mercoledì 15 ottobre 2008

Istinto e Imprinting

A qualsiasi proprietario di un animale domestico sarà capitato almeno una volta di parlare di istinto e imprinting. Ma sappiamo davvero cosa indicano questi due termini, o ne confondiamo erroneamente il significato? Vediamo cosa sono e che ruolo giocano nella vita dei nostri amici a quattro zampe.

ISTINTO La parola istinto racchiude una serie di comportamenti innati che non dipendono da esperienze precedenti, ma sono scritti nel codice genetico. Sono generalmente comportamenti utili alla conservazione della specie. Ad esempio, una cagna sa come prendersi cura dei suoi piccoli, anche se si tratta della sua prima cucciolata. E ancora, un cucciolo appena nato cerca immediatamente la mammella della madre per la suzione del latte. La predazione, o la ricerca del cibo in genere, il comportamento sessuale, le cure materne e così via, sono quindi tutti comportamenti istintivi che i nostri cani “conoscono” e trasmettono geneticamente ai propri discendenti. In alcuni casi un comportamento istintivo può essere “raffinato” da uno o più comportamenti appresi, adeguandolo così alle circostanze o ad un determinato bisogno in quel momento. L’istinto è quindi, come abbiamo già detto, garante della conservazione della specie e della sopravvivenza individuale.

IMPRINTING L’imprinting non ha nulla a che vedere con i comportamenti innati (come spesso erroneamente si crede) e costituisce la prima fase di apprendimento dei giovani cuccioli. E’ il periodo che va dalla quarta alla settima settimana di vita (il cosiddetto periodo sensibile) e non va confuso col periodo della socializzazione, che avverrà solo successivamente. Durante questo arco di tempo i cuccioli imparano a riconoscere la propria specie e l'uomo. Inoltre si trovano, per la prima volta, faccia a faccia col mondo esterno e con tutto ciò che si trova fuori la “tana”. Iniziano così a vivere le loro prime esperienze, l’esito delle quali li condizionerà per tutta la vita. Per questo è importante che i cuccioli vengano a contatto, in questo periodo, con altri cani adulti equilibrati e col maggior numero possibile di persone che li toccheranno e giocheranno con loro, mostrando così che l’uomo è un “amico” e che possono fidarsi di lui. L’imprinting è forse la fase più importante di tutta la vita del cane, in quanto condizionerà il successivo periodo di socializzazione e tutta una serie di comportamenti inter- e intraspecifici. Una mancanza totale, o anche solo parziale di imprinting può provocare seri danni caratteriali. Vediamo come.
CONSEGUENZE DI UN IMPRINTING ERRATO L’imprinting è un processo irreversibile che, se dato correttamente, contribuirà al sano sviluppo psichico del futuro cane adulto. Un cucciolo tenuto in isolamento durante il periodo sensibile maturerà un atteggiamento di terrore nei confronti di altri cani e delle persone, e potrebbe diventare aggressivo e difficile da gestire. Non vivrebbe serenamente e nel modo corretto il successivo periodo della socializzazione, in quanto incapace di riconoscere gli individui della propria specie. Stesso discorso vale per un cucciolo improntato solo sull’uomo o solo sui cani. Riconoscerebbe come cospecifici solamente gli appartenenti alla specie su cui è stato imprintato, mentre sarebbe terrorizzato dagli altri. Il riconoscimento della propria specie è importante non solo dal punto di vista della socializzazione, ma anche per il corretto sviluppo dei futuri atteggiamenti sessuali. Esistono casi di cani che hanno rivolto le loro attenzioni sessuali alla proprietario. E’ facilmente intuibile come possa essere difficile, perfino per il professionista preparato, correggere un simile atteggiamento. Perciò, come dice il proverbio, prevenire è meglio che curare (anche perché, nel caso di un imprinting errato, curare diventa quasi, se non del tutto, impossibile).

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