane Corso fosse quello descritto dallo standard stesso. Certe polemiche, che ancora serpeggiano su una parte della stampa specializzata, sostenute sia da appassionati che da alcuni cinotecnici, confermano che a tutt’oggi non sembrerebbe esistere una completa unanimità di vedute. Per mia esperienza personale, so che ciò è successo anche con il Mastino Napoletano. Frequentando i ring dei Mastini Napoletani da tanti, tantissimi anni, ricordo perfettamente che, parlo della fine degli anni Sessanta, quindi circa 20 anni dopo il riconoscimento ufficiale entrando in un ring di mastini ci si trovava di fronte ad un ammasso di cani di razze differenti: chi aveva degli alani, chi dei basset, chi dei boxer di colore grigio e via discorrendo. Quando si parlava di molosso italico si faceva riferimento a un molosso molto variegato nelle sue caratteristiche morfologiche, riscontrabile in un’iconografia assai vasta, iconografia – diciamolo francamente – utilizzata indifferentemente dai sostenitori del Mastino Napoletano e del Corso.

Non è dubbio che le due varietà di molossi, quello pesante per il combattimento e quello leggero per la caccia, siano sempre esistite e certamente sono state liberamente incrociate tra loro. Per esperienza personale e per quanto riscontrato dai colloqui con i vecchi mastinari, per molti anni dopo il riconoscimento si sono sempre avuti nelle cucciolate soggetti pesanti accanto a soggetti più leggeri. Morfologicamente sempre si sono distinti. I leggeri fin da cuccioli dimostravano inequivocabilmente una tendenza ad essere prognati, ad avere assi convergenti, ad avere pelle più sottile, ecc.

Affrontando il problema dal punto di vista dell’assetto ormonale (sono state fatte in questo senso esperienze), se si tratta di una cucciolata di Mastini Napoletani con grandi dosi di ormone tiroideo, si possono non dico trasformare in Cani Corsi, ma certamente diluire le caratteristiche di una razza tanto da poterla far avvicinare all’altra. Non è dubbio che la selezione che l’uomo ha forzatamente indotto in molte razze si è spesso indirizzata a selezionare caratteristiche para-patologiche. La selezione del Mastino Napoletano comunque è stata indirizzata allo scopo di ottenere dei cani più simili possibile a cercare prototipi pesanti che sono stati visti e identificati nella campagna napoletana. Analogamente, nel caso del Corso ci si è indirizzati a soggetti che si avvicinassero si a certi prototipi della iconografia del passato, ma anche a soggetti cosiddetti rustici, individuati in qualche masseria pugliese. Così come nelle masserie il materiale non brillava certo per uniformità, tra gli stessi riferimenti iconografici si è pure dovuto discernere fra una tipologia e l’altra, in quanto i cani dei Briganti di Pinelli sono ben diversi dai cani che lo stesso Pinelli descrisse in lotta o come giustizieri di cristiani. E’ indubbio però che tanti riferimenti (lo stesso Pinelli, Filippo Hacker e via dicendo) ci riconducono a un tipo che era comunque presente con una certa frequenza in molte masserie del Sud.

Il mettere in discussione tutto questo duro e, diciamolo francamente, disinteressato lavoro solo perché certi soggetti da taluno selezionati divergono dai prototipi scelti o perché si avvicinano di più a certe vecchie foto di cui si è venuti avventurosamente in possesso, serve solo a minare lo sviluppo della razza, a indebolire la posizione internazionale del nostro Paese come garante del Cane Corso, proprio in un momento estremamente delicato alla luce del vorticoso interesse creatosi attorno a questa nostra razza.

Fatte queste doverose premesse passiamo ora ad analizzare i vari punti dello standard per verificare ove si focalizzano i maggiori problemi di selezione. Vediamo dunque, alla luce di questi disegni ideali (disegno 1 e disegno 2) dove si annidano i maggiori problemi selettivi e dove non esiste unanimità di consensi. Perché, diciamolo francamente, è proprio dove si annidano le difficoltà selettive che si accendono le discussioni. L’uomo per sua natura è portato a battere le strade più facili anche a costo di raggiungere poi risultati dubbi, deboli e anche volgari.

MORFOLOGIA GENERALE

Premetto che il Cane Corso non è proprio un cane “naturale”. Cosa intendo per cane naturale? Intendo dire che non si inserisce fra quella caratteristica struttura mesomorfa verso cui tutte le razze canine tendono ad andare. Tendono ad andarvi le razze selezionate e fissate da secoli, a maggior ragione vi tendono quelle razze che pur essendo antiche, come la nostra, sono di recente opzione selettiva. Dunque cominciamo ad osservare che la taglia tende a sfuggici verso l’alto. Questa non è proprio una tendenza naturale ma è evidentemente legata a una scelta di riproduttori nel passato, spesso non conformi. Il Cane Corso è un soggetto tendenzialmente compatto. La lunghezza del tronco supera di circa il 10-11% l’altezza al garrese, ma nella nostra popolazione ci troviamo spesso di fronte a soggetti tendenzialmente lunghi.

Ma non sono questi i problemi principali. Rispetto al disegno ideale, qui riprodotto e ricavato dal volume pregevolissimo di Casolino e Gandolfi, la maggior parte dei soggetti che noi incontriamo nei ring, presenta, a livello di tronco, un garrese poco rilevato e delle angolature del posteriore che lasciano molto a desiderare, presentando angoli femorotibiali tendenzialmente aperti. Se questo difetto di posteriore sia legato a errate conformazioni scheletriche, oppure – come io ritengo molto più probabile – a problemi di patologia ossea, come la displasia dell’anca e del ginocchio, che si estrinsecano nella necessità del soggetto di dislocare il baricentro più verso l’anteriore a causa dei problemi di dolenzie o di equilibrio, è argomento ancora tutto da discutere. E’ indubbio che più approfondite indagini radiografiche ci permetteranno quadri più precisi.

Angoli Importanti

Angoli importanti:
A = angolo-seminasale; B = inclinazione del collo; C = inclinazione della spalla;
D = inclinazione dell'omero; E = inclinazione del metacarpo;
F = inclinazione della groppa; G = inclinazione del femore;
H = angolo tibio-metatarsico; I = inclinazione del garretto col suolo;
C + D = angolo scapolo-omerale: 106°-100°.

Proporzioni importanti

Proporzioni importanti:
CD = altezza al garrese; AB = 36% CD; CE = 11% CD + CD;
FG = _CD; LM = 31-32% CD; NO = 26% CD;
HI = AB; AP = 34% AB.
 

MA PASSIAMO ALLA TESTA

E’ proprio nella testa che il Cane Corso può essere definito un “cane forzato”. Le proporzioni sono quelle di un molosso ide con il muso innaturalmente più corto del cranio. Ecco dunque la prima difficoltà selettiva, difficoltà che deve essere sempre esistita se è vero che i famosi cani dei Briganti di Pinelli ci vengono illustrati cono rapporti a 1:1.

L’altra difficoltà che selettivamente si incontra in una razza poco fissata come la nostra, è quella dell’andamento degli assi della testa che, nel nostro caso, devono essere ben visibilmente convergenti anche se ovviamente in modo meno marcato che nel Boxer. Se si pensa che anche in quest’ultimo, che si seleziona ormai da più di un secolo, è sufficiente allentare il rigore selettivo per vederlo sconfinare in modo preoccupante, non dovrebbe essere difficile immaginare quali e quante possano essere le difficoltà dei nostri poveri amici allevatori del corso.

A tutto ciò, tanto per complicare ulteriormente le cose, si deve aggiungere la chiusura dentale e conseguentemente il profilo anteriore del muso. Qui dico subito che mi trovo in una posizione un po’ critica, non tanto nei confronti dello standard, quanto nell’interpretazione troppo spesso fiscale che viene data a esso in giudizio. Mi riferisco in particolare alla chiusura dentale: è ovvio che se sommiamo le difficoltà di avere corretti rapporti cranio/muso, corretto andamento degli assi, corretto profilo anteriore del muso, buona quadratura della mandibola, pur di fronte a una correlazione fra tutti questi punti, non possiamo escludere che spesso qualcosa ci sfugga.

Ebbene, il fiscalizzare in modo eccessivo la chiusura penalizzando fortemente la chiusura a forbice o quella a tenaglia mi sembra esagerato. Io dico che di fronte a buone quadrature di muso, corretto andamento degli assi, non posso ragionevolmente penalizzare una chiusura non perfettamente corretta. Quanto affermato ha ovviamente una valenza provocatoria. Penso tuttavia che questo argomento potrebbe essere oggetto di discussione dopo la relazione del dottor Bonetti.

ANALIZZIAMO ORA L’ESPRESSIONE FRONTALE

Molto importanti nell’espressione frontale – devo dire che spesso riscontro nei nostri ring espressione non corrette – sono da un lato la posizione e la forma dell’occhio e dell’altro, altro elemento correlato, un eccessiva ipertrofia dei masseteri e delle arcate zigomatiche. Io ritengo che questi difetti possano essere fatti risalire a introduzioni nel passato di sangue estraneo, in particolare mi riferisco all’ipotizzabile utilizzo di qualche Bull Mastiff. Perché dico questo? Perché nel Mastino Napoletano – cugino stretto del Cane Corso – e nei Cani Corsi da masseria che ho avuto l’opportunità di incontrare, questo elemento negativo non è e non era presente.

Come noto, l’occhio deve essere in posizione sub frontale. Molto spesso noi troviamo delle forme poco corrette vuoi per cattiva posizione dell’occhio, vuoi per eccesso di rilassatezza delle rime palpebrali che di fatto danno un ingannevole impressione del suo posizionamento reale.

Il colore è evidentemente un punto dolente, ma in questa fase di sviluppo della razza io non mi sento di penalizzare fortemente il colore degli occhi anche perché la grande varietà dei mantelli non può che creare grande confusione in proposito. Io direi che l’argomento colore degli occhi e la sua correlazione corretta con il mantello dovrebbe essere un problema da affrontarsi con l’ausilio di un attenta analisi genetica. E’ certo che si tratta di un problema importante perché anch’esso strettamente correlato all’espressione, ma non deve e non può essere esaurito ne nel semplice giudizio espositivo ne nell’ambito di questo convegno. Propongo che sia affrontato dai genetisti in un prossimo incontro.

Sempre riguardo la testa, io direi –tanto per stringere – che gli altri punti di attenzione nel giudizio e nelle indicazioni selettive dovrebbero essere la forma del tartufo, il labbro che talvolta è eccessivamente rilassato, abbondante e poco tonico. Per quella che è la mia esperienza do ring, devo anche dire che in genere le grosse varianti di tipo che si incontrano riguardano lo stop, spesso insufficiente, accompagnato ovviamente da un andamento parallelo se non divergente degli assi e da scorretti rapporti cranio/muso.

Quindi per concludere sulla testa, io direi che, in sintonia con i cinologi che sostengono essere la testa il carattere distintivo fondamentale di una razza, si può affermare è oggi il punto principale sul quale noi dobbiamo focalizzare la nostra attenzione, evitando però di commettere quegli errori che sono stati commessi in passato con il Mastino Napoletano, per cui di fatto sono stati selezionati e spinti avanti cani costituiti dalla sola testa e da costruzioni disastrate. Quindi difesa del tipo a oltranza, ma senza dimenticare le costruzioni, le armonie, le angolature e i movimenti.

Altro si potrà aggiungere in sede di discussione dopo che il dottor Bonetti ci avrà parlato dello standard.

Per concludere, devo dire che l’evoluzione della razza fino a questo momento si è focalizzata e deve tuttora focalizzarsi sulla difesa del tipo codificato dallo standard, senza ovviamente dimenticare che un cane come il Corso per avere successo, o meglio per mantenere il successo che sta avendo nel mondo deve essere anche strenuamente difeso sul piano morfologico-funzionale nonché su quello caratteriale.

Ma queste considerazioni saranno oggetto di altri interventi e potranno essere meglio puntualizzate in sede di discussione.


  • Dal Primo Convegno Tecnico-Scientifico sul Cane Corso, promosso dalla fondazione “Antonio Morsiani” e dalla S.A.C.C. a Bologna di Romagna (Ravenna) il 15 e il 16 febbraio 1997 e pubblicato sul Notiziario S.A.C.C. nell’agosto 1997.
  • Testo e immagini tratte da Monamì, n°3 Aprile 2003

Quel che resta di un cane.....

Cani, un tempo domestici, originari dell'Asia orientale e arrivati in Australia 6000 anni fa. Ecco le risposte che cercavano i primi coloni europei.

Lupo o cane, domestico o selvatico, nativo australiano o arrivato da altrove, ma quando e con chi? Il dingo (Canis dingo) era l'unico mammifero placentato, a parte gli uomini, presente in Australia all'epoca dell'arrivo degli europei, nel XIII secolo, e le sue origini hanno sempre suscitato molte domande. Ora, grazie ad una analisi genetica condotta su questi animali da un equipe internazionale, tanti quesiti trovano risposta.


Viaggiatori d'Oriente.
Studiando il Dna mitocondriale, patrimonio genetico presente nel mitocondrio e trasmesso alla prole solo dalla madre, i ricercatori hanno scoperto che l'arrivo del dingo in Australia risale a 6000 anni fa. Anche il luogo di origine è ora chiaro: l'Estremo Oriente è la culla dei dingo. Ma come fecero ad attraversare il braccio di mare che separa il continente australiano dall'Asia?
“L'introduzione di questi cani è associata alla diffusione delle popolazioni Austronesiane - spiega Peter Savolainen, studioso svedese - Queste genti, la cui cultura ebbe origine nel sud della Cina, attraversarono l'oceano con barche e piroghe. I dingo erano domestici compagni di viaggio e arrivarono con gli Austronesiani probabilmente in un unico momento”. Secondo i ricercatori i dingo presenti adesso sul territorio australiano derivano proprio da un piccolo gruppo arrivato fortunosamente e diffusosi nei millenni.


Parentele da cani. Questi animali, bestiole dal mantello fulvo che possono pesare anche 19 kg, sono ora selvatici abitanti di steppe e praterie dove cacciano rettili, uccelli, piccoli mammiferi. All'occorrenza, grazie ai bei denti aguzzi, riescono a uccidere anche canguri, pecore e vitelli. “Abbiamo analizzato dei segmenti del mtDNA di 211 dingo, di 676 cani di tutto il mondo, di 38 lupi e di 19 fossili di canidi - racconta Savolainen - Comparando i dati possiamo dire che i dingo mostrano una parentela più stretta con i cani che con i lupi e che le loro origini affondano in cani presenti in Estremo Oriente”.
Nonostante in passato fossero fedeli amici degli autoctoni australiani, è difficile allevare questi cani che nel tempo hanno adottato una vita selvatica. In alcuni casi i cuccioli vengono cresciuti dagli aborigeni e usati da adulti come cani da caccia. I dingo non sono in pericolo, ma la continua ibridazione con i cani domestici potrà portare alla perdita dei loro caratteri distintivi. Si stima che circa l'80% di Canis dingo sia un ibrido.

Fonte: Focus.it

La cura del mantello II


Spesso durante la pratica professionale il medico veterinario si sente chiedere se i cani vanno lavati e quando, e se il mantello abbia bisogno di cure particolari. Molti sono i dubbi e le false credenze che emergono dal colloquio con i padroni degli animali, pertanto sarà bene fare il punto della situazione. Spazzolare regolarmente il mantello del cane è pratica molto utile, sia per dare al nostro beniamino un aspetto estetico gradevole sia, cosa assai importante, per mantenerlo in salute.
Avere cura del mantello ci mette in contatto 'tattile' con il nostro amico, facilitando l’instaurarsi del legame affettivo con esso.

Tra l’altro, la spazzolatura frequentemente ci consente di monitorare lo stato della pelo e della cute, di individuare la presenza di parassiti e patologie a carico dell’apparato tegumentario. Quante volte durante la cura del mantello percepiamo la presenza di insidiosi noduli cutanei, altrimenti passati inosservati, e quindi possiamo correre precocemente ai ripari, sulla base di ciò che ci consiglia il veterinario? Spazzolando il dorso, è facile trovare la forfora, spesso un segno di alterazione cutanea che è indice di squilibri metabolici.

Spazzolare il mantello significa eliminare i peli morti, fare respirare la cute consentendo ai nuovi peli di crescere regolarmente, riducendo nodi e matasse di pelo morto e di rimuovere in tempo spighe e corpi estranei. Quanto spesso devo spazzolare il mio cane? Dipende dalla razza, quelle a pelo corto richiedono meno manutenzione, una volta ogni due settimane può bastare, le razze a pelo lungo e con doppio mantello richiedono più attenzione, ed è buona norma spazzolarle prima con un raschietto a denti ben separati per portare via i nodi e cardare il pelo, poi con una spazzola a base quadrangolare a setole fini e fitte si raccolgono i peli morti in quantità. Successivamente con una spazzola tradizionale a setole dure più rade si pettina il pelo dalla riga del dorso verso il basso, per rifinire i lavoro.

In primavera ed autunno, quando il normale avvicendarsi del pelo vecchio e quello nuovo è maggiore, questa pratica andrebbe fatta quotidianamente. Anche fare il bagno al cane è molto utile, avendo l’accortezza di usare shampoo specifici e di non eccedere con la frequenza. Una volta al mese può bastare. Soprattutto d’inverno, ma sarebbe utile sempre, bisogna asciugare bene il mantello dopo averlo sciacquato, per evitare raffreddamenti o al contrario creare un ambiente caldo umido che favorisce le piodermiti. Proteggere sempre il padiglione auricolare dall’ingresso accidentale di acqua, pena l’aumento di incidenza di otiti. La tosatura va riservata a personale qualificato, e le numerose toelette presenti sul territorio potranno fare al caso vostro e fornire i consigli migliori in base alla razza.

lunedì 17 novembre 2008

La Morfologia del cane

TIPOLOGIA BRACCOIDE:

Testa di forma prismatica, con muso a facce laterali parallele, salto naso-frontale poco segnato; orecchie grandi e piatte sulle guance; labbra superiori abbondanti che coprono il profilo inferiore della mandibola. Rappresentanti del Gruppo sono: Bracco italiano, Dalmata, Setter, Retrievers, Cocker, ecc.

TIPOLOGIA LUPOIDE:

Testa a forma piramidale; orecchie erette e triangolari; muso allungato ed in rapporto di 1:1 col cranio; labbra superiori piccole e aderenti; dentatura con chiusura a forbice. Rappresentanti del Gruppo sono: Pastore tedesco, Pastore Belga, Chow Chow, Fox terrier, ecc.

TIPOLOGIA MOLOSSOIDE:

Testa rotonda, voluminosa; orecchie piuttosto piccole; muso più corto del cranio; labbra abbondanti; dentatura con chiusura a tenaglia o prognata. Rappresentanti del Gruppo sono: Cane Corso, Mastino Napoletano, Boxer, Cane di Terranova, Bulldog inglese, Alano, Dogo Argentino, ecc.

TIPOLOGIA GRAIOIDE:

Testa a forma di cono allungato, stretta; orecchie piccole e portate indietro; rapporti di lunghezza del muso rispetto al cranio 1:1; labbra stirate; dentatura con chiusura a forbice. Rappresentanti di questo Gruppo sono: (Levrieri) Whippet, Borzoi, Saluki, Piccolo Levriero Italiano, ecc.

TIPOLOGIA BASSETTOIDE:

I soggetti Anacolimorfi.

TIPOLOGIA VOLPINOIDE:

Rappresentanti di questo Gruppo sono: Volpini e Piccoli Spitz.

L'Accoppiamento

La scelta dell’accoppiamento più idoneo deve essere fatta con molta cura e conoscenze specifiche che derivano da un’adeguata preparazione di base e una buona esperienza. Se non si è sufficientemente preparati, è bene affidarsi ai consigli di allevatori con esperienza decennale e indubbia serietà. E’ necessario valutare non solo i singoli soggetti, ma anche conoscere le genealogie e i risultati di precedenti accoppiamenti.

I riproduttori devono essere innanzitutto sani e non devono trasmettere anomalie ereditarie (displasia dell’anca, criptorchidismo, ectropion, entropion, sordità, cecità, atrofia progressiva della retina e altre). Devono inoltre presentare adeguate caratteristiche morfologiche e un carattere franco e ben equilibrato. Affrontare gravidanza, parto e soprattutto l’allevamento e lo svezzamento dei cuccioli può essere un’esperienza emozionante e assai piacevole, richiede però anche sacrificio e soprattutto disponibilità di tempo e un luogo adeguato. E’ inoltre necessario prevedere in anticipo a chi, o attraverso quali canali, cedere i cuccioli svezzati.

Il cane è una specie monoestro, in cui il calore e l’ovulazione si manifestano in media ogni sei mesi, ma con un ampia variabilità (5-12 mesi) dovuta sia all’individuo sia all’andamento stagionale. I canidi selvatici vanno generalmente in calore una sola volta all’anno. Il primo calore compare normalmente tra gli 8 e i 12 mesi, ma si consiglia di far accoppiare a partire dal secondo o terzo calore, in quanto l’organismo, spesso, non ha ancora completato la crescita e quindi una gravidanza potrebbe compromettere un normale sviluppo corporeo. I calori si manifestano per tutta la vita della femmina che non presenta menopausa e pertanto non cessano con la vecchiaia. E’ buona norma non fare accoppiare la femmina a ogni calore, ma a calori alterni, in modo da lasciare tempo sufficiente tra una gravidanza e l’altra. Dopo i 7-8 anni, è buona norma non fare più accoppiare le femmine.

I vari momenti fisiologici del ciclo riproduttivo sono influenzati da complesse variazioni ormonali. La femmina accetta il maschio esclusivamente durante il periodo dell’estro e generalmente tra il 10° e il 14° giorno, anche se vi sono femmine che accettano il maschio per più giorni e altre per un brevissimo periodo: un giorno o anche meno. Una volta avvenuta la fecondazione, la femmina generalmente non accetta più il maschio. E’ possibile identificare il periodo migliore per l’accoppiamento tramite l’esame microscopico di uno striscio vaginale con l’analisi del progesterone ematico.

Anche i maschi raggiungono la maturità sessuale tra gli 8 e i 12 mesi ma si consiglia di farli accoppiare solo dopo l’anno. Sono attratti dall’odore emanato dalle femmine che riescono a percepire anche a distanze considerevoli.

Il maschio è fecondo per tutta la vita, se mantenuto in attività, mentre se un cane non ha mai montato prima dei 4-5 anni, difficilmente potrà riprodurre.


COME AVVIENE L’ACCOPPIAMENTO

Generalmente è il maschio che viene portato dalla femmina durante il periodo in cui questa si lascia coprire. Il momento migliore può essere evidenziato, oltreché dagli esami di laboratorio, anche dall’osservazione del comportamento della femmina che, quando accetta il maschio, sposta la coda di lato, specie se viene toccata sul dorso. Alcune femmine sono tranquille anche in presenza di maschi sconosciuti, altre sono più nervose e necessitano di un tempo adeguato per le “presentazioni”. La fase preliminare è caratterizzata da corteggiamento e giochi rituali. I due cani si annusano e si leccano fin quando la femmina lascia che il maschio le salga sulla groppa (monta) consentendo l’unione (copula). In alcuni casi la femmina non accetta il maschio e lo rifiuta in maniera anche energica e aggressiva; ciò spesso dipende dalla scelta sbagliata del periodo, ma a volte, può essere legato al comportamento anomalo della femmina. Nei soggetti giovani può capitare che il maschio debba essere aiutato e la femmina trattenuta, anche se è sempre meglio che i due cani abbiano tutto il tempo necessario per una monta naturale. Durante la monta si ha l’erezione del pene che penetra nella vagina; poco dopo, il maschio si toglie di dosso e in seguito a una particolarità anatomica si volta senza potersi staccare. Il pene viene flesso di circa 180° e i due cani rimangono rivolta coda verso coda e in questa posizione rimarranno per un tempo medio di 15-20 minuti, ma che può variare da 5 a 45 minuti.

Durante questa seconda fase viene eiaculato il liquido prostatico. Successivamente il volume del pene diminuisce e i due soggetti si staccano. E’ importare non provocare un distacco violento durante questa fase, in quanto si potrebbero verificare delle lesioni agli organi genitali. E’ quindi necessario che due persone assistano alla monta e siano pronte a trattenere i due soggetti per impedire una separazione troppo brusca.
Si consiglia di effettuare due o tre accoppiamenti a distanza di 24-48 ore l’uno dall’altro. Nei casi in cui non si riuscisse a far accoppiare i due cani si può ricorrere alla fecondazione artificiale.





Articolo a cura del Prof. Luigi Guidobono Cavalchini e della Dott. Carla Cristofolo 
Tratto da “Il Rottweiler”, De Vecchi Editore 

venerdì 14 novembre 2008

Il Cane e i Bimbi Obesi

I bambini in sovrappeso potrebbero perdere qualche chilo di troppo semplicemente possedendo un cane. Ne sono convinti un gruppo di ricercatori della Deakin University di Melbourne dopo aver effettuato uno studio pubblicato sulla rivista Health Promotion Journal of Australia. Secondo i ricercatori, la lotta all’obesità può esser vinta non solo con tanta frutta, verdura e attività fisica, ma anche giocando con il proprio fedele amico a quattro zampe. I bambini infatti che passano del tempo con Fido hanno fino al 50 per cento in meno di probabilità di avre problemi di sovrappeso o obesità. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno condotto una ricerca, intervistando 1.100 famiglie che hanno bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni. Ebbene, dai risultati è emerso che i bambini con il cane sono il più delle volte in ottima forma.

«Anche giocare inconsapevolmente con il cane aiuta a mantenere il peso forma», ha detto Jo Salmon, coordinatore dello studio. «Abbiamo sempre saputo - ha aggiunto - che l’attività fisica è la chiave per il mantenimento di un peso sano, ma i risultati probabilmente sarebbero gli stessi per i bambini che giocano con gli animali».

«Per i genitori che stanno cercando di far spegnere i computer e la tv ai loro bambini e farli uscire fuori a giocare, avere un animale domestico può essere una buona strategia», ha concluso Salmon. In effetti, nel campione di bambini analizzato solo il 20 per cento dei bambini con un cane è risultato in sovrappeso, contro il 25 per cento di chi non ha nessun animale domestico. In particolare, nel gruppo di bambini con un’età compresa dai 10 ai 12 anni, il 26 per cento di chi ha un cane è risultato in sovrappeso, una percentuale inferiore a quella dei bambini della stessa età senza nessun animale domestico (30 per cento).

Complimenti al Comune di Cervia

Trova una accoglienza speciale chi va in vacanza a Cervia con il proprio animale domestico. Gli animali d’affezione hanno infatti a disposizione parchi gioco dove sgranchirsi e giocare. Alcune aree sono state realizzate nel 2005 : l’area “Laika”nel Parco di Via Lazio a Tagliata e l’area “Rin Tin Tin” a Pinarella in Via Catullo. Si tratta di aree recintate che mettono a disposizione alcuni giochi studiati per l’agility dei cani, con arredi per la sosta dei proprietari e dispositivi per la pulizia dell’area. Qui i cani possono liberamente muoversi e giocare in sicurezza.
Le località cervesi da tempo si sono adeguate alle esigenze di proprietari e non proprietari di cani con distributori di sacchetti per tenere pulita la città, disponibili in diversi punti, ma oltre a questo primo passo ha pensato a chi in vacanza vuole andare con il proprio animale domestico e ai cittadini che qui vivono e passeggiano con l’amico “Fido”. Ecco quindi che si sono aggiunte le aree dedicate e davanti a locali ed esercizi pubblici sono nati spazi dove lasciare con tranquillità il cane mentre si fa la spesa o si prende un caffè.
Ultimo nato è un percorso dedicato al migliore amico dell’uomo, scandito da cartellonistica di sensibilizzazione e informazione per i proprietari di animali e per chi intende diventarlo. Lungo il sentiero nel verde (a Milano Marittima, da via Vittorio Veneto a Via Tiepolo), oltre a incitamenti, raccomandazioni e informazioni utili si trova l’area “Zanna Bianca” che offre accoglienza e attrezzi da gioco per i nostri amici.
Sono comunque 28 le aree verdi in cui è concesso l’accesso agli animali tenuti al guinzaglio e 21 i ristoranti che accettano l’ingresso di animali domestici.
La città si è attrezzata anche per i cani in spiaggia. In condormità alla ordinanza di balneazione emessa dalla regione, alcuni bagni si sono attrezzati per l’accoglienza degli animali domestici con aree recintate in cui gli animali possono restare in tranquillità Così, mentre il padrone prende il sole e si gode la vacanza, il cane può giocare e riposarsi a piacimento nell’area riservata.
Un gruppo di hotel inoltre offre ospitalità con attenzioni particolari al migliore amico dell’uomo.
Si tratta dei welcomedog hotels, alberghi pronti ad accogliere al meglio voi e il vostro “amico Fido” con tanto di disciplinare che indica i servizi dedicati: dalle camere dotate di ciotole e croccantini, al cesto con prodotti per la pulizia, al regalo speciale di accoglienza, all’elenco dei ristoranti e delle spiagge che accolgono i cani, alle aree in giardino particolarmente adatte a loro, fino agli alimenti specifici per la dieta canina, e perfino un servizio di dog sitter. L’unica cosa che vi dovete ricordare è portare con voi il vostro pet.

I Cani Imitano

La capacità di comprendere le intenzioni altrui, che da sempre denota l’intelligenza umana, sembra essere condivisa con altri animali. Tale caratteristica, che si riscontra nei bambini e si sviluppa durante l’infanzia, è stata verificata per la prima volta anche nei cani, come riporta Current Biology.

Nell'esperimento, è stato collocato del cibo in un contenitore che i cani non potevano raggiungere direttamente, bensì solo abbassando una leva di legno. Per gli animali il metodo più semplice di azionare la leva era utilizzare la bocca e, una volta posti di fronte al meccanismo, senza averne spiegato loro il funzionamento, la maggior parte dei cani si è automaticamente servita della bocca per far scendere il cibo e ottenere il premio.

Elemento centrale dell'esperimento è stata una Border Collie di due anni di nome Guinness, di proprietà di Friederike Range, capo ricercatore dell'Università di Vienna, che è stata addestrata dai ricercatori ad azionare la leva con la zampa, anziché col naso.

Nel corso di un primo esperimento, 19 cani scelti per la prova hanno osservato come la Border Collie si serviva della zampa per abbassare la leva e ottenere il cibo. «Quando è arrivato il turno dei cani di prova, siamo rimasti completamente sbalorditi», ha affermato il dottor Range. «La maggior parte di loro non ha utilizzato la bocca, ma la zampa, proprio come aveva indicato loro Guinness. Senza la sua dimostrazione, avrebbero certamente scelto il metodo più efficace della bocca.»
In un secondo esperimento, 21 cani hanno osservato il modo in cui Guinness usava la zampa per abbassare la leva. Questa volta però, il cane aveva anche una pallina in bocca. Nel momento in cui è arrivato il turno dei cani della prova, la maggioranza ha utilizzato la bocca per spostare la leva.

«In questo caso, abbiamo creato una situazione in cui era del tutto logico per Guinness servirsi della zampa al fine di non far cadere la pallina», ha spiegato il dottor Range. In altre parole, quando i cani hanno visto perché Guinness aveva usato la zampa e non la bocca (cioè perché teneva una pallina), hanno scelto la soluzione più semplice per abbassare la leva. Tuttavia, quando Guinness non aveva una pallina in bocca, i cani hanno ritenuto che vi fosse un'altra ragione che giustificava il ricorso alla zampa e così l'hanno imitata.

Ciò indica chiaramente che le modalità di imitazione dei cani sono regolate dallo scopo dell’azione: poiché la cagna d’esempio aveva il muso occupato, quindi impossibilitato ad aprire la scatola, ma essi stessi erano liberi, i cani hanno deciso di continuare ad adottare il metodo di apertura a loro più congeniale. Questo comportamento, finora mai riscontrato nemmeno nei nostri parenti più stretti, gli scimpanzé, potrebbe essere assimilato ad altri significativi esempi di corrispondenze cognitive tra essere umano e cane, probabilmente dovute alla lunga e stretta comunicazione durante l’addomesticamento.

Genetica

Scoperto il gene della statura dei cani

scienceIn un gene è scritta la taglia dei cani, il gene decide cioé le dimensioni dei nostri amici a quattro zampe, programmando le differenti taglie sia tra razze diverse sia tra i diversi esemplari di una stessa razza.

Annunciata questa settimana sulla rivista Science, è l'importante scoperta di un team internazionale di ricercatori diretto da Elaine Ostrander dell'Istituto di Ricerca Nazionale americano sul Genoma Umano di Bethesda. Il gene, il fattore di crescita insulino-simile 1 (IGF-1), è una vecchia conoscenza degli scienziati perché è un gene chiave nello sviluppo, nel metabolismo e nella longevità e, a giudicare da questa scoperta sui cani, IGF-1 potrebbe essere importante anche per decidere la nostra statura.

Gli scienziati hanno anche isolato una versione mutata di IGF-1 che è "artefice" dei cani di piccola taglia; questa mutazione genetica forse è comparsa molto presto nella storia dei nostri amici a quattro zampe originatisi circa 15 mila anni fa. Per scoprire il "gene della taglia" dei cani i genetisti di numerosi gruppi di ricerca internazionali sono partiti da centinaia di esemplari della razza dei cani d'acqua portoghese, che sono cani da riporto, da cerca e da acqua caratterizzati da ampia variabilità di taglia, per cui ne esistono di piccolini e di grossi. I genetisti hanno confrontato il Dna di tutti questi cani ed hanno individuato una regione del genoma che varia al variare della taglia del cane corrispondente. In questa regione genomica i genetisti hanno poi isolato il gene della taglia, IGF-1. Per verificare che IGF-1 fosse importante anche per determinare la taglia dei cani di razze diverse, i genetisti hanno poi ripetuto l'analisi del Dna su tantissime razze, dai Chihuahua ai fox terrier e volpini di Pomerania e tante altre di taglia piccola fino ai mastini, ai cani lupo e ai danesi giganti, in tutto studiando oltre 3000 cani di 143 razze diverse. L'analisi ha confermato il ruolo di IGF-1 nel decidere la taglia del cane sia all'interno di una singola razza sia tra razze diverse. Inoltre gli esperti hanno isolato una mutazione di IGF-1 responsabile dei cani di taglia piccola.

Questa mutazione, probabilmente apparsa molto presto nella storia evolutiva dei cani, ha di certo avuto successo perché agli uomini faceva comodo selezionare cani piccoli, più facili da allevare e addomesticare. La scoperta è importante perché 'capendo il modo in cui i geni controllano la taglia dei cani, possiamo capire come la nostra statura e le dimensioni del nostro scheletro siano geneticamente programmate' - ha concluso Ostrander.

giovedì 13 novembre 2008

La Scelta....del cucciolo II

Di sicuro la scelta del cane influenza quello che sarà il nostro rapporto con lui in futuro, e occorre tenere conto di alcune loro caratteristiche, che si adattino meglio al nostro stile di vita. La taglia del cane, per esempio, spesso è erroneamente considerata come direttamente proporzionale al tempo che richiedono e al loro bisogno di fare attività fisica. Il mio Lucio ad oggi pesa 40 Kg, è abbastanza grande (ancora deve finire di sviluppare) e spesso mi sento chiedere come faccio a tenerlo in appartamento. Rispondo che quando siamo in casa lui è talmente sereno ed educato che mi rimane sempre al fianco e quando vuole riposare sereno si rifugia nella sua cuccia e comincia a ronfare beatamente. L'importante è farlo svagare tutti i giorni e fargli trascorrere il giusto tempo fuori in compagnia degli umani e di altri cani.

Un bel terranova sarà perciò decisamente più passivo in appartamento rispetto a un barboncino, ma ad entrambi vanno dedicate delle ore giornaliere all’aria aperta. Come vita più difficoltosa in appartamento vedo quella di alcuni pastori, che essendo “esploratori” per natura, hanno bisogno di spazi vasti e propri che non si possono limitare a un salotto.

Più che lo spazio materiale che occupano i cani, va preso in considerazione il loro livello di vivacità e il loro bisogno di moto. La taglia va valutata anche per quanto riguarda un altro fattore: la spesa. Per nutrire discretamente un alano sono necessari addirittura 10 euro al giorno, mentre sicuramente un volpino ne richiede di meno!

Bisogna poi pensare al tipo di pelo, lungo, corto, liscio, ruvido, perché se siamo di quelle persone che odiano persino pettinare i propri capelli (IO non ho questo problema ah ah ah), è meglio se ci asteniamo dallo scegliere un collie o un samoiedo, per quanto siano cani eccezionali!

Se in casa ci sono o ci saranno bambini, l’ideale sarebbe optare per un cane dal carattere docile e mansueto, anche se poi qualsiasi animale va abituato alla presenza dei marmocchi. Se siete una gracile e anziana signora in cerca di compagnia vi sconsiglio caldamente un border collie o un boxer, ma sarà più adatto per voi un cagnolino piccolo e non troppo vivace.

Per farla breve, esistono cani su i quali le più impensabili caratteristiche possono essere enfatizzate; dobbiamo tenere conto di tantissime loro qualità per fare la scelta migliore…se cercate un compagno a cui insegnare a ballare il twist, rinunciate ad un cane e prendete un bel PUPAZZO!!! Una volta messo in chiaro ciò che vorremmo dal nostro futuro compagno, a chi dobbiamo rivolgerci per portarlo veramente a casa? Se state cercando qualche caratteristica particolare, come una buona predisposizione al riporto, un olfatto eccezionale, o un ottimo pastore; oppure se siete sfegatati amanti di una razza particolare, allora la scelta migliore è rivolgersi ad uno di quei grossi allevatori seri (in genere non dovrebbero allevare più di due razze) o ad un privato che prima vi faccia vedere pedigree e documentazione di buona salute dei cani che ha fatto accoppiare.

I negozi sono da escludere per il commercio di cani provenienti dai cagnari (allevamenti intensivi). Se invece fate parte dei buoni vecchi indecisi, o meglio di coloro che ricercano semplicemente un musetto dolce che faccia le feste e che vi ami con tutto se stesso, allora la soluzione è automatica: il canile. In ogni rifugio (in Italia ce ne sono centinaia) ci sono distese di cani, vecchi e cuccioli, belli e meno belli, di razza o meticci, dominanti o disposti a leccarvi i piedi, grandissimi o minuscoli, che non aspettano altro di veder comparire un ometto che punta il dito verso di loro e dice: CHE DOLCE, LO VOGLIO CON ME per potergli dimostrare tutta la riconoscenza e per poter VIVERE SERENAMENTE INSIEME.

Dopo tutta questa enorme lista di regole molti si potrebbero sentire un po’ scoraggiati, dopo che non ho fatto altro che mettere in chiaro quali siano i comportamenti che si devono assumere, le regole da adottare, le spese e le scadenze da prevedere. Se però, anche per puro caso, vi dovesse balenare in testa l’idea che l’avere un cane possa significare più sacrifici che altro, andate a ricercare la felicità da un'altra parte e lasciate in pace un dolce quadrupede. Non è lui che cerca noi ma siamo noi che lo ricerchiamo, quindi dobbiamo rispettarlo, amarlo ed essere coscienziosi come dei buoni padre di famiglia e fare la scelte giuste. Il guaio è che tutti noi che amiamo gli animali siamo veramente stufi di vedere decine di canili di persona con centinaia di cani all’interno, per la maggior parte frutto di una scelta avventata degli ex “padroni”, che, trovandosi di fronte a un cane che non hanno più saputo gestire per propria ignoranza, risolvono il problema…lavandosene le mani!

La scelta di un cane va ponderata a lungo, bisogna essere preparati a doversi svegliare mezz’ora prima del solito per portare fuori la bestiola, è necessario essere pronti a rinunciare a quel bel paio di pantaloni per dargli da mangiare, occorre sapere che è quasi normale trovare le proprie ciabatte preferite sbranate, mentre il cucciolo mette su i denti.

Mi auguro però che chiunque abbia intenzione di adottare un nuovo amico sappia già con quante gratificazioni, con quante gioie e soddisfazioni, con quanto affetto siano ripagati questi piccoli sacrifici, perché nessuno meglio di un cane ti regala un amore incondizionato, senza doppi fini ed eterno.