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martedì 23 novembre 2010

Sporca in casa???

Il problema del cane che sporca in casa, è legato fondamentalmente a due fattori: alimentazione ed educazione sociale. Se escludiamo problemi fisici che potrebbero indurre il cane a sporcare in momenti inopportuni, il comportamento è certamente determinato dalla necessità di rispondere, con dei riflessi condizionati, a stimoli o a situazioni che lo vedono coinvolto direttamente. Dobbiamo ricordare che, la deposizione delle feci e urina, oltre a soddisfare un bisogno fisiologico, è relativa ad un comportamento sociale finalizzato a marcare il territorio, con particolare attenzione per i confini dove, i soggetti dominanti, ribadiscono la loro autorità sullo spazio vitale del gruppo. I segnali vengono inviati non solo ad elementi esterni ma anche a componenti dello stesso gruppo, lo scopo è di manifestare la volontà di mantenere o conquistare la conduzione del branco. Nei soggetti sottomessi o inibiti, può accadere che la deposizione delle feci o di urina avvenga come riflesso nel momento in cui il soggetto dominante è assente infatti, il cane che prima era subalterno, ora prende possesso del territorio comportandosi come il dominante del momento contingente. In tutti i casi, quando un cane sano, ben alimentato e portato fuori regolarmente, sporca comunque in casa, significa che sta vivendo un conflitto sociale con qualcuno della famiglia per la conservazione o la conquista di una posizione sociale adeguata. Una ulteriore causa di eliminazione incontrollata, potrebbe essere dovuta a stress o paure ma, in questi casi, sarà sporadica o limitata nel tempo. I vecchi metodi coercitivi che i nostri nonni hanno sempre adottato ( mettici il muso dentro!! ), oltre ad essere inefficaci sotto il profilo educativo, hanno il potere di procurare traumi che possono sfociare in veri e propri stress: il cane non sporca in presenza del padrone, per timore che gli venga infilato il suo muso nelle feci, ed evacuerà quando il padrone è assente cercando di farlo in angoli nascosti o comunque poco individuabili.

nozioni base:

  • verifica con il tuo veterinario lo stato di salute del cane
  • la dieta deve essere adeguata all'età ed all'attività del cane
  • gli orari dei pasti devono essere sempre mantenuti costanti
  • controlla l'ora in cui sporca ( feci ) e registra il tempo trascorso dall'ultimo pasto, sposta l'ora dei pasti in modo da regolare l'ora in cui dovrà sporcare, di solito il cane, ben alimentato, depone le feci in numero uguale ai pasti principali
  • verifica che il luogo scelto da te sia anche di suo gradimento. Ricorda che il cane sporca solo nei luoghi in cui non si sente minacciato
  • portalo fuori con regolarità, ricorda che un cane adulto SANO può resistere senza urinare non più di sei sette ore, di solito di notte è in grado di sopportare periodi più lunghi
  • impara a riconoscere le sue richieste
  • le uscite quotidiane devono avvenire in ore adeguate alla necessità del cane di sporcare e mantenute costanti e regolari, anche quando si è più disponibili
  • uscendo evita gli stress da separazione
  • portalo fuori regolarmente al mattino anche quando sei in vacanza
  • mantieni costanti i rientri a casa, i ritardi inducono il cane a sporcare in casa per necessità, provando piacere a farlo
  • se rientri prima del previsto, aspetta comunque l'ora solita per portarlo fuori, altrimenti generi una incongruenza nel suo orologio biologico
  • ricorda che costringerlo o permettergli di sporcare in casa, lasci intendere che è possibile e giustificato farlo
  • elimina tutti i supplementi alimentari mantenendo solo i premi educativi
  • le eventuali variazioni di dieta o di tipo di alimento, devono avvenire gradualmente allo scopo di evitare cattive digestioni
  • nel caso di minzioni molto frequenti, potrebbe essere utile razionare la somministrazione dell'acqua, fornendola poco prima di essere disponibili al controllo diretto del cane

  • pulisci i suoi gabinetti senza farti vedere ( potrebbe considerarlo un furto, portandolo a nascondersi per sporcare ), usa prodotti disinfettanti per trattare l'area interessata

interventi

  • stabilisci la gerarchia del gruppo ( vedi capo branco )

  • evita conflitti sociali con il resto del gruppo (attento al rapporto coi bambini)
  • avvia un ciclo di educazione di base a cui deve partecipare tutta la famiglia
  • evita le punizioni corporali, meglio ignorarlo e isolarlo
  • premialo se sporca fuori, lasciandogli fare ciò che vuole dopo aver sporcato: ad esempio, se vuole tornare subito a casa, accontentalo

conclusioni:

Un cane ben alimentato, educato adeguatamente, opportunamente inserito socialmente, felice di far parte del gruppo, sporcherà fuori con regolarità se verrà accompagnato fuori in modo coerente e puntuale.

martedì 18 novembre 2008

Il Cane Corso e la sua CASA

Non appena avete deciso di acquistare un Cane Corso (o di qualsiasi altra razza), sia esso cucciolo e ancor più se adulto, dovete pensare, prima ancora di portarvelo a casa, alla sua sistemazione, ovvero al suo alloggio. In ogni caso tenete conto che la provvisorietà non è raccomandabile. Il vostro compagno si deve abituare subito al posto che gli è stato assegnato per il riposo; diversamente correreste il pericolo di farne un nomade e non dovreste poi sorprendervi trovandolo un giorno sul divano o sulla vostra poltrona preferita oppure sul migliore dei tappeti di casa, per non parlare del letto.

Nella maggioranza dei casi il Cane Corso (o comunque il cane di media o grande taglia) viene prescelto da chi dispone di un giardino, di un cortile, di una grande terrazza, ecc. Molti credono sia sufficiente un casotto di legno coperto da tetto impermeabile, sia pure sollevato da terra, ove il cane possa essere riparato dalle intemperie, ma questo sistema di ricovero è inefficace, a meno che non sia sistemato in un luogo coperto. Questo perché non si può pretendere che il cane se ne stia buono nella sua casetta per giornate intere quando piove o c’è il sole troppo cocente; il cane vi starà finché ne avrà voglia, poi uscirà a spasso, pioggia o sole che faccia.

Il Cane Corso – così come qualsiasi cane da guardia – è bene abbia un canile veramente idoneo. Oltre che per ragioni attinenti il carattere, il Cane Corso specialmente da cucciolo, teme l’umidità e il caldo. Bisogna quindi che il proprietario prepari un canile in cui i lati possono benissimo essere costituiti da una robusta rete metallica, ma che sia coperto e con il pavimento in legno. Anteriormente dovrà esservi una porta, non solo per l’accesso del cane (o delle persone) ma anche che poterlo chiudere quando piove. Pochi metri quadrati saranno sufficienti. Fuori dal canile coperto vi può essere una parte scoperta, senza problemi di pavimentazione (bene con erba o sabbia, per evitare fango e pozzanghere), dove il cane può vivere nelle giornate non piovose, accedendo dalla porta del reparto coperto, ovviamente riaperta. Aprendo una seconda porta, in questo secondo scomparto, il cane potrà girare libero nel giardino, nel terrazzo, nel cortile, quando lo gradisce il padrone e quando non vi siano estranei.


In tale recinto, in posizione orientata verso il sole, potrete disporre la cuccia vera e propria, con tetto facilmente apribile ai fini di una più agevole pulizia. L’ingresso dovrà essere adeguatamente ampio per la comodo entrata ed uscita del cane. Può esservi una lettiera – specialmente se il cane è molto giovane – costituita da una vecchia coperta, da paglia o trucioli, i quali tendono però ad ammucchiarsi e richiedono un cambio frequente. Indicati anche i cartocci di granoturco. Il pavimento deve essere lavato frequentemente, per evitare cattivi odori e per allontanare eventuali parassiti. L’assito del recinto dovrà essere soggetto a frequenti lavaggi di disinfezione e disinfestazione.

Se, per forza di cose, il cane alloggerà in casa, gli sia almeno concessa una certa libertà sul balcone, come già detto, per il necessario sfogo naturale in un ambiente di sole ed aria aperta. Nell’angolo che gli avrete destinato del vostro appartamento, approntategli una brandina di quelle comunemente in commercio, tenendo conto, nell’acquisto, che il Cane Corso fa presto a crescere e che, probabilmente, non avrete intenzione di cambiare il letto ogni due mesi fino a quando non sarà adulto. Il cane che vive in alloggio deve essere portato fuori il più possibile, specialmente dopo il pasto della sera. Lo si abitui, fin da cucciolo, anche per il caso che non potesse poi essere portato frequentemente in strada, a orinare in una cassetta, contenente o segatura o sabbia, posta sempre nel medesimo luogo.

giovedì 13 novembre 2008

Il Nome

Il nome é una cosa molto importante per il nostro amico. Ci servirà, ogni volta che gli dovremo impartire un comando, per richiamare la sua attenzione, ciò é fondamentale perché egli capisca che il comando é rivolto a lui. Può capitare, infatti, che nel corso delle nostre conversazioni con i famigliari o gli amici compaiono le parole usate come comando per il nostro cane (soprattutto se glieli impartiamo nella nostra lingua!). Se il nostro cane capta tali parole può eseguire il comando anche senza la nostra volontà. E' quindi fondamentale abituarci (e abituarlo!) a far sempre precedere i nostri comandi dal suo nome affinché sia chiaro che é a lui che ci rivolgiamo.

Solitamente il nostro cucciolo arriva già con un nome datogli dall'allevatore composto dal nome vero e proprio (es. Lucio Licinio ) e dall'affisso dell'allevamento (es. Del Rosso Malpelo) va da sé quindi che, pur restando quello il nome ufficiale del nostro amico QUESTO PUÒ ESSERE CAMBIATO per il piacere di chiamarlo come più ci aggrada e perché pronunciare "Lucio Licinio del Rosso Malpelo" ogni volta che vogliamo impartirgli un comando risulterebbe oltremodo fastidioso.

Senza rifarci ad un famoso film di Troisi sulla brevità dei nomi in relazione alla futura educazione, possiamo comunque affermare che la scelta migliore per il nome del cane sia quella che privilegia nomi mono o bisillabi (es. Fufi Fido). La scelta é talmente ampia che troveremo senz'altro quello che a noi più aggrada. Cominceremo quindi ad usarlo sempre quando ci rivolgeremo al nostro amico.

Ricordiamoci quindi che non dovremo mai dire "Vieni!" oppure "Fido!" per chiamare presso di noi il nostro cane, ma bensì: "Fido...Vieni!". La breve pausa dopo il nome ci dovrà servire per accertarci che il nostro cane abbia compreso che ci rivolgiamo a lui e si sia messo in attenzione, in attesa di conoscere quale sia il nostro comando. Sembra un dettaglio futile ma non lo é. Il nostro amico infatti passa una grandissima parte ad osservarci, ad ascoltarci. Non adottando tale abitudine può benissimo capitare che (ad esempio) mentre stiamo spostando un mobile insieme ad un amico e gli diciamo "Vieni" per invitarlo a spingere il mobile verso di noi il nostro cane esegua quello che lui ritiene un comando rivolto a lui e ci venga tra i piedi venendo ovviamente allontanato! E' quindi evidente che la cosa non potrà che ingenerare grossa confusione in lui ("ho eseguito un ordine...... e sono stato rimproverato").

Adottando la pratica di cui sopra un evento del genere non é possibile.

Quindi, regola fondamentale:

OGNI COMANDO IMPARTITO DEVE ESSERE SEMPRE PRECEDUTO DAL NOME

Buona educazione sinonimo di buon cane

BUONGIORNO, oggi vi voglio parlare dell'educazione del cane (I miei simili di caratteristiche e non di bellezza!!! ah ah ah) e non dell'"addestramento" del cane! I due concetti sono molto diversi, pur avendo principi di base comuni. Entrambi sottintendono un condizionamento attivo del cane affinché lo stesso abbia un comportamento ben preciso, voluto dall'uomo.

Ma le finalità sono ben diverse.

Chiariamo che intendiamo per "educazione" un condizionamento attivo che porti il nostro amico a convivere con la società in cui lo abbiamo portato a vivere (la nostra famiglia e, in modo più esteso, la società civile in cui noi, esseri umani, viviamo). Per "addestramento" intendiamo invece quel condizionamento che lo porti a svolgere in maniera attiva "compiti" utili alle società di cui sopra. Chiaramente i concetti suesposti possono essere oggetto di infinite discussioni ma abbiamo cercato di sintetizzarli nella speranza di dare una definizione generalizzata ma abbastanza precisa.

Va da che OGNI cane che conviva con la nostra società (ristretta od estesa) debba essere "educato" ad avere un buon rapporto con essa. Come insegniamo ai nostri figli a non mangiare con le mani, a non mettersi le dita nel naso e quindi tutta una serie di "regole" per una corretta convivenza con le società, allo stesso modo dobbiamo insegnare al nostro amico altrettante "regole" tendenti allo stesso scopo.

Tali "regole" comprendono l'insegnare al cane che non può depositare i suoi escrementi dove l'istinto gli suggerisce (ad esempio) e tutta una gamma di comportamenti "consoni" alla vita in società.

Ribadiamo il concetto: OGNI CANE CHE VIVA CON NOI DEVE ESSERE "EDUCATO"

E i responsabili della sua educazione siamo noi. Noi abbiamo deciso di farne il compagno della nostra vita, noi l'abbiamo scelto, noi l'abbiamo portato nella nostra casa. Come abbiamo il dovere di nutrirlo e accudirlo allo stesso modo abbiamo il dovere di educarlo. Preso atto di ciò non dobbiamo mai perdere di vista alcuni aspetti non sempre scontati:

  • il cane è un cane! Quindi non si comporta, non comunica, non "pensa" come un essere umano;
  • dobbiamo essere noi a capire quale linguaggio utilizzare per fargli comprendere ciò che noi vogliamo da lui e non quindi pretendere che sia lui ad "indovinare" la nostra volontà.
  • in qualsiasi momento noi si sia a contatto con il nostro cane saremo sottoposti alla sua osservazione e valutazione (dobbiamo essere sempre consci di ciò!) e il nostro comportamento lo influenzerà costantemente.
  • sempre e comunque dovrà essere lui a fare ciò che noi stabiliamo e non viceversa.
  • dolcezza, fermezza, coerenza: sempre. VIOLENZA: MAI!

Con questi punti fermi ben focalizzati potremo dedicarci all'educazione del nostro nuovo compagno in maniera egregia.

Se invece non riteniamo di essere in grado di fare ciò (per carità niente di male, anzi una dimostrazione di realismo encomiabile) o non vogliamo farlo in prima persona dobbiamo comunque far sì che il nostro cane sia educato!

Dovremo quindi NECESSARIAMENTE rivolgerci a professionisti del settore che impartiscano al nostro amico quella "EDUCAZIONE" di base necessaria ad un suo corretto inserimento nelle nostre società !

venerdì 7 novembre 2008

Educare un cucciolo II

Quando decidiamo di educare il nostro cane i motivi sono sempre gli stessi: vogliamo partire bene con un nuovo cucciolo oppure vogliamo correggere un cane un po' troppo esuberante.

Qualunque sia la motivazione che ci spinge ad avvicinarci ad un corso di educazione, dobbiamo innanzitutto porci nel giusto ordine mentale.

Un cane che arriva in una nuova famiglia identificherà gli umani come il suo nuovo branco. Di qui la necessità primordiale di individuare un capobranco a cui fare riferimento e che deve porsi come la massima autorità per il cane.

E dovremmo essere noi a ricoprire questo ruolo. Se il cane non troverà sufficiente fermezza in un essere umano, ci penserà lui a ricoprire la carica di capo e noi non potremmo fare altro che sottometterci alla sua volontà.

Per fare questo dobbiamo avere l'atteggiamento e la postura di un leader. Dobbiamo essere pronti a trattare il nostro amato cane come un sottoposto, ad usare un tono di voce autoritario e a comportarci come fa un membro alfa del branco.

Molto spesso ci lasciamo intenerire dall'aspetto del cane e dimentichiamo che questo animale è fatto per vivere in un gruppo strutturato, dove le gerarchie sono ben definite e i ruoli possibili sono solo due: o si comanda o si subisce.

Non c'è dubbio in quale posizione vogliamo trovarci noi. Siamo quindi pronti a diventare capibranco?

giovedì 30 ottobre 2008

Educare un cucciolo

Educare un cucciolo è un po' come educare un bambino piccolo e bisogna farlo in ogni momento in cui si interagisce con lui. IL cucciolo presenta tanti comportamenti, alcuni graditi e alcuni sgraditi : sta al padrone selezionare quelli graditi e premiarli e stare ben attento a non premiare quelli sgraditi. L'unico importante segreto per crescere un cucciolo equilibrato, che rispetti il padrone e abbia fiducia in lui (o lei) è attenersi a questa regola ogni momento della giornata e cercare di essere coerenti.
Se il cane è adulto e ha già sviluppato comportamenti sgraditi bisogna soffermarsi a riflettere su ognuno di questi comportamenti e chiedersi qual è il premio che li ha rinforzati. Un esempio classico è quello del cane che salta addosso. Perché non smette di farlo nemmeno se viene sgridato? Il saltare addosso è un modo di attirare l'attenzione del padrone e anche sgridare e agitarsi è un modo di dare attenzione. La strategia per far estinguere questo comportamento è non dare al cane nessun tipo di attenzione e quindi non guardarlo, non parlargli e tenere le braccia conserte per evitare movimenti delle mani che potrebbero eccitarlo. Accanto a questo "non premio" per il comportamento sgradito bisogna però anche trovare il modo di dire al cane che cosa vogliamo da lui e quindi dovremo premiarlo se non salta addosso o meglio ancora se si siede per avere le carezze invece di saltare addosso.
Questo è un tipico esempio di come si educa un cane, insegnandogli quello che è gradito e non solo cercando di reprimere quello che è sgradito. E' evidente che per controllare il saltare addosso bisogna prima arrivare alla conclusione che il premio per il saltare addosso è l'attenzione del padrone e di conseguenza la punizione più efficace è non dare questa attenzione. Altro esempio tipico è il cane che tira al guinzaglio; è evidente che lo scopo del cane che tira è andare avanti, annusare nuovi odori, arrivare al parco… Il cane che tira ottiene il suo scopo: lui tira e il padrone, pur cercando di opporsi con tutte le sue forze, va avanti. Il di tirare viene premiato e quindi si rinforza sempre di più. Esclusi i mezzi di coercizione fisica non accettabili dal punto di vista etico l'unico modo di far smettere al cane di tirare è non andare avanti quando tira. Cambiare continuamente direzione ogni volta che il guinzaglio si tende è una strategia efficace, così come concentrarsi nel procedere in avanti solo se il guinzaglio non è teso avendo cura di lodare il cane quando non tira. Come nel caso precedente la cosa importante è capire cosa premia il comportamento sgradito e agire di conseguenza.
La maggior parte dei cani "maleducati" hanno ricevuto dai padroni messaggi confusi e contraddittori e si sono in qualche modo "educati da soli", col risultato che i padroni non ne hanno il controllo. La rieducazione di un cane adulto è certamente più difficile dell'educazione di un cucciolo perché le esperienze fatte interferiscono nel nuovo processo di apprendimento: l'intervento di un buon educatore che possa dimostrare in pratica quello che è necessario fare costituisce certamente un valido aiuto. Se il cane da rieducare presenta anche problemi comportamentali e non solo difficoltà nell'addestramento di base, per esempio è aggressivo o eccessivamente pauroso, l'intervento di un terapista comportamentale è indispensabile.

Autore: Lorella Notari

venerdì 17 ottobre 2008

Perchè tira che vuol tornare a casa?

Può accadere che un cane portato a passeggio, non appena capisce che si sta per tornare verso casa, si metta a tirare al guinzaglio come se volesse arrivare al più presto possibile. Le ragioni possono essere molte, ma tutte sono riconducibili al fatto che si trova meglio a casa, nel suo ambiente abituale, che non fuori.

Le cause principali:

  • il cane non è in buona salute
  • il cane è obeso o in sovrappeso
  • viene portato in luoghi che non sono di suo gradimento
  • viene portato dove ci sono odori, rumori o altri agenti esterni che lo disturbano
  • uscendo incontra animali, persone o altro che lo spaventano
  • portandolo fuori viene distolto e allontanato da qualcosa o da qualcuno che lo stimolava particolarmente
  • l'accompagnatore del momento non gli da sufficiente sicurezza
  • le condizioni meteorologiche non sono favorevoli (vento, sole, pioggia, gelo, neve)
  • passeggiate troppo lunghe che lo stancano
  • è stata superata l'ora del pasto

cosa fare:

  • elimina le cause principali
  • se già non lo è, educa il cane alla condotta al guinzaglio
  • se già non lo sa fare, insegnagli molto bene il torna
  • cerca un luogo sicuro dove lasciarlo libero dal guinzaglio
  • portati qualche gioco conosciuto per farlo giocare
  • lasciagli scegliere il gioco ed accetta di giocare con lui
  • sosta più a lungo nei luoghi di suo gradimento
  • lascialo annusare più spesso e più a lungo, a patto che non diventi morboso
  • con le dovute precauzioni lascialo giocare con altri cani conosciuti
  • con il giusto controllo, lasciagli scegliere il percorso della passeggiata

interventi correttivi:

  • se possibile, cambia spesso percorso
  • se possibile cambia spesso luogo dove giocare
  • se possibile, al ritorno, non fare la stessa strada dell'andata
  • controlla bene la condotta al guinzaglio
  • eventualmente, raggiunto l'ingresso di casa, prosegui oltre rimandando il rientro
  • raggiunto l'ingresso di casa, sosta per qualche minuto prima di rientrare

mercoledì 15 ottobre 2008

La scelta dell'educatore addestratore

AFFIDARSI ALLA PERSONA SBAGLIATA POTREBBE NUOCERE ALL’EQUILIBRIO PSICOLOGICO DEL NOSTRO CANE.

Sempre più numerose sono le persone che intendono affidare ad un professionista l’educazione del proprio amico a quattro zampe. E’ importante sapere, però, che nel nostro Paese non esiste nessun documento ufficiale, quali possono essere un diploma o una laurea in altri ambiti, né tantomeno un albo, che attestino la reale preparazione dell’uno o dell’altro addestratore.
ATTENTI ALLE “TRUFFE”! Paradossalmente chiunque potrebbe improvvisarsi un esperto educatore, anche se totalmente privo delle più basilari nozioni di psicologia canina. Non bisogna sottovalutare il “pericolo” che si corre affidando il proprio cane a tali individui. Un approccio scorretto e un’educazione “improvvisata” potrebbero infatti compromettere l’equilibrio caratteriale del cane.
ALCUNI SUGGERIMENTI… E’ bene, quindi, tenere presente alcuni “parametri” che possono servire come primo metro di giudizio nel momento in cui iniziamo ad avvicinarci ai campi di addestramento.
  • Diffidate di chi vi propone di affidargli il vostro cane per un determinato periodo, assicurandovi che ve lo riconsegnerà in tal data perfettamente addestrato. Il cane deve lavorare con voi sotto la guida dell’addestratore, che vi aiuterà a stabilire con l'animale un corretto rapporto e vi indicherà in che modo svolgere gli esercizi per ottenere un determinato risultato.
  • Diffidate di chi vi propone corsi solo individuali e/o solo di gruppo. L’ideale è alternarli, in modo da avere il controllo del vostro cane sia quando siete soli, sia in presenza di altre persone e, soprattutto, di altri cani.
  • Tenete presente che ogni cane è un individuo a sé, con caratteristiche proprie al di là della razza, del sesso e dell’età (fattori senz’altro importanti, ma non unici). E’ quindi impensabile prevedere la durata del corso a priori. Un cane può impiegare mezz’ora a svolgere un esercizio, un altro una settimana.

Per la stessa ragione i metodi di approccio potranno, o meglio dovranno, essere valutati caso per caso dall’addestratore, che saprà intuire i bisogni e le esigenze di cane e proprietario.

  • Ricordate che il rinforzo positivo è, in genere, più efficace di qualsiasi metodo coercitivo. Osservate in che modo l’addestratore si pone nei confronti dei cani con cui lavora e quali metodi usa.
  • Informatevi, se possibile, sul passato professionale dell’addestratore che intendete scegliere e parlate con persone che si sono già rivolte a lui in precedenza.

LA SCELTA GIUSTA Sempre più numerose sono le persone che intendono affidare ad un professionista l’educazione del proprio amico a quattro zampe. E’ importante sapere, però, che nel nostro Paese non esiste nessun documento ufficiale, quali possono essere un diploma o una laurea in altri ambiti, né tantomeno un albo, che attestino la reale preparazione dell’uno o dell’altro addestratore. Fortunatamente, oltre ai numerosi impostori cui si accennava prima, esiste un numero più modesto di persone serie, valide, motivate e con un’adeguata preparazione, che potranno aiutarvi ad instaurare col vostro cane un buon rapporto basato sul rispetto, sulla conoscenza e sulla comprensione reciproca. Non dimenticate, inoltre, che il tempo trascorso al campo col vostro cane, oltre a rafforzare il vostro rapporto, costituirà un’ottima occasione di svago per entrambi.

Istinto e Imprinting

A qualsiasi proprietario di un animale domestico sarà capitato almeno una volta di parlare di istinto e imprinting. Ma sappiamo davvero cosa indicano questi due termini, o ne confondiamo erroneamente il significato? Vediamo cosa sono e che ruolo giocano nella vita dei nostri amici a quattro zampe.

ISTINTO La parola istinto racchiude una serie di comportamenti innati che non dipendono da esperienze precedenti, ma sono scritti nel codice genetico. Sono generalmente comportamenti utili alla conservazione della specie. Ad esempio, una cagna sa come prendersi cura dei suoi piccoli, anche se si tratta della sua prima cucciolata. E ancora, un cucciolo appena nato cerca immediatamente la mammella della madre per la suzione del latte. La predazione, o la ricerca del cibo in genere, il comportamento sessuale, le cure materne e così via, sono quindi tutti comportamenti istintivi che i nostri cani “conoscono” e trasmettono geneticamente ai propri discendenti. In alcuni casi un comportamento istintivo può essere “raffinato” da uno o più comportamenti appresi, adeguandolo così alle circostanze o ad un determinato bisogno in quel momento. L’istinto è quindi, come abbiamo già detto, garante della conservazione della specie e della sopravvivenza individuale.

IMPRINTING L’imprinting non ha nulla a che vedere con i comportamenti innati (come spesso erroneamente si crede) e costituisce la prima fase di apprendimento dei giovani cuccioli. E’ il periodo che va dalla quarta alla settima settimana di vita (il cosiddetto periodo sensibile) e non va confuso col periodo della socializzazione, che avverrà solo successivamente. Durante questo arco di tempo i cuccioli imparano a riconoscere la propria specie e l'uomo. Inoltre si trovano, per la prima volta, faccia a faccia col mondo esterno e con tutto ciò che si trova fuori la “tana”. Iniziano così a vivere le loro prime esperienze, l’esito delle quali li condizionerà per tutta la vita. Per questo è importante che i cuccioli vengano a contatto, in questo periodo, con altri cani adulti equilibrati e col maggior numero possibile di persone che li toccheranno e giocheranno con loro, mostrando così che l’uomo è un “amico” e che possono fidarsi di lui. L’imprinting è forse la fase più importante di tutta la vita del cane, in quanto condizionerà il successivo periodo di socializzazione e tutta una serie di comportamenti inter- e intraspecifici. Una mancanza totale, o anche solo parziale di imprinting può provocare seri danni caratteriali. Vediamo come.
CONSEGUENZE DI UN IMPRINTING ERRATO L’imprinting è un processo irreversibile che, se dato correttamente, contribuirà al sano sviluppo psichico del futuro cane adulto. Un cucciolo tenuto in isolamento durante il periodo sensibile maturerà un atteggiamento di terrore nei confronti di altri cani e delle persone, e potrebbe diventare aggressivo e difficile da gestire. Non vivrebbe serenamente e nel modo corretto il successivo periodo della socializzazione, in quanto incapace di riconoscere gli individui della propria specie. Stesso discorso vale per un cucciolo improntato solo sull’uomo o solo sui cani. Riconoscerebbe come cospecifici solamente gli appartenenti alla specie su cui è stato imprintato, mentre sarebbe terrorizzato dagli altri. Il riconoscimento della propria specie è importante non solo dal punto di vista della socializzazione, ma anche per il corretto sviluppo dei futuri atteggiamenti sessuali. Esistono casi di cani che hanno rivolto le loro attenzioni sessuali alla proprietario. E’ facilmente intuibile come possa essere difficile, perfino per il professionista preparato, correggere un simile atteggiamento. Perciò, come dice il proverbio, prevenire è meglio che curare (anche perché, nel caso di un imprinting errato, curare diventa quasi, se non del tutto, impossibile).

Cresciamo bene il cucciolo

Per educare bene il cucciolo non bisogna né costringerlo alla sottomissione né tantomeno, sottoporlo a punizioni fisiche.

Se si comprende il suo carattere pieno di ardore e di premurose attenzioni, se si riesce a capire il suo linguaggio, è molto semplice ottenere l'obbedienza.

Il cucciolo ha bisogno di vivere qualche ora del giorno all'aria aperta e fare movimento, senza essere costretto a estenuanti passeggiate al guinzaglio.

E' consigliabile incoraggiare il suo desiderio di gioco, in particolare con i bambini, per avere a fianco un cane sempre disponibile, gioioso e allegro.

Se lasciato a lungo solo in casa, il cucciolo soffre.
La dieta giornaliera deve essere suddivisa in più pasti, tre dai due agli otto mesi, per evitare le possibili digestioni difficoltose.

E' consigliabile, dopo ogni pasto, pulire la bocca tanto al cucciolo quanto all'adulto, per evitare che si annidino fra le labbra rimasugli di cibo, che fermentando provocano cattivo odore e possono essere fonte di infiammazione.

Conosciamoli meglio.

Molti padroni sostengono di aver visto i loro cani assumere un atteggiamento colpevole quando si erano comportati male, come a voler chiedere scusa per i guai combinati. Dobbiamo ritenere che queste persone attribuiscano al proprio cane un'emozione che è esclusivamente umana oppure i cani sono veramente in grado di provare rimorso? Entrambe le cose. Se il vostro cane ha "infranto le regole" e si comporta in modo stranamente sottomesso la spiegazione più ovvia è che stia reagendo alla vostra rabbia. I cani, infatti, sono bravissimi ad individuare i vostri "movimenti intenzionali", cioè quei primi indizi rivelatori di qualcosa che sta per succedere. Se la vostra rabbia sta per scoppiare, probabilmente prima di iniziare ad urlare vi irrigidirete e l'animale riesce a captare questa vostra tensione, comportandosi di conseguenza. Una reazione di questo genere non può essere spiegata con il rimorso; si tratta più semplicemente di paura. Alcuni padroni, però, insistono nel dire di aver visto i loro cani assumere un atteggiamento colpevole ancor prima che fosse scoperto il crimine.Per esempio, un cane che rinchiuso troppo a lungo da solo in una stanza faccia i suoi bisogni sul tappeto o riduca a brandelli una ciabatta. Se in passato l'animale ha appreso che comportamenti del genere sono proibiti, probabilmente accoglierà il suo padrone con un atteggiamento stranamente affettuoso e al tempo stesso colpevole. Se, dal canto suo, il proprietario del cane non ha ancora avuto la possibilità di vedere il danno commesso, dal suo comportamento il cane non trarrà alcun indizio sul "pericolo imminente". Da ciò si deduce che il comportamento del cane è derivato dalla consapevolezza di aver fatto qualcosa di sbagliato e che quindi l'animale si dimostra pentito. Anche i lupi si pentono Un atteggiamento del genere si è osservato anche nei lupi. Nel corso di un esperimento, fu distribuito un grosso pezzo di carne ad un gruppo di lupi affamati in cattività, in modo però che fosse preso da uno degli animali più deboli. L'esemplare di rango inferiore afferrò il pezzo di carne e si rintanò in un angolo, ringhiando e mostrando i denti ogni volta che gli avvicinava qualche lupo d'alto rango. In una comunità di lupi, una delle regole comportamentali e sociali stabilisce che il possesso di un pezzo di cibo annulla qualunque gerarchia. In altre parole quando un lupo ha un pezzo di carne in bocca, indipendentemente dalle gerarchie, quel pezzo di carne è suo. A quel punto nemmeno il capobranco può toglierglielo. Infatti, esiste quella che è chiamata"zona di possesso", un'area che si estende per circa 25 cm intorno alla bocca dell'animale che si sta alimentando e che è proibito invadere (e la stessa cosa avviene anche per i cani). Nel caso di questo branco di lupi affamati, gli elementi dominanti morivano dalla voglia di portare via il pezzo di carne all'animale più debole, ma si trattennero dal farlo. Poi, dopo che il lupo ebbe mangiato metà della carne e non stava guardando, gli altri gli rubarono ciò che rimaneva. A conclusione dell'episodio, l'animale più debole si avvicinò agli altri lupi strisciando con aria sottomessa e ad ognuno di essi riservò lo stesso trattamento, nonostante non si mostrassero assolutamente minacciosi o aggressivi nei suoi confronti. Era come se il lupo di "rango inferiore" si sentisse costretto a chiedere scusa per l'atteggiamento dimostrato e volesse mettere in chiaro che non aveva alcuna intenzione di occupare una posizione di grado superiore.

martedì 14 ottobre 2008

Cani e Bambini...OKKIO SEMPRE!!!

Il comportamento predatorio fa parte dei comportamenti normali del cane ma, se diretto verso i bambini, può creare dei grossi problemi se non delle tragedie.

Distinguere il comportamento predatorio da altri tipi di comportamento può non essere semplice, e l’attenta osservazione del contesto e delle sequenze del comportamento possono dare informazioni e ssenziali.
I cani possono "assalire" i bambini per diversi motivi:

Per gioco . In questo caso il cane è irruente, rumoroso e allegro ma non ha quella "fissità" tipica dell’animale in agguato. L’inchino di gioco e l’abbassamento delle zampe posteriori e l’innalzamento della groppa che si vedono nelle sequenze di predazione sono simili, ma l’espressione del cane è totalmente diversa: nel gioco l’espressione è distesa, le orecchie indietro, la fronte "spianata", la bocca semiaperta e la coda si agita allegramente. Nella predazione l’espressione è "fissa", le orecchie dritte, la coda portata di lato o alta e fissa o che si muove solo all’estremità.
Per difesa della propria incolumità . In questi casi il cane tenta di evitare i contatti con il bambino, cerca di allontanarsi o di mandargli segnali "calmanti" come voltare la testa di lato, scodinzolare, sbadigliare o leccarsi le labbra. Se tutto ciò non funziona e il bambino non si allontana il cane potrebbe ringhiare e poi passare a "vie di fatto". Cani che hanno già avuto esperienze precedenti e hanno imparato che passare a vie di fatto è più veloce ed efficace per togliere di mezzo il piccolo rompiscatole possono passare direttamente al morso.
Per difesa di qualcosa che considerano di loro proprietà (la ciotola del cibo, la brandina dove riposano, un giocattolo)
Perché considerano i bambini come delle prede

In quest’ultimo caso l’aggressione è scatenata dal tipo di movimento che i bimbi piccoli hanno, dalla loro dimensione e anche dal tipo di suoni che emettono. Il comportamento predatorio non può essere considerato come una espressione di aggressività: è solo un modo per procurarsi il cibo. I cani che predano i bambini, e di solito lo fanno con bambini piccoli, sotto i 3-4 anni, sono spesso soggetti che predano anche gatti, cagnolini di piccola taglia, conigli e piccoli roditori. Se l’aggressione è di tipo predatorio il cane non ringhia, non abbaia forte ma piuttosto "punta", si mette in agguato per poi lanciarsi all’attacco della preda direttamente o con balzi ripetuti. Se la preda reagisce come tale, e cioè scappa o tenta di divincolarsi strillando, l’istinto del cane lo porta a identificare sempre di più il bambino con una preda. Se invece il bambino smette di comportarsi come una preda e rimane tranquillo o addirittura non fugge ma si rivolge al cane chiamandolo per nome qualche volta questi si "blocca" visibilmente in preda a un conflitto. E’ come se pensasse: "ma questo cos’è, un essere umano e cioè un quasi-membro della mia specie o una preda?" Mano a mano che i bimbi crescono somigliano sempre di più all’uomo che il cane conosce e la sua percezione del bambino-preda cambia. Questo risolve il problema per i bambini della famiglia, ma non per i bambini in generale. E’ possibile affermare che l’unico modo per prevenire l’aggressione predatoria contro bambini piccoli è impedire che il cane li veda o porre delle barriere fisiche invalicabili nel caso fosse impossibile impedire il contatto visivo.

Non lasciare mai i bambini sotto i 6 anni soli con i cani è una regola che va sempre rispettata, anche con il cane più docile e mansueto.

Gli scappa la pipì?? Indicagli la "STRADA"!!

Non appena il cucciolo arriva in casa, sorge il problema della sua educazione igienica, ma bisogna tener presente che non si può pretendere troppo da esso, almeno fino a quando non abbia raggiunto l’età di 5 mesi circa. Un cuccioletto non è in grado di trattenersi dal fare i bisogni, sicché è opportuno evitare che il bisogno diventi così impellente da costringerlo a liberarsi dove si trova.

Anzitutto non si deve lasciare che il cucciolo giri per tutta la casa, ma limitatamente ad una o due stanze, dove lo si può tenere d’occhio abbastanza agevolmente. Se dorme in casa o lo si vuole abituare al giornale, se ne tengano a portata di mano un paio di fogli sul pavimento. Quando comincia ad uggiolare, ad annusare il pavimento, ad andare di qua e di là senza posa, ponetelo sul giornale disteso prima che accada il “fattaccio”. Se si comporta bene, lodatelo e lasciatelo di nuovo libero. È molto meglio insegnargli come si deve comportare piuttosto che punirlo se non si comporta bene. I cuccioli sono puliti per natura ed è facile educarli. Se però dovesse verificarsi qualche “incidente”, il che è normale, occorre lavare subito con acqua tiepida, risciacquando poi con acqua e aceto. Il cane ritornerà a sporcare nello stesso posto se rimane dell’odore, sicché è molto importante toglierne qualsiasi traccia.

Se il cucciolo dorme fuori, educarlo sarà ancora più facile. Va ricordato che esso sporca dopo i pasti e ogni volta che si risveglia, nonché talora negli intervalli. Pertanto lo si porti fuori non appena mostri segni di irrequietezza e si rimanga con esso finché non ha sporcato. Allora va lodato e accarezzato, riportandolo in casa quale premio. Così si abituerà a sporcare fuori e soltanto fuori, pronto a farvi sapere quando vuole e deve uscire.

Si può naturalmente abituarlo a fare i bisogni in casa sul giornale e anche fuori, sicché non ci saranno inconvenienti in caso di maltempo o altri motivi che si oppongono a portarlo fuori. Col crescere, il cane sarà capace di trattenersi per periodi sempre più lunghi. Se cominciasse a comportarsi male in casa, senza prima chiedere di uscire, sgridatelo e portatelo fuori oppure sul giornale. Bisogna però che la punizione sia contemporanea al “fattaccio”: è inutile e controproducente punirlo dopo! Il cucciolo non è assolutamente in grado di capirne il motivo.

Il cucciolone o il cane adulto dovrebbero essere capaci di restare in casa tutta la notte senza necessità di uscire, a meno che non siano ammalati. Se il cane abbaia o si muove irrequieto, lo si porti fuori per una volta; ma se non sporca senza indugio riportatelo in casa e a cuccia. Nessun cane imbratta il suo giaciglio, se può farne a meno: altrettanto farà il vostro.

giovedì 2 ottobre 2008

Il nostro PET e il rispetto degli altri


Alcune buone abitudini. Bastano pochi ma indispensabili accorgimenti per fa si che la convivenza uomo-cane sia pacifica e soddisfacente.

Strade pulite. Oltre che previsto dalle Ordinanze e dai regolamenti emanati dai comuni italiani, è buona norma di civiltà rimuovere sempre gli escrementi che il proprio cane lascia sul suolo pubblico.

La bustina di plastica o l’apposita paletta con sacchetto, deve essere portata sempre con sé durante la passeggiata con il cane. Molto spesso l’intolleranza verso i nostri amici cani deriva proprio dal comportamento scorretto dei loro proprietari.

Paura dei cani. Ci sono persone che temono i cani o i gatti perché semplicemente non sono abituati a loro o per vere e proprie fobie. E’ nostro dovere rispettare i timori altrui e quando necessario tenere il nostro cane al guinzaglio più vicino a noi assumendo un atteggiamento rassicurante verso chi mostra di averne paura.

mercoledì 1 ottobre 2008

Obedience

L'obedience è una disciplina nata per valutare le doti del cane e la sua capacità di recepire l'addestramento e di inserirsi nella vita sociale. È aperta a tutti i cani di età superiore ai 12 mesi iscritti al Libro genealogico del cane di razza o a un Libro delle origini riconosciuto dalla FCI (Federazione Cinofila Internazionale) e, nelle classi dove non siano in palio CAC e CACIOB anche ai soggetti non iscritti.

La disciplina dell'Obedience ha come fine di insegnare al cane un comportamento controllato e collaborativo, la disciplina implica infatti una buona armonia cane-conduttore e porta ad un'intesa perfetta anche quando il cane si trovi distante da quest'ultimo.

Classi di Lavoro

- Debuttanti (solo nazionale)
- Classe 1:età maggiore ai 12 mesi (solo nazionale)
- Classe 2:età maggiore ai 12 mesi (solo nazionale)
- Classe 3:età maggiore ai 15 mesi (nazionale e internazionale)

Esercizi

  • Debuttanti: sociabilità, condotta con guinzaglio, condotta senza guinzaglio, richiamo semplice, terra durante la marcia, tenuta di un oggetto, salto semplice, posizioni a distanza, terra 1 minuto con conduttore a vista, valutazione generale
  • Classe 1: sociabilità, terra 1 minuto conduttore assente, condotta con e senza guinzaglio, resta in piedi durante marcia, richiamo semplice, invio in avanti con terra nel quadrato, riporto di un oggetto del conduttore, alto A/R, odorato e riporto, posizioni a distanza, valutazione generale
  • Classe 2: seduto in gruppo 1 minuto, terra in gruppo 2 minuti, condotta senza guinzaglio, resta in piedi e seduto durante marcia, chiamata con terra, invio in avanti con resta in piedi e terra nel quadrato, riporto, salto con riporto, odorato e riporto, posizioni a distanza, valutazione generale
  • Classe 3: seduto in gruppo 1 minuto, terra in gruppo 3 minuti, condotta senza guinzaglio, resta in piedi seduto e terra in marcia, chiamata con resta in piedi e terra, invio con resta in piedi e terra nel quadrato, riporto direttivo, salto con riporto, odorato e riporto, posizione a distanza

venerdì 26 settembre 2008

Addestramento IV

La pulizia
E' consigliabile abituare il cane fin da piccolo a fare i propri bisogni fuori; i primi tempi sarà dunque necessario portarlo fuori spesso, soprattutto dopo i pasti e dopo i riposini. Fintanto che non è vaccinato e non può uscire, mettete al cucciolo della carta di giornale o alcuni stracci in un posto della casa distante dalla sua cuccia e dalla ciotola.
Il guinzaglio
E' necessario che il cane si abitui quanto prima ad andare al guinzaglio, altrimenti gli saranno vietati molti luoghi pubblici. Per abituare il cane a portare collare e guinzaglio è consigliabile metterli entrambi già in casa; una volta stabilita la prima uscita, il cane avrà in parte familiarizzato con questo "attrezzo" e sarà più tranquillo. Il padrone deve lasciare il guinzaglio "morbido" e tirare solo se vuole richiamare il cane.
Il rapporto con gli altri
Il cane deve essere messo a contatto con le altre persone quanto prima, in modo da prender coscienza del mondo che lo circonda ed adattarsi a tutte le situazioni. Il cane, inoltre, non deve limitare con le sue manifestazioni il rapporto del padrone con i propri conoscenti; se non si vuole che il cane salti addosso e annusi tutti quelli che entrano in casa, è necessario premiarlo quando non lo fa.
Il rapporto con gli altri cani
Quando arriva a casa un nuovo cucciolo, è necessario che il padrone rassicuri il cane che già c'era riguardo al suo affetto e lasci che i due animali stabiliscano una loro gerarchia.
Il cane tende ad avere atteggiamenti di sfida e attacco nei confronti dei simili che incontra per strada e il padrone deve evitare per quanto possibile gli scontri; a volte gli animali si battono per dimostrare la loro forza al padrone e se questi non gli presta attenzione abbandonano la lotta.

Addestramento III

Al piede
Si ordina al cane di camminare al fianco del padrone.


Seduto
Nell'impartire l'ordine il padrone avvicina la mano alla testa e alla groppa del cane.




Terra
Da seduto si battono le mani sul terreno e si prendono le zampe anteriori del cane.

Vieni
Battendo le mani per terra o sul petto il padrone invita il cane ad andare da lui.

Lascia
Il cane deve mollare quello che ha preso con le mani o con la bocca.

Addestramento II

Quando iniziare l'addestramento
Si può cominciare ad educare il cane fin da piccolo: un cucciolo di soli due mesi è molto ricettivo ed è già in grado di apprendere i principi basilari. E' importante che l'educazione inizi non appena il nuovo ospite giunge a casa e che sia impartita in prospettiva del cane che si vuole avere da adulto.
Stabilire subito il rapporto gerarchico
Il cane per istinto cerca nel suo nucleo, sia animale che umano, un capo del branco: il padrone deve affermarsi come tale ed il cane, riconosciuta la sua autorità, sarà disposto ad accettare gli ordini da lui impartiti. La posizione dominante del padrone deve essere riconoscibile da alcuni comportamenti, come il precedere l'animale nell'attraversare le porte, mangiare prima di lui e scegliere i posti della casa dove il cane può stare; è importante anche non subire le iniziative del cane siano esse di gioco o di altro genere.
L'educazione deve essere impartita da tutta la famiglia
Tutti i componenti del nucleo familiare presenti nella casa dove viene accolto il cucciolo devono concorrere alla sua educazione. E' fondamentale che ciò avvenga in maniera omogenea e che non si creino situazioni in cui un familiare sia più "buono" ed uno più "cattivo" o che uno contraddica con un suo ordine l'altro; questo non fa che disorientare il cane che non sa più a chi deve dare retta.
Imparare giocando
Se s'insegnano i comandi fondamentali e le regole principali attraverso il gioco il cane le apprenderà più velocemente. Non bisogna forzare l'animale ma cercare di educarlo quando è disponibile; il gioco aiuta molto perché fa in modo che il cane apprenda senza che questo diventi per lui una sorta di lavoro.
Ricompense e punizioni
Il principio della ricompensa e della punizione è alla base dell'educazione del cane. Sia la ricompensa che la punizione hanno un senso se impartite nell'immediatezza dell'azione dell'animale, altrimenti quest'ultimo non assocerà quello che ha fatto a quello che ha ricevuto. E' consigliabile mantenere una certa costanza nei premi come nelle punizioni e fare in modo che una stessa azione sia lodata o condannata in ogni momento da chi è responsabile dell'educazione.

giovedì 25 settembre 2008

Addestramento

Il modo di addestrare un cane può variare a seconda del modo di vivere del padrone, dall'ambiente in cui viene tenuto e dell'indole della razza. Per questo motivo è consigliabile informarsi su quale sia la razza più adatta al proprio stile di vita prima di prendere in casa un cucciolo.
Per educare un cane è necessario riuscire a comunicare con lui; questo significa capire il suo modo di esprimersi e farsi intendere dall'animale stesso.
l cane si esprime con la mimica facciale, con la testa, le orecchie, gli occhi e la bocca e comunica le sue sensazioni agli uomini. Il vostro cane manifesta le proprie emozioni anche con la postura del corpo, attraverso la posizione della coda e delle zampe. Infine comunica mediante guaiti, uggiolii oppure abbaiando e ringhiando. L'uomo comunica con il proprio cane con le parole, la mimica facciale e la postura del corpo. I tre segnali, emessi contemporaneamente, devono combaciare; il cane, infatti, non distingue le parole e presta maggiore attenzione ai gesti e può prendere come un rimprovero un apprezzamento fatto con modi bruschi. Anche la postura del corpo ha significati particolari per il cane, il padrone impartisce ordini in piedi ed invita al gioco se è accovacciato.
Se il vostro cane a volte non esegue subito un'ordine "MAI" utilizzare collari elettrici per imporre la vostra volontà.

giovedì 24 luglio 2008

I comandi

Al piede
Si ordina al cane di camminare al fianco del padrone.

Seduto
Nell'impartire l'ordine il padrone avvicina la mano alla testa e alla groppa del cane.

Terra
Da seduto si battono le mani sul terreno e si prendono le zampe anteriori del cane.

Vieni
Battendo le mani per terra o sul petto il padrone invita il cane ad andare da lui.

Lascia
Il cane deve mollare quello che ha preso con le zampe o con la bocca.