sabato 15 gennaio 2011

Sintomi di malessere generale,

- Svogliatezza

- Abbattimento

- Rifiuto del gioco

- Mancanza di appetito

- Vomito e/o diarrea

- Scolo nasale e congiuntivale

- Sete e/o fame ingiustificata

- Dimagrimento evidente

- Pelo opaco

Ulcera Corneale

L’ulcera corneale riveste, nell’ambito delle affezioni oculari, un
ruolo di primaria importanza, poiché rappresenta una delle patologie
più comuni. La tempestività terapeutica e la scelta dell’adeguato trattamento
medico e/o chirurgico sono d’estrema importanza per evitare
complicazioni che possono esitare anche nella perdita della funzione
visiva.

Descrizione:
La cornea, o la parte anteriore dell'occhio, ha tre funzioni molto importanti. Funge da una barriera di appoggio per mantenere le strutture interne sul posto all'interno dell'occhio. La cornea permette che la luce passi nell'occhio e così tramite l'obiettivo alla retina alla parte posteriore dell'occhio. Inoltre piega i raggi luminosi ricevuti per aiutare l'obiettivo nella focalizzazione della luce ricevuta.
La cornea si compone microscopicamente di cinque strati identificabili. Da esterno a più interno, gli strati sono denominati l'epitelio, membrana di Bowman, lo stroma corneale, membrana di Descemet e l'endotelio. La membrana di Bowman e la membrana di Descemet sostengono l'epitelio ed il endotelio. Quando la cornea è danneggiata, la severità della ferita è determinata da quanti di questi strati sono stati danneggiati.Da questo dipende il trattamento richiesto e la prognosi per conservare la vista nell'occhio danneggiato.
Le ulcere corneali possono classificarsi secondo la profondità dell'ulcera e degli strati corneali del tessuto persi. Le ulcere corneali sono superficiali se la lesione interessa lo strato esterno e la membrana di Bowman. Se l'ulcera arriva fino a metà dello stroma cornreale è considerata poco profonda.Quando l' ulcera raggiunge la seconda metà dello stroma corneale è considerata ulcera profonda.
Gli eventi cellulari specifici delle ferite corneali dipenderanno da quali strati della cornea sono danneggiati. Le graffiature superficiali dello strato esterno della cornea, o l'epitelio, che non penetrano profondamente in questo strato guariscono solitamente senza trattamento medico veterinario. In questo processo, le cellule epiteliali intatte si muovono verso la lesione e subiscono la mitosi, o la divisione semplice delle cellule e le nuove cellule chiudono il cratere nello strato epiteliale. Ciò occorre normalmente in sette - 10 giorni. Se la membrana di Bowman è inoltre ulcerata,essendo composta da tessuto connettivo impiegherà di più a guarire. Un'ulcera superficiale guarirà generalmente in alcune settimane se non è infettata. Tuttavia, tutte le ulcere corneali sono suscettibili dell'infezione batterica, che farà ritardare la guarigione. Ulteriormente, una guarugione ritardata può essere associata con un' aumentata formazione di cicatrice.
Per le ulcere più profonde che, coinvolgono lo stroma corneale, occorreranno un certo numero di settimane per guarire. Durante la guarigione, i vasi sanguigni dall'orlo esterno della cornea possono svilupparsi sul pavimento dell'ulcera, provocando una neovascolarizzazione. Questo processo si fornicono le sostanze nutrienti supplementari alla zona danneggiata. Durante questa la cicatrice trattata il tessuto formerà. In alcune ulcere i nuovi vasi sanguigni regrediranno in modo da non alterare la visione. Tuttavia, in molti casi il tessuto della cicatrice è sufficiente per alterare severamente la visione. Per questo motivo, il trattamento ha puntato sul minimizzare la formazione della cicatrice.
Un'ulcera che ragguinge la membrana di Descemet è particolarmente pericolosa. Senza la protezione dello stroma ,la membrana di Descemet si gonfia esternamente esternamente( descemetocele). L'indebolimento di questi strati corneali può provocare la rottura della membrana di Descemet e il cedimento strutturale del endotelio. Quando questo accade, il liquido alloggiato nell' anteriore dell'occhio immediatamente fuoriesce e la parte esterna del bulbo oculare sprofonda. Questa è un'emergenza chirurgica che richiede l'attenzione immediata per non perdere l'occhio.
Alcune ulcere corneali possono essere refrattarie al trattamento o possono guarire ripetutamente. Queste ulcere hanno un difetto nelle cellule epiteliali della cornea esterna. Questo difetto può avere una base genetica.

Diagnosi:
La diagnosi è confermata con una prova della fluorescina. Le gocce di fluorescina sono disposte nell'occhio e lavate delicatamente. Nell'occhio normale, la macchia si laverà completamente. Se c' è un'ulcera, la macchia si legherà al tessuto danneggiato e comparirà come zona verde mela sulla cornea. Le ulcere più profonde che coinvolgono la membrana di Descemet spesso hanno un centro scuro e non legano la fluorescina. Una volta macchiata, questa zona della cornea comparirà come punto scuro con un bordo verde mela intorno esso. L'illuminazione con una lampada di Wood, o la luce nera, può aumentare la rilevazione della macchia di fluorescina.Confermata la diagnosi il veterinario ne cercherà la causa,l'occhio e la palpebra saranno perfettamente esaminati.

Prognosi:
I cani ed i gatti con ulcere corneali superficiali o poco profonde che sono trattate subito ed efficacemente hanno una prognosi eccellente con un recupero completo. In generale, i gatti tendono a guarire più velocemente ed avere meno formazione della cicatrice dei cani. Poiché le cicatrici delle ulcere possono ostruire la visione, è previsto il trattamento con farmaci che riducono la cicatrice e la neovascolarizzazione.
Le ulcere corneali indolenti o refrattarie che guariscono correttamente. Le ricorrenze sono comuni e le complicazioni sono altamente probabili. La malattia corneale significativa e le ulcerazioni connesse con le infezioni sono imprevedibili nella loro risposta al trattamento.
La conformità del proprietario alle istruzioni del veterinarie durante il processo di guarigione è molto importante ed avrà un effetto significativo sul risultato clinico.

Trasmissione o causa:
Il trauma è la causa più comune delle ulcere corneali. Tipicamente, i gatti ed i cani subiscono le graffiature agli occhi da altri animali o dai rami dell'albero. Inoltre, una particella approssimativa di sporcizia, di ghiaia o dell'altro materiale attaccato sotto una palpebra può danneggiare la cornea. Altri tipi di traumi includono le ustioni chimiche causate da shampoo e da altre sostanze. In alcuna patologie i peli circostanti o le ciglia possono causare l'ulcerazione.Anche la produzione inadeguate di sostanze umettanti, "occhio asciutto," può causare l'ulcerazione corneale.
Le malattie contagiose virali come il herpesvirus felino o le varie infezioni batteriche possono causare le ulcere corneali in gatti. L'identificazione della causa sottostante, per quanto possibile, faciliterà il trattamento e la prevenzione dell'ulcerazione ricorrente.
Un problema strutturale al livello cellulare può essere alla base delle ulcere corneali superficiali ricorrenti. In questi casi l'epitelio corneale è anormale e la cornea è predisposta all'ulcerazione spontanea.

Segni Clinici:
Anche se la cornea difetta della presenza dei vasi sanguigni, è ben fornita di nervi per rilevare il dolore. Anche la ferita minima provocherà un disagio considerevole. Altri segni dell'ulcera corneale includono il blefarospasmo, il epifora, lo scarico oculare purulento e la fotofobia.
Sintomi:
I sintomi comuni dell'ulcera corneale includono il dolore,il lampeggiamento nell'occhio colpito, la lacrimazione eccessiva, il pus, il rossore e i cambiamenti del comportamento come evitare la luce e il grattarsi.

Trattamento:
Il tipodi trattamento prescritto dal veterinario dipende dalla gravità dell'ulcera corneale,dalla sua durata e dalla causa sottostante ed è focalizzato sul trattamento a la prevenzione dell'infezione,sul controllo del dolore e dell'infiammazione,sulla prevenzione di ulteriori danneggiamenti alla cornea e sulle conseguenze della cicatrice sulla visione.
Per le ulcere superficiali il trattamento antibiotico è molto efficace per prevenire le infezioni durante la cicatrizzazione.L'ucera corneale spesso provoca spasmi dolorosi all'interno dell'occhio.Vengono usati collirii a base di atropine per ridurre gli spasmi.Questi collirii provocano una dilatazione della pupilla,
Quindi bisogna tenere il cane in una zona poco illuminata finchè è sotto l'effetto del collirio.Le ulcere più profonde devono essere trattate aggressivamente per minimizzare le complicazioni.Quando l'ulcera coinvolge la membrana di Descemet è necessario l'intervento chirurgico per applicare una protezione sull'ulcera.Sono utilizzabili differenti tecniche.Se si rompe la membrana di Descemet abbiamo la fuoriucita dei fluidi dal bulbo oculare.Questa è un'emergenza chirurgica, solo poche ore causerebbero la perdita dell'occhio.Ulcere corneali non guarite perfettamente necessitano di misure addizionali come tessuti adesivi. Il collare elisabettiano è spesso raccomandato per impedire che il cane si procuri lesioni grattandosi.Fino alla raggiunta guarigione sono necessarie frequenti visite di controllo dal veterinario.La completa guarigione si evidenzia con il test della fluorescina.
Ci sono, inoltre, due tipi di degenerazioni interne della cornea che possono condurre all'ulcerazione corneale:
La distrofia corneale è caratterizzata dai depositi anormali all'interno della cornea che contengono solitamente una combinazione di calcio e grassi (colesterolo) all'interno degli strati superficiali e profondi. Questo può accadere in uno o entrambi gli occhio e spesso non avere causa apparente, anche se possono essere associate con i bassi livelli della tiroide (ipotiroidismo). Compaiono come punti bianchi e granulari che non interferiscono solitamente con la visione. Una volta inizialmente visti, i punti sono controllati per 1-2 mesi. Se c' è prova della progressione durante questo tempo, il collirio può essere usato per legare il calcio e ritardare la progressione dell'opacità. Nei casi rari, solitamente in cani vecchio, gli occhi infermi possono diventare improvvisamente dolorosi con l'ulcerazione che avviene come reazione al materiale anormale nella cornea. Una volta che l'ulcerazione è avvenuta, è necessario rimuovere il deposito in ambulatorio. Se non trattata, l'ulcerazione può progredire, anche con conseguente perforazione nei casi più severi.
L'adesione difettosa delle cellule è un'altra causa delle ulcere superficiali nei cani adulti. Questa circostanza sembra essere causata da cellule anormali in modo che le cellule di superficie cadano non potendosi attaccare le une alle altre. Il trattamento è diretto a stimolare le cellule per produrre il nuovo cemento. In una settimana la maggior parte dei casi hanno risolto; quelli che persistono richiedono solitamente la chirurgia sotto l'anestesia generale. Questa procedura provoca la risoluzione in quasi tutti i casi. Poiché la circostanza è causata dalla struttura anormale del tessuto, la ricorrenza è possibile (anche se rara) nello stesso o nell'altro occhio.

venerdì 14 gennaio 2011

Tracheobronchite infettiva, tosse dei canili

La tracheobronchite infettiva o anche tosse dei canili è causata primariamente da un’infezione virale seguita poi da infezioni batteriche secondarie. I germi invadono i tessuti del cavo oronasale causando in genere tonsilliti, tracheiti e bronchiti di diverso grado.
Sintomi principali di questa malattia sono tosse secca e persistente, specialmente quando si esercita una leggera pressione sulla laringe e presenza di rigurgito o sputo di catarro che spesso è confuso con vomito.
La mortalità della laringotracheite infettiva è bassa ma la morbidità è molto elevata, una popolazione di cani che hanno contatto tra di loro si ammala contemporaneamente.
L’infezione avviene per vie aerogena, non esiste quindi la necessità di un contatto diretto tra gli animali.
Spesso questa tosse secca e produttiva è confusa con una tosse allergica (ad esempio trucioli).
In genere vi è una remissione spontanea nel giro di 10-15 giorni nel caso di animali vaccinati in caso di animali non vaccinati il decorso può essere più lungo e necessitare delle cure particolari (antibiotici ecc.)
Non è raro che un cane affetto da laringotracheite presenti poi una tonsillite o tracheite cronica che presentano delle difficoltà nella terapia.

Epatite

Si tratta in questo caso di una malattia causata da un virus. Colpisce in modo speciale i cuccioli che possono morire nel giro di ore senza presentare alcun sintomo clinico, la mortalità nel caso di infezione nei cuccioli e di 100%. Non esiste una terapia efficace.
Preventivamente si vaccinano i cani.

I coccidi

I coccidi sono dei microorganismi unicellulari (protozoi) assolutamente invisibili a occhio nudo che
vivono all’interno delle cellule dell’intestino dei nostri animali.
Quelli che comunemente vengono definiti “coccidi” sono dei protozoi delle specie Isospora e
Eimeria, Nel cane e nel gatto troviamo praticamente solo dei coccidi della specie Isospora.
Si tratta di parassiti obbligati, parassiti quindi che devono vivere il loro ciclo vitale completamente a spese di un ospite.
Esistono due forme di interazione tra ospite e parassita, una forma subclinica, senza sintomo alcuno, dove i parassiti si nutrono e si riproducono a spese dell’ospite ma senza causare sintomo alcuno e un forma clinica che si manifesta con un enterite più o meno grave.
Ciclo di sviluppo
Il ciclo di sviluppo dei coccidi è piuttosto complesso:
Partiamo dall’ animale infestato che emette delle “uova” che si chiamano oocisti. Le oocisti
nell’ambiente, nel giro di un lasso di tempo che varia tra qualche ora fino a qualche giorno,
sporulano, subiscono cioè uno sviluppo per cuoi al loro interno si formano degli sporozoiti (la
forma infestante). Queste oocisti sporulate vengono poi ingerite da un altro ospite e possono così
colonizzare le cellule della mucosa intestinale.
A questo punto il ciclo di sviluppo si complica e avremo due possibilità:
a) fase asessuata: durante questa fase i coccidi si moltiplicano smodatamente all’interno delle
cellule in cui sono penetrati: in pratica in una cellula entra un parassita, questo si moltiplica
generando decine di individui finché questi non rompono la cellula ospite e si spargono per
l’intestino penetrando in altre cellule e ripetendo il ciclo. E’ in questa fase che i coccidi,
distruggendo le cellule dell’intestino per riprodursi, provocano danno all’ospite. Se si instaura un
equilibrio tra il sistema immunitario dell’ospite e la capacità di riprodursi dei coccidi il danno rimane limitato e l’ospite non accusa fastidi. Se invece i coccidi si riproducono smisuratamente (come nel caso di cuccioli debilitati, animali con altre patologie intercorrenti, deficit del sistema immunitario) il danno diventa importante e in alcuni casi anche letale.
b) fase sessuata: Alcuni coccidi in risposta a stimoli non ancora ben chiari,si trasformano in gameti maschili e femminili, si fondono tra loro e danno origine alle oocisti che vengono poi espulse con le feci
NB: I coccidi dei generi Eimeria e Isospora sono specie/specifici quindi possono riprodursi e
svolgere il loro ciclo vitale all’interno di una sola specie (i coccidi del cane infestano i cani, i coccidi
del gatto infestano i gatti).

Le coccidiosi
I soggetti più colpiti sono i cuccioli (gli animali adulti spesso hanno una buona risposta immunitaria ai coccidi) e in particolare i cuccioli che hanno vissuto o vivono in comunità (maggiore possibilità di assumere oocisti).
Viaggi lunghi (cuccioli importati dall’estero), condizioni igieniche precarie, trattamenti antiparassitari non effettuati o effettuati scorrettamente, alimentazione insufficiente o scorretta e ovviamente tutte le forme di stress ambientale o individuale possono portare al manifestarsi della malattia nella sua forma conclamata.
I sintomi principali della coccidiosi sono:
Diarrea di vario grado: da feci poco formate a vere e proprie scariche di materiale liquido spesso le feci contengono muco e/o sangue.
Dimagrimento, disidratazione (cute secca), pelo opaco e arruffato
Ritardo dello sviluppo (forse il sintomo più costante
Nei gattini infestati da molto tempo e in modo grave si può sviluppare il prolasso del retto che si manifesta come una formazione carnosa di forma cilindrica che sporge dall’ano. Quest’ultimo sintomo è estremamente grave e, se possibile deve essere tempestivamente corretto con un intervento chirurgico
La diagnosi definitiva viene fatta attraverso un esame coprologico atto a determinare la presenza
di oocisti nel materiale esaminato.
La terapia viene eseguita attraverso la somministrazione di coccidiostatici.
NOTA: un esame delle feci di un cane o un gatto sano può avere un esito positivo per quanto concerne la presenza di coccidi.
La coccidiosi in medicina veterinaria è una patologia ben nota negli allevamenti intensivi di volatili, conigli e in alcuni casi anche di vitelli e suini.
Fino agli anni ’30-’40 era praticamente impossibile allevare in modo industriale polli e conigli
perchè questi animali una volta immessi in grande numero in un capannone iniziavano a morire
dopo pochi giorni a causa per l’appunto di alcuni ceppi altamente pericolosi di coccidi che
trovavano nelle condizioni di sovraffollamento, di scarsa igiene ambientale e nelle tecniche di
allevamento ancora estremamente empiriche un substrato ideale per proliferare.
Solo la scoperta di alcuni farmaci (anticoccidici) che mescolati con il mangime degli animali
inibivano la proliferazione di questi parassiti ha permesso l’allevamento intensivo di queste specie.

Dermatite allergica da morso di pulci nel cane, (DAP)

La DAP (Dermatite Allergica da morso di Pulci) è una malattia allergica molto frequente in Italia che causa prurito e problemi cutanei a cani e gatti.
Si manifesta prevalentemente nei mesi estivi; tuttavia, in ambienti infestati da pulci, può essere presente tutto l`anno.
E` dovuta alla risposta allergica dell`organismo ad uno dei componenti della saliva delle pulci (Ctenocephalides felis felis).
Può comparire anche in soggetti che raramente ospitano questi ectoparassiti; anzi spesso sono proprio loro a sviluppare l`allergia, in quanto gli animali abituati a convivere con le pulci diventano tolleranti al loro morso.
Non esiste una predisposizione di specie, razza, età o sesso.

I sintomi
Gli animali affetti da DAP soffrono di prurito molto intenso, che spesso manifestano girandosi di scatto per mordicchiarsi la cute.
La presenza di una sola pulce può essere infatti molto fastidiosa.
Il prurito è generalmente localizzato nella regione lombo-sacrale (parte bassa della schiena), all` attaccatura della coda, sul collo, nella faccia interna della coscia, lungo l`inguine e l`addome.
Gli animali tendono a leccarsi e a grattarsi insistentemente queste aree pruriginose, provocando escoriazioni su cui possono svilupparsi delle infezioni batteriche e/o fungine con pus, croste e perdita di pelo.
Se non si interviene, la pelle del cane può ispessirsi, scurirsi e diventare untuosa e crostosa.


La diagnosi
La diagnosi dovrebbe basarsi, oltre che sui sintomi, sulla ricerca delle pulci e/o delle loro feci, anche se non sempre è possibile evidenziarle.
Le feci delle pulci, piccoli puntini neri visibili ad occhio nudo e detti anche "polvere di carbone", si possono osservare sia sull`animale che nei suoi giacigli abituali.
Essendo costituite da sangue digerito, se raccolte e messe a contatto con un pannocarta bagnato, lasciano una piccola macchia rossastra.
Per evidenziare le pulci invece, è possibile pettinare il mantello dell`animale con un pettinino a maglie strette e verificare se questi parassiti ne rimangano imprigionati.

E` anche disponibile un test intradermico che indica se il cane è allergico al morso di pulce.
L`esame consiste nell`iniettare nella cute dell`animale una piccola dose di estratto di saliva di pulce: in caso di allergia, l`area intorno all`iniezione si gonfia e si arrossa.

In situazioni sospette, quando la diagnosi non è chiara, si eseguono ulteriori test che escludano altre malattie cutanee.
Oppure è possibile proporre un piano di eliminazione delle pulci, sia degli adulti che delle forme larvali presenti nell`ambiente; un miglioramento clinico consente di confermare la diagnosi.

La terapia
La terapia si basa sul controllo delle pulci.
La risposta allergica dell`organismo si può prevenire praticando un`eradicazione completa di questi parassiti.
E` importante intervenire contemporaneamente sull` animale, sui conviventi e sull`ambiente.
I trattamenti devono essere eseguiti tutto l`anno e non solo nella stagione estiva: le pulci infatti sopravvivono facilmente nelle abitazioni durante l` inverno.
Se questo tipo di intervento non è praticabile, occorre trattare l`animale con prodotti che permettano un controllo efficace della loro presenza; inoltre si possono somministrare farmaci che allevino i sintomi dell`allergia e tengano sotto controllo le eventuali infezioni batteriche e/o fungine presenti.
Nelle forme più severe può essere indicato l`uso di cortisonici o antistaminici.
Questi aiutano ad eliminare il prurito intenso, ma non dovrebbero essere usati per lunghi periodi ed andrebbe sempre ricercato il dosaggio minimo efficace che riesca a controllare il prurito.
La somministrazione andrebbe poi interrotta gradualmente, riducendo il dosaggio.
Se il Veterinario diagnostica un`infezione batterica secondaria è necessaria una terapia antibiotica e/o lavaggi con shampoo medicati.
L`uso di prodotti a base di acidi grassi, sia per via sistemica che tramite shampoo o lozioni locali, può, grazie all`azione immunomodulante e antinfiammatoria degli omega 3 e omega 6, coadiuvare il trattamento della dermatite allergica da morso di pulci.

Dati fisiologici del cane

Temperatura rettale : 38° -39°

Frequenza respiratoria: 15-40 al minuto

Frequenza del polso: 60-160 cane adulto

Calore: inizia a partire dal 7° - 12° mese e si ripete ogni 6 mesi circa

Durata del calore : 15-20 giorni circa

Gestazione: 58-63 giorni

Filariosi cardiopolmonare

La filariosi cardiopolmonare è una malattia causata da un verme tondo (Dirofilaria immitis) che vive nel cuore dell’animale infetto.
I primi casi di filariosi cardiopolmonare sono stati descritti già nel 1921 in Brasile. La filariosi cardiopolmonare è presente in tutto il mondo e colpisce diverse specie animali come: cani, gatti, furetti, volpi, lupi, cavalli e leoni marini.

Il ciclo di sviluppo della Dirofilaria
La Dirofilaria adulta misura fino da 17 cm (maschi) fino a 27 cm (femmine) e normalmente risiede sia nell’ arteria polmonare che nel ventricolo cardiaco destro. Per riprodursi, le femmine adulte immettono delle microfilarie (ca 300µm) nella circolazione sanguigna. Le microfilarie possono vivere da 1 a 3 anni. La zanzara che casualmente punge il cane infetto per nutrirsi, ingerisce, oltre al sangue del cane anche delle microfilarie. All’interno della zanzara si sviluppa una cosiddetta larva1, che migra verso lo stomaco della zanzara stessa poi verso la bocca sviluppandosi in larva3. Il tempo di sviluppo è variabile: a 30 °C impiega 8 giorni, a 18°C impiega 28 giorni. Dal momento che una zanzara assume una microfilaria vi devono essere delle condizioni ambientali favorevoli affinché , nel breve periodo di vita di una zanzara ( ca. un mese) si possa sviluppare la larva3 la quale ha la possibilità di infettare altri cani. Quando la zanzara portatrice della malattia (quindi delle larve3) punge un animale per succhiarne il sangue, deposita sulla cute dell’animale ca 10 larve che penetrano poi attraverso la microscopica ferita e vanno a raggiungere la circolazione sanguigna del cane.
La larva3 migra poi verso le arterie polmonari e si sviluppa ulteriormente in larva5 dopo ca. 100 giorni dall’infezione. Lì si insidia e, nel giro di 2-3 mesi, si sviluppa in adulto di Dirofilaria Se sono presenti maschi e femmine allora nel giro di 6/7si possono riprodurre. I parassiti adulti possono vivere da 3 a 5 anni.

Sintomi
Dal momento che i parassiti adulti vivono nel tronco polmonare la sintomatologia può essere molto variabile. Nei cani che conducono una vita sedentaria vi è una quasi totale assenza di sintomi, in cani da lavoro spesso i sintomi si riducono ad un calo di prestazione. In genere si classifica la manifestazione clinica in 3 gradi.
Grado 1: caratterizzata da una quasi totale assenza di sintomi, la prognosi per la guarigione è buona.
Grado 2: calo di prestazione fisica, tosse occasionale sotto sforzo, leggero ingrossamento del cuore,
la prognosi per la guarigione è buona.
Grado 3: calo di prestazione evidente, dimagrimento, tosse persistente, evidenti segni di deperimento fisico ed ev. ingrossamento dell’addome (ascite), la prognosi per la guarigione è scarsa.
La diagnosi viene confermata con un test eseguito sul sangue del paziente a rischio. Da una parte viene rilevata la presenza di microfilarie nella circolazione periferica, dall’altra viene determinata la presenza di parassiti adulti.

Terapia
La terapia della filariosi cardiopolmonare si divide in due eventi distinti tra loro. Dapprima si effettua una rivolta alla eliminazione dei parassiti adulti nel cuore. Ci sono diversi medicamenti a disposizione adatti allo scopo, importante è tenere il cane a riposo per un mese in modo da ridurre il rischio di trombosi. In seguito si effettua la terapia contro le microfilarie che ancora circolano nel sangue, anche per questa terapia esistono diversi tipi di medicamenti che si possono usare. Il veterinario curante farà la scelta del medicamento più indicato.

Prevenzione
La prevenzione della filariosi cardiopolmonare va effettuata, se si vive, o se ci si reca in zone endemiche, in zone cioè dove sono presenti i presupposti per un diffondersi della malattia. La prevenzione si effettua tramite compresse contenenti un antiparassitario che agisce contro le microfilarie, le compresse vanno somministrate una volta al mese duranti i mesi di maggiore attività delle zanzare, in genere, a dipendenza della zona, 9 mesi l’anno. In alternativa vi sono dei preparati somministrabili sotto forma di spot-on o iniezioni da applicare una volta ogni 6 mesi. La scelta del tipo di prevenzione è fatta a dipendenza delle necessità ed esigenze personali.

Zone a rischio
Le principali zone a rischio (in Europa) si trovano nei paesi del bacino del mediterraneo (Italia, Francia, Spagna). I presupposti per uno sviluppo della filariosi in canton Ticino sembra siano presenti, ma non si è ancora potuto accertare l’infezione di cani da parte di zanzare in Ticino.

Entropion

E' il ripiegamento del margine della palpebra verso la cornea.
Nel cane questa patologia è il più delle volte congenita ed ereditaria, soprattutto se compare nel cucciolo entro i sei mesi di età.
L'entropion può essere anche la conseguenza di traumi, congiuntiviti, corpi estranei e lesioni che provocano dolore e spasmo dei muscoli palpebrali (entropion temporaneo).
Poiché il rovesciamento della palpebra provoca lo sfregamento delle ciglia sulla congiuntiva e sulla cornea, la continua irritazione causa dolore e fastidio e lo spasmo palpebrale si aggrava instaurando un circolo vizioso.

Sintomatologia:
Nei casi più gravi il cane presenta un evidente lacrimazione, si gratta con la zampa o strofina l'occhio sul terreno o sui tappeti. A causa del dolore, l'occhio viene tenuto semichiuso ed è presente un ammiccamento continuo. Se l'entropion non viene curato si possono verificare gravi lesioni corneali.

Diagnosi:
La diagnosi è facile a causa dell'evidente rovesciamento del margine palpebrale.

Terapia:
E' importante verificare se si tratta di un entropion congenito o acquisito. Verranno quindi effettuate medicazioni locali periodiche a base di antibiotici precedute da un'accurata pulizia dell'occhio con blande soluzioni disinfettanti oftalmiche. Se l'entropion è causato dal dolore e dalla congiuntivite, man mano che il dolore e il fastidio scompaiono, la palpebra ritorna nella sua posizione naturale. Se ciò non avviene è probabile che si tratti di una malformazione congenita.
L'entropion congenito, poiché è causato da una difettosa conformazione della palpebra, deve essere corretto chirurgicamente. In un cucciolo, se l'entropion non è grave da compromettere l'integrità della cornea, conviene aspettare il completo accrescimento.
Prima di procedere all'intervento, devono essere ovviamente curate le eventuali congiuntiviti e la cheratite conseguenti allo sfregamento. Le tecniche chirurgiche sono numerose e variano in base alla gravità e alla localizzazione dell'entropion.

Ectropion

E' il rovesciamento verso l'esterno della palpebra inferiore, con esposizione della congiuntiva palpebrale all'azione irritante dell'aria e degli agenti esterni. Può essere congenito, ma anche acquisito per rilassamento senile del muscolo orbicolare, per paralisi traumatiche o neurogene, per fenomeni cicatriziali.

Sintomatologia:
I sintomi sono caratterizzati dall'arrossamento della congiuntiva accompagnato da una continua e fastidiosa lacrimazione (epifora) a cui fa spesso seguito un'infezione batterica secondaria (congiuntivite cronica).

Terapia:
Per diminuire la superficie congiuntivale esposta agli agenti irritanti esterni, l'unica terapia risolutiva è quella chirurgica. Si tratta in pratica di un piccolo intervento di chirurgia plastica che consiste nell'asportazione di un frammento di cute e congiuntiva. Nel caso non si voglia, o non si possa, procedere all'intervento chirurgico, l'occhio deve essere tenuto giornalmente pulito e disinfettato con colliri o impacchi rinfrescanti per ridurre i rischi di infezioni.
Nelle forme neurogene deve essere curata la causa primitiva



Piometra

Piometra significa letteralmente presenza di pus (pio) nell’utero (metra) ed è il risultato di una grave infezione dello stesso che si verifica in femmine fertili di solito non giovanissime.
La forma più tipica si manifesta in diestro cioè nel periodo che segue il calore.
Qui può accadere che in assenza di gravidanza una eccessiva produzione ormonale (progesterone) da parte del corpo luteo ciclico, induca l’utero a mettere in atto tutte quelle modificazioni tipiche della gestazione pur senza la presenza del feto.
Tra queste un utero meno tonico ed una notevole produzione di muco (latte uterino) creano un ambiente ideale per la proliferazione batterica e la conseguente infezione.
La stessa può essere provocata anche da residui del parto o essere la conseguenza di aborti.
E’ fondamentale ricordare come nei nostri animali, una delle principali cause di piometra siano i farmaci, contenenti progesterone, utilizzati per la soppressione e la prevenzione del calore o quelli impiegati per impedire gravidanze dopo accoppiamenti indesiderati.
La grande capacità di distendersi dell’utero, associata di solito alla cervice chiusa fanno si che la patologia si manifesti clinicamente dopo diverso tempo dalla sua insorgenza, quando l’imponente raccolta di liquido la fa esplodere in tutta la sua gravità.
Oltre all’evidente danno locale subentrano poi col passare dei giorni notevoli ripercussioni sistemiche che possono portare a morte l’animale.
La disidratazione del soggetto ha come conseguenza una diminuzione della filtrazione renale spesso associata ad una infiammazione del rene stesso (glomerulonefrite).
Le tossine liberate dai batteri vanno poi direttamente ad aggravare lo stato di intossicazione generale.
Nei casi più gravi si può assistere ad una setticemia in genere fatale. I sintomi sono diversi a seconda dello stadio della malattia.
Il più tipico, quasi sempre presente, è l’evidente aumento della sete accompagnato in genere da un incremento dell’emissione di urina (sindrome poliuria/polidipsia).
A questi possono accompagnarsi depressione, febbre, anoressia, e scolo vaginale nei casi in cui la cervice si apre.
Gli esami del sangue evidenziano un netto incremento dei globuli bianchi in circolo. Laddove è possibile è sempre buona norma effettuare controlli per escludere la presenza di altre malattie che portano ad un aumento della sete come ad esempio diabete ed insufficienza renale.
Una diagnosi certa di piometra si ottiene con un esame ecografico mentre di scarso ausilio si rivelano quelli radiologici.
La terapia d’elezione è quella chirurgica: una ovarioisterectomia (totale) effettuata con l’animale in buone condizioni cliniche porta ad una guarigione rapida e completa nell’arco di qualche giorno.
Soggetti molto prostrati necessitano di terapie di sostegno prima e dopo l’intervento.
Nel caso di piometra aperta può essere tentata una cura con antibiotici ad ampio spettro associati a prostaglandine ma è bene ricordare che i successi non superano mai il 10-15% dei casi per i quali va comunque tenuta in considerazione la possibilità di recidive della malattia dopo i calori successivi.

Attenzione quindi alle sospette frequenti bevute della vostra amica a quattrozampe soprattutto se non più giovanissima: una tempestiva visita dal vostro veterinario di fiducia potrebbe evitarle spiacevoli conseguenze e naturalmente salvarle la vita.

giovedì 13 gennaio 2011



Ciao a tutti!!! Io sono pronto e tu bella cagnona dove sei??? Contattatemi se volete una prole meravigliosa..........