venerdì 14 gennaio 2011

I coccidi

I coccidi sono dei microorganismi unicellulari (protozoi) assolutamente invisibili a occhio nudo che
vivono all’interno delle cellule dell’intestino dei nostri animali.
Quelli che comunemente vengono definiti “coccidi” sono dei protozoi delle specie Isospora e
Eimeria, Nel cane e nel gatto troviamo praticamente solo dei coccidi della specie Isospora.
Si tratta di parassiti obbligati, parassiti quindi che devono vivere il loro ciclo vitale completamente a spese di un ospite.
Esistono due forme di interazione tra ospite e parassita, una forma subclinica, senza sintomo alcuno, dove i parassiti si nutrono e si riproducono a spese dell’ospite ma senza causare sintomo alcuno e un forma clinica che si manifesta con un enterite più o meno grave.
Ciclo di sviluppo
Il ciclo di sviluppo dei coccidi è piuttosto complesso:
Partiamo dall’ animale infestato che emette delle “uova” che si chiamano oocisti. Le oocisti
nell’ambiente, nel giro di un lasso di tempo che varia tra qualche ora fino a qualche giorno,
sporulano, subiscono cioè uno sviluppo per cuoi al loro interno si formano degli sporozoiti (la
forma infestante). Queste oocisti sporulate vengono poi ingerite da un altro ospite e possono così
colonizzare le cellule della mucosa intestinale.
A questo punto il ciclo di sviluppo si complica e avremo due possibilità:
a) fase asessuata: durante questa fase i coccidi si moltiplicano smodatamente all’interno delle
cellule in cui sono penetrati: in pratica in una cellula entra un parassita, questo si moltiplica
generando decine di individui finché questi non rompono la cellula ospite e si spargono per
l’intestino penetrando in altre cellule e ripetendo il ciclo. E’ in questa fase che i coccidi,
distruggendo le cellule dell’intestino per riprodursi, provocano danno all’ospite. Se si instaura un
equilibrio tra il sistema immunitario dell’ospite e la capacità di riprodursi dei coccidi il danno rimane limitato e l’ospite non accusa fastidi. Se invece i coccidi si riproducono smisuratamente (come nel caso di cuccioli debilitati, animali con altre patologie intercorrenti, deficit del sistema immunitario) il danno diventa importante e in alcuni casi anche letale.
b) fase sessuata: Alcuni coccidi in risposta a stimoli non ancora ben chiari,si trasformano in gameti maschili e femminili, si fondono tra loro e danno origine alle oocisti che vengono poi espulse con le feci
NB: I coccidi dei generi Eimeria e Isospora sono specie/specifici quindi possono riprodursi e
svolgere il loro ciclo vitale all’interno di una sola specie (i coccidi del cane infestano i cani, i coccidi
del gatto infestano i gatti).

Le coccidiosi
I soggetti più colpiti sono i cuccioli (gli animali adulti spesso hanno una buona risposta immunitaria ai coccidi) e in particolare i cuccioli che hanno vissuto o vivono in comunità (maggiore possibilità di assumere oocisti).
Viaggi lunghi (cuccioli importati dall’estero), condizioni igieniche precarie, trattamenti antiparassitari non effettuati o effettuati scorrettamente, alimentazione insufficiente o scorretta e ovviamente tutte le forme di stress ambientale o individuale possono portare al manifestarsi della malattia nella sua forma conclamata.
I sintomi principali della coccidiosi sono:
Diarrea di vario grado: da feci poco formate a vere e proprie scariche di materiale liquido spesso le feci contengono muco e/o sangue.
Dimagrimento, disidratazione (cute secca), pelo opaco e arruffato
Ritardo dello sviluppo (forse il sintomo più costante
Nei gattini infestati da molto tempo e in modo grave si può sviluppare il prolasso del retto che si manifesta come una formazione carnosa di forma cilindrica che sporge dall’ano. Quest’ultimo sintomo è estremamente grave e, se possibile deve essere tempestivamente corretto con un intervento chirurgico
La diagnosi definitiva viene fatta attraverso un esame coprologico atto a determinare la presenza
di oocisti nel materiale esaminato.
La terapia viene eseguita attraverso la somministrazione di coccidiostatici.
NOTA: un esame delle feci di un cane o un gatto sano può avere un esito positivo per quanto concerne la presenza di coccidi.
La coccidiosi in medicina veterinaria è una patologia ben nota negli allevamenti intensivi di volatili, conigli e in alcuni casi anche di vitelli e suini.
Fino agli anni ’30-’40 era praticamente impossibile allevare in modo industriale polli e conigli
perchè questi animali una volta immessi in grande numero in un capannone iniziavano a morire
dopo pochi giorni a causa per l’appunto di alcuni ceppi altamente pericolosi di coccidi che
trovavano nelle condizioni di sovraffollamento, di scarsa igiene ambientale e nelle tecniche di
allevamento ancora estremamente empiriche un substrato ideale per proliferare.
Solo la scoperta di alcuni farmaci (anticoccidici) che mescolati con il mangime degli animali
inibivano la proliferazione di questi parassiti ha permesso l’allevamento intensivo di queste specie.

Nessun commento: